CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO

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Caro diario,
in realtà odio chiamarti diario quindi ricomincio.
Caro quaderno,
in realtà non mi piace neanche questo nome ma non importa.
Ieri sera sono uscita con Chris e i suoi amici, sono tutti simpatici e mi sono sentita stranamente a mio agio.
Emily, Trish e Mona mi hanno convinta a ballare con loro e mi sono divertita molta.
Poi è arrivato Chris a ballare con me e non ho capito più niente.
Ogni volta in cui il suo corpo tocca il mio, sento brividi ovunque.
Quando ieri mi ha baciato il collo ho desiderato di ritrovarmi a casa sua per poter fare l'amore, ancora e ancora.

Perché è questo che facciamo noi: l'amore.
Non è sesso. La parola 'sesso' mi sembra qualcosa che riguarda solo il lato carnale mentre io mi sento coinvolta anche sentimentalmente.
Con lui mi sento quasi amata come se a qualcuno importasse di me, come se non fossi tanto inutile.

È orribile non essere mai guardati, toccati o baciati.
È orribile pensare che nessuno vuole sapere che gusto abbiano le tue labbra, il profumo della tua pelle o semplicemente il suono della tua risata.

Ogni singolo giorno della mia stupida vita ho desiderato tutto questo, e ora finalmente credo di avercelo.
Credo di aver trovato quel qualcuno che il destino ha voluto farmi incontrare.
E come ho detto al professor Brown, non è l'amore a far star male sono la solitudine, il rifiuto.
Non c'è niente di peggio di quelle due bestie che hanno il potere di farti odiare tutti, persino te stessa.

Ho desiderato la morte un'infinità di volte e se non fosse stato per Chris, ora sarei già sottoterra.

Lui è stato la mia luce e spero che mi possa accompagnare ancora per molto tempo, prima che la mia tendenza a distruggere tutto lo allontani da me.
Perché è questo che faccio, distruggo cuori solamente perché il mio è rotto in mille pezzi.

Buttò il quadernino rosso sotto il letto e si alzò in piedi con mani tremanti.
Ogni volta in cui le veniva in mente quello che stava per fare il giorno prima di incontrare Christopher, iniziava a tremare e gli occhi le si bagnavano.

Quella sera aveva superato il limite e voleva farla finita per sempre.
Era sicura che non sarebbe importato a nessuno mentre ora aveva la quasi certezza che almeno a Christopher sarebbe dispiaciuto.

Andò in bagno e fece una doccia calda che l'aiutò a scogliere i muscoli e ad alleviare il leggero mal di testa.
Si asciugò corpo e capelli, si vestì e si stese a letto.
Gli auricolari nelle orecchie e chiuse gli occhi.

Si fece coccolare da quelle parole dolci, forti e pungenti al contempo.
Si girò con il viso verso il muro e si rannicchiò in posizione fetale.

Poi delle labbra le lasciarono un bacio fra i capelli e un corpo caldo l'affiancò.
Un braccio forte le strinse la vita e quel delizioso profumo le arrivò alle narici , facendola sorridere.

"Che ci fai qui?"domandò Emma voltandosi verso di lui.
"Sono ritornato. Mi mancavi"
"Anche tu, tanto"

La bionda affondò il viso nel suo petto e lui la strinse forte a se, come se potesse scappare via.

"Ti voglio bene, Emma"
"Ti voglio bene, Jonathan"

Jonathan.
Aprì gli occhi e si alzò di soprassalto, con il fiato affannoso.
Fece guizzare le perle azzurre per tutta la stanza ma del fratello nessuna traccia.
"Era solo un sogno" sospirò Emma.
Guardò la fotografia del fratello e mormorò:" Mi manchi così tanto, Jo".

Emma si alzò dal letto e scostando la tenda dalla finestra, guardò il cielo ormai scuro.
Non si era resa conto di aver dormito tutto il pomeriggio.
La madre la chiamò dal piano inferiore e lei, velocemente, scese le scale.

Varcò la soglia della cucina e trovò al tavolo seduti sua madre, il padre  e lui.

Jonathan era veramente li , seduto a quel tavolo che le sorrideva e che , a differenza di Emma, faceva sorridere i loro genitori.
Anne aveva gli occhi rossi per le lacrime come il marito.

Il fratello si alzò in piedi e disse:" Emma"
"Jo" mormorò la bionda prima si scoppiare in lacrime e buttarsi tra le braccia del fratello maggiore.

Aveva ancora lo stesso profumo, quel profumo che adorava.
E fu quando lui la strinse forte e le baciò dolcemente la guancia rigata dalle lacrime, che realizzò tutto.

Jonathan era li, era tornato dalla missione.

SPAZIO AUTRICE

TARATATAN!
Ecco ritornato Jonathan!
In realtà non avevo pensato di farlo ritornare ma eccolo qua.
Che ne pensate del capitolo?

Ho pubblicato diversi aggiornamenti e ci ringrazio per i commenti!
Le visualizzazioni stanno aumentando e io sono felicissima.
Grazie mille per i voti e i commenti❤️
Vi auguro una buona lettura e una buona domenica sera.
Domani si torna a scuola e io sento il cuore piangere!

Ciao a tutti e fatevi forza per affrontare il fatidico lunedì mattina❣😂

-Fab

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