Capitolo 3

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~Alaska~
Ormai è pomeriggio inoltrato e io e il Dottore decidiamo di tornare al castello. Appena entrati vediamo che molte persone si stanno dirigendo alla sala del trono e incuriositi li seguiamo. Sono per lo più cavalieri ma tra loro riconosco Merlino. È affiancato da un ragazzo alto e biondo. È molto muscoloso e indossa un lungo cappotto marrone. Entriamo nella sala del trono e la folla si divide in due gruppi, uno va a destra e uno a sinistra. Io e il Dