Capitolo 7

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~Alaska~
Dopo aver fatto un po' di pratica, o meglio, dopo aver fatto esplodere qualche vaso, io e Merlino decidiamo di fare una passeggiata al mercato. Stiamo camminando tra le bancarelle, quando vedo arrivare il Dottore. "Alaska! Eccoti qui! Ti ho cercata ovunque!" Mi dice.
"Dottore, voglio presentarti Merlino."
"Che ne abbiamo fatto del -non attirare l'attenzione-?" Mi sussurra.
"La pietra che mi hai dato non ha funzionato con lui." Rispondo.
"Impossibile!" Borbotta
"Ma vero." Ribatto.
Merlino è rimasto li a guardarci un po' imbarazzato poi dice: "Alaska mi ha parlato di lei."
"Davvero?" Chiede il Dottore gongolando "E cosa ti ha detto?"
"Non molto in realtà, solo che siete cari amici e che viaggiate insieme."
"Ah" risponde lui un po' deluso "Ha omesso tutta la parte entusiasmante quindi." Dice guardandomi.
"Solo perchè, forse, sarebbe più entusiasmante mostrargliela." Intervengo.
Al Dottore si illuminano gli occhi. Gli piace vantarsi della sua macchina del tempo. "Va bene, se insisti..."
"Vieni!" Invito Merlino a seguirci e ci dirigiamo al TARDIS. Arrivati davanti alle porte lo avverto:"Preparati, potresti rimanere un po' scioccato da quello che vedrai!" Annuisce.
"Pronto?" Apro le porte e vedo la sua faccia assumere un'espressione di shock misto a sorpresa.

