Capitolo 4

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~Merlino~
È sera. Non ho ancora cenato, in compenso Artù ha mangiato abbastanza da sfamare entrambi. Sono nelle stanze di Gaius e sto leggendo uno dei suoi libri sulle piante curative. Non che mi interessi molto, ma mi torna utile saperne qualcosa a riguardo, per quando Gaius mi manda alla ricerca di piante introvabili. La mia lettura viene interrotta da un fischio acuto e molto fastidioso. È un suono famigliare. Lo sento solo quando sono vicino a qualcosa di molto potente. Strizzo gli occhi in una smorfia e il rumore scompare. Dopo pochi minuti qualcuno bussa alla porta e Gaius lo invita ad entrare. La porta si apre ma io rimango concentrato sul libro. "S-salve." Riconosco la voce, alzo lo sguardo e la saluto: "Alaska, è bello rivederti!" Mi avvicino a Gaius, il quale sembra piuttosto sorpreso, infatti ci chiede se ci conosciamo. Gli spiego che l'avevo incontrata questa mattina mentre facevo le mie faccende giornaliere. Poi li presento. "Molto piacere" dice Alaska stringendogli la mano.
"Il piacere è mio, cosa posso fare per te?"
È venuta perchè ha mal di testa, quindi Gaius le porge una pozione a base di erbe. Una volta l'ha data anche a me, è amara e puzzolente, ma per lo meno è efficace.
"Quanto vi devo?"
"L'unica ricompensa che voglio dai miei pazienti è la loro salute."
Come al solito Gaius è umile e generoso.
Alaska ringrazia e saluta Gaius con un cenno del capo. Poi si rivolge a me con un tenero sorriso, proprio come la priva volta che ci siamo incontrati.
"A presto." Mi affretto ad aggiungere prima che lei esca. Torno al mio libro ma mi rendo conto che Gaius mi sta fissando col suo solito sguardo un po' severo, ma che nasconde tanta premurosità. "Che c'è?" Chiedo.
"Non mi avevi detto di averla incontrata."
"Pensavo solo che non fosse importante."
"C'è qualcosa di strano in lei. Il suo nome... Non l'ho mai sentito, anche i suoi indumenti sono bizzarri."
Gaius ha ragione, lo avevo notato anche io. Soprattutto avevo una strana sensazione da quando l'avevo incontrata... Non so. Mi limito a rispondere che probabilmente è soltanto il suo stile e Gaius annuisce, tornando al suo lavoro.
Mentre leggo qualcosa a proposito di piante dal fiore blu e grosse spine ritorna quel fischio acuto. Gaius non lo sente, solo io riesco ad udirlo. Incuriosito decido di andare a vedere di cosa si tratta. "Vado a fare una passeggiata." Dico dirigendomi alla porta.
"Merlino..."
Ignoro Gaius. Lo faccio spesso e ora mai ci sarà abituato.
Seguo il fischio che diventa sempre più forte, segno che mi sto avvicinando a ciò che penso sia una fonte di magia molto potente. Il rumore mi porta nei sotterranei del castello e sento delle voci: "Ce l'abbiamo fatta! Si sono bloccate!" Silenziosamente mi avvicino per vedere chi c'è ma rimanendo nascosto in un angolo in penombra per non farmi vedere. "Cosa ne facciamo?" "Ma questa è la voce di Alaska" penso. Mi sporgo e si, la vedo. Mi da le spalle ed è affiancata dallo stesso tizio che ho visto insieme a lei questa mattina. Lui le dice: "Sono solo statue ora. Puoi farne ciò che vuoi." Mi sporgo ancora un po' per vedere meglio. Alaska ha alzato un braccio verso le statue disposte in torno a loro. Dopo qualche istante iniziano a sbriciolarsi, una dopo l'altra, diventando polvere.
Sono sconvolto. È stata lei a farlo? È stata lei a distruggere quelle statue? La risposta mi arriva immediatamente: "I tuoi poteri sono diventati più forti" dice l'uomo "ma devi stare attenta, Uther non deve scoprire le tue doti o ti farà impiccare!" Lei annuisce e si voltano per andarsene. Mi appiattisco al muro per non farmi vedere e loro mi passano davanti. Li vedo salire le scale e sparire tra la luce tremolante delle torce. Un'ondata di pensieri mi travolge. "Lei ha dei poteri magici?" "Perché sono qui?" "Chi sono?" Ma soprattutto: "Lei è come me?" Assorto dalle mie domande me ne torno a casa dove Gaius mi aspetta con un minestrone caldo. Entro e mi dirigo in camera mia chiudendomi la porta alle spalle. In questo momento voglio solo riorganizzare le idee. Mi distendo sul letto a pancia in su e Gaius entra nella stanza. "Che cosa è successo?" Dice sedendosi su un lato del letto.
"Niente"
"Merlino..."
Mi metto seduto di fianco a lui guardandomi le mani. "Sai Alaska?"
"La ragazza che è venuta prima?"
"Si, lei."
"Cosa c'è che non va?"
"L'ho seguita. Lei... Lei ha dei poteri, ha la magia Gaius!"
"Sei sicuro di ciò che hai visto?"
Annuisco
"Dimmi di più."
"L'ho seguita nei sotterranei, era insieme ad un uomo con il quale l'ho vista anche stamattina. Era circondata da delle statue piuttosto strane, non le avevo mai notate prima d'ora. Raffiguravano degli angeli ma erano spaventosi, avevano grossi denti affilati e occhi incredibilmente inquietanti. Ma la cosa che più mi ha sconvolto è che Alaska li ha sbriciolati senza pronunciare un incantesimo, per lo meno non a voce alta. È magia potente questa."
"Bhè, non dovresti preoccuparti più di tanto secondo me. Magari lei è come te. Anche se non sai niente su di lei, non vuol dire che porti guai. Perché non provi a conoscerla meglio?"
Come al solito Gaius sa cosa dire. Credo che seguirò il suo consiglio.
"Ora vieni a mangiare." Mi alzo e vado insieme a lui a tavola. Sono pensieroso. Forse Gaius ha ragione e mi sto preoccupando inutilmente. Infondo lei sembra una ragazza così amabile. Però non devo neanche sottovalutarla, è potente e non sono sicuro che si renda realmente conto delle cose che può fare. Voglio conoscerla. Forse ho finalmente trovato qualcuno come me. Forse non dovrò nascondermi da lei.

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