CAPITOLO VENTICINQUESIMO

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Quella sera rimase impressa nella mente di Emma.
Era stata sicuramente una delle poche sere in cui lei, i suoi genitori e il fratello, potessero definirsi una famiglia.

Avevano ordinato delle pizze, parlato del più e del meno e riso.
Riso come non mai.
Non sembravano neanche più loro e tutto quello era stato possibile grazie alla presenza di Jonathan.

Prima di andare a letto si erano augurati la buonanotte e la madre l'aveva abbracciata calorosamente.
Emma aveva ricambiato goffamente e aveva trovato il coraggio di dirle:"Ti voglio bene mamma".

Era vero.
Le voleva bene nonostante tutto quello che le faceva passare da un anno.
Infondo era pur sempre sua madre.

Emma e Jonathan avevano parlato fino alle dieci e mezza di tutto quello che era accaduto, finché Jo non le diede un bacio sulla tempia e disse:" È ora di dormire, domani devi andare a scuola"
Emma sbuffò e si mise sotto le coperte.
"Buonanotte Emma"
"Buonanotte Jonathan ".

La sveglia suonò, provocando un gemito frustato da parte della bionda.
Quella mattina si sentiva di buon umore, probabilmente per il ritorno del fratello o anche a causa del messaggio che si era ritrovata da parte di Christopher.

Diceva semplicemente 'Buongiorno piccola, oggi vengo a prenderti a scuola e ti porto in un posto'

La bionda aveva sorriso allo schermo e aveva digitato velocemente la risposta, inviandola.

"Cosa c'è di così divertente?" domandò Jonathan, facendo sobbalzare Emma.
"Niente" disse velocemente la ragazza raggiungendo la porta della stanza "Vado a fare una doccia".

Mentre Emma si faceva la doccia, Jo decise di disfare la valigia per prepararsi a quelle due settimane che avrebbe passato a casa con la famiglia.
Gli erano mancati tanto soprattutto quella testolina bionda che aveva visto crescere e con cui era cresciuto.

Jonathan prese i vestiti e li sistemò nel suo armadio, poi andò alla cassettiera per riporre la biancheria intima ma aprì il cassetto sbagliato, cioè quello di Emma.
Lo chiuse immediatamente ma poi lo riaprì incuriosito e se ne pentì all'istante.

Vi erano completi normali ma anche altri più sensuali e una strana idea gli di formò in testa.
Non era possibile che sua sorella minore uscisse con qualcuno. Era ancora troppo piccola.

Emma rientrò nella stanza facendo sobbalzare il fratello.
"Cosa fai?" chiese la bionda avvicinandosi a Jonathan.
"Stavo posando le mie cose"
"Nel mio cassetto?"
"Ho sbagliato, scusa"

Emma infilò i jeans grigi e mise una felpa dello stesso colore.
Afferrò lo zaino e baciò una guancia al fratello.
"Ciao vado a scuola"
"Aspetta "disse Jo afferrandole un braccio "Perché ci sono quelle porcherie nella tua cassettiera?"
Era arrabbiato ed Emma l'aveva capito.

"Quali porcherie?"mormorò la ragazza.
"Quei completi? Cosa sei?Una puttana per caso?"

Emma indietreggiò a quelle parole.
Non si aspettava un atteggiamento del genere da parte di Jonathan, l'aveva ferita.

"Scusa Emma io..."disse il ragazzo dagli occhi azzurri avvicinandosi alla sorella.
Quest'ultima lo guardò con disprezzo mentre una lacrima salata le rigava il volto, e poi se ne andò a scuola senza dar tempo al biondino di spiegarsi.
***

"Thompson alla lavagna" ordinò il professor May, l'insegnante di aritmetica.
Emma alzò la testa di scatto dal disegno che aveva appena completato e lo spostò sotto il quaderno.
Le piaceva disegnare anche se non si riteneva molto brava, ma lei non si riteneva brava in nulla.
Si era ritrovata a tracciare con la matita dei ghirigori che formavano anelli ognuno con particolari diversi e solo quando venne richiamata dal professore, si rese conto che quello era il tatuaggio che Chris aveva su una parte del petto e che si espandeva per il braccio.

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