~Merlino~
Dopo aver conosciuto il Dottore, lui e Alaska mi portano nel bosco e si fermano davanti ad una strana cabina blu. Sopra le porte c'è scritto "Police Public Call Box".
"Preparati, potresti rimanere un po' scioccato da quello che vedrai!" Dice Alaska. Annuisco ma sono piuttosto nervoso, perché non so proprio cosa aspettarmi. Apre le porte e rimango davvero scioccato. Davanti a me si presenta un'enorme stanza illuminata ma non da candele e neanche dalla luce diurna. È qualcosa di nuovo e sconosciuto. È molto diverso da quello a cui sono abituato ed è bellissimo. Inoltre c'è un altro particolare ben poco trascurabile: è molto più grande all'interno. Entro seguito da Alaska e il Dottore e mi guardo in torno. "È più grande all'interno! Come può essere più grande all'interno?"
"Haha, ti ci abituerai." Dice Alaska.
"Cos'è questo posto?"
"Si chiama TARDIS e può viaggiare nel tempo e nello spazio." Risponde il Dottore.
"È magico?"
"È alieno." Risponde la ragazza come se fosse la cosa più normale del mondo.
"A-alieno? E voi siete alieni?"
"Io sono umana, ma il Dottore è un Signore del Tempo." Mi guarda e dice: "Penso che tu abbia bisogno di sederti un attimo, sei sbiancato."
"No no, sto bene. È solo tutto un po' strano."
"Allora, dove lo portiamo il novellino?" Dice il Dottore ad Alaska.
"A casa." Risponde lei, poi guardandomi dice: "Tieniti forte." Vedo il Dottore che inizia a tirare leve e premere bottoni, poi la stanza comincia a tremare e noi veniamo sballottati di qua e di la. Quando finalmente si ferma Alaska mi prende la mano e mi dice:"Sei pronto?"
"Pronto per cosa?"
Lei apre le porte e dice:"Per il futuro."
Davanti a me vi sono strade completamente grigie. Enormi edifici si erigono dal terreno. A pochi passi da noi sfrecciano degli strani oggetti, sono in metallo e dentro ad essi vi sono delle persone. È tutto molto rumoroso. "Dove siamo? O quando?"
"Londra, 2015." Risponde il Dottore
Guardo le persone, sono vestiti tutti in modo strano, ma ora capisco i vestiti di Alaska. Sono nel 2015. Non mi sembra possibile. "Tu vieni da qua?" Chiedo ad Alaska e lei annuisce. Poi mi squadra e scuote la testa: "Così non va!" Mi dice.
"Perché? Cosa ho fatto?"
"Hahaha, niente. Ma i tuoi vestiti sono così... Démodé!"
"Sono cosa?"
"Dottore, possiamo andare a casa di mia zia? Devo prendere i soldi."
"Certo!"
Torniamo dentro e chiedo: "A cosa ti servono i soldi?"
"Per fare shopping!" Mi risponde tutta allegra.
"Per fare che?" Sono piuttosto confuso "Non potresti parlare in una lingua che possa capire?"
"Haha, scusa. Andiamo a fare compere. Non puoi mica passeggiare nel 2015 con quei vestiti." Dice mentre la cabina ricomincia a tremare. Quando usciamo mi ritrovo in un immenso giardino in cui si trova una specie di reggia. "Abiti qui?" Chiedo.
"Sì. È la casa di mia zia." Apre la porta e ci fa segno di non fare rumore. Poi la chiude lentamente. Subito un grosso gatto grigio ci viene incontro e le passa tra le gambe mentre a me e ad il Dottore non ci degna di uno sguardo. Lei lo prende in braccio e dice:"Lei è Lady."
"Hai chiamato un gatto Lady?"
"Ehm si. Bhè mia zia lo ha fatto."
Passiamo davanti ad un enorme salone dove una donna sta dormendo.
"È lei tua zia?"
"Si, si addormenta spesso davanti alla televisione."
"Davanti a cosa?"
Lei indica una strana scatola luminosa. Al suo interno vi sono delle piccole persone che parlano. "Perché tenete delle persone imprigionate in quella scatola?"
"Cosa? Ma no, hahaha, non sono imprigionate. Sono registrate. Seguimi, ti faccio vedere come funziona." Saliamo una scalinata ed entriamo in una camera da letto. Anche questa è molto strana. Le pareti sono azzurrine e vi sono molti oggetti che non avevo mai visto. Alaska prende una scatolina e me la punta dicendomi:"Di qualcosa."
"Ehm, cos'è quella cosa?"
"Un cellulare." Poi me lo da in mano e schiaccia una freccia.
"Di qualcosa.
Ehm, cos'è quella cosa?
Un cellulare."
"Ma siamo noi!" Non ci capisco più niente ma è divertente.
"Ho preso i soldi, andiamocene ora. Torniamo a Londra."
La mia attenzione viene attirata da una cornice in qui vi è una specie di disegno ma sembra molto più reale. "Che cos'è?"
Alaska si volta:"È una foto. Questi sono i miei genitori, lui è mio fratello Maxie e questa sono io. Avevo 13 anni. Eravamo in vacanza in Italia. È stato un anno prima che loro..." La sua espressione diventa cupa all'improvviso "Prima che loro morissero."
"Mi dispiace molto."
"Fa ancora molto male." Continua "Sono morti per un incidente e io e mio fratello siamo venuti a vivere da mia zia. Però Maxie si ammalò e dopo poco tempo mi lasciò anche lui. Pensavo che la mia vita non avesse più senso ma poi qualcosa è cambiato."
"Cosa?"
"Ho incontrato il Dottore." Dice sorridendogli.
"Adesso andiamo." Dice lui.

~Alaska~
Decido di portare Merlino a prendere qualche nuovo indumento un po' meno medievale. Trascino lui ed il Dottore nel primo negozio. Sembrano molto meno entusiasti di me e probabilmente lo sono.
Entriamo ed una commessa si avvicina a noi:"Avete bisogno di aiuto?" Chiede gentilmente. È bassa e magra. Ha i capelli marroni, lunghi e lisci, legati in una coda di cavallo e gli occhi di un colore tra il verde e il nocciola.
"Si, grazie." Le rispondo. "Avrei bisogno di qualche jeans, un paio di magliette e di felpe per il mio amico qui." Lei lo squadra da cima a fondo e poi dice: "Perfetto, che taglia porti?"
"Io, ehm non lo so." Risponde lui impacciato. Io e la commessa lo squadriamo nuovamente e concordiamo su una 46. "Torno subito!" Dice lei sorridente. Mentre aspettiamo mi guardo in giro. Dopo poco la ragazza torna con i vestiti. "Vi accompagno ai camerini." La seguiamo fino ad una stanzetta con le pareti di un'improbabile rosa shocking e il pavimento in piastrella color avorio. Merlino entra in un camerino, la commessa gli porge i vestiti e poi tira la tenda bianco panna.
Io ed il Dottore ci sediamo su dei pouf color ciliegia.
"Lui è Merlino? Quel Merlino? Il mago?!" Chiede il Dottore sorpreso.
"Sì, proprio lui!"
"È carino!" Mi guarda malizioso.
"Sta zitto!" Ridacchio. "Mi ha aiutata con i miei poteri. Ha detto che sono un dono." Dopo poco Merlino esce dal camerino. Indossa dei jeans blu, una felpa rossa ed una t-shirt blu notte.
"Perfetto! Che ne pensi?" Dico
"Penso che questi pantaloni siano scomodissimi! Come hai detto che si chiamano?"
"Jeans. E ti stanno benissimo!"
"Mi fido di te."
"Ok, allora andiamo a pagare." Raggiunta la cassa estraggo la mia carta di credito e la porgo alla commessa. Merlino segue tutto il processo con attenzione. "Povero, sarà piuttosto disorientato." Penso.

La giornata è andata benissimo. Ho portato il Dottore e Merlino sul London Eye, abbiamo mangiato una pizza e passeggiato per un po'. Ho fatto assaggiare a Merlino la cioccolata calda con la panna e ora mai si è abituato al ventunesimo secolo.
L'aria umida Londinese ci accompagna fino al TARDIS. Siamo pronti per tornare a Camelot ma io sento un groppo in gola. La macchina parte e in un attimo atterriamo vicino alla città. Merlino si è già cambiato, rimettendosi i suoi vestiti.
"Vieni Alaska. Salutiamo Camelot un'ultima volta e poi partiamo per un aperitivo privato sulla Luna! Ho i biglietti da almeno 300 anni e non ci sono ancora andato." Dice lui entusiasta.
Mi faccio coraggio, devo dirglielo
"Dottore, io... Io non verrò."
"Cosa? Perchè no?"
"È stato bellissimo viaggiare con te e ti devo molto. Ma qui ho trovato qualcuno come me. Sento che il mio posto sia qui, a Camelot. Forse riuscirò a trovare un senso alla mia magia. Capisci?" Guardo Merlino non mi sembra per niente sorpreso.
"Lo capisco benissimo." Dice il Dottore sorridendomi dolcemente. "Ma prima che tu vada voglio darti una cosa." Inizia a frugare nelle tasche ed estrae il cacciavite sonico, la carta psichica, una Barbie, due farfallini, un orologio da taschino e, mano a mano che tira fuori gli oggetti, me li da in mano e io mi ritrovo seppellita dalle sue cianfrusaglie. "Eccolo qui!" Estrae una specie di bracciale nero con un piccolo monitor.
"Che cos'è?" Chiedo
"È un manipolatore del tempo. L'ho trovato mentre riordinavo l'osservatorio. Così potrai tornare a casa se ne avrai bisogno. Ma usalo con cautela e non ripercorrere mai e poi mai la tua linea temporale. Creerebbe un paradosso in grado di far implodere l'intero universo. Chiaro?"
"Cristallino!"
"Bene." Mi abbraccia forte e io ricambio mentre una lacrima mi riga il viso. "Mi mancherai." Dico.
"Questo non è un addio, te lo prometto."
Annuisco sorridendo. Il Dottore ci accompagna fuori e poi fa cenno a Merlino di avvicinarsi. "Prenditi cura di lei." Dice.
"Lo farò. Sempre che non sarà lei a prendersi cura di me." Dice ridendo.
Il Dottore mi rivolge un ultimo sguardo e un ultimo sorriso e poi rientra nel TARDIS. Lo guardo smaterializzarsi davanti a me e mi asciugo una lacrima. Già mi manca ma so di aver fatto la scelta giusta. Se i miei poteri hanno un senso, qui potrò certamente trovarlo.

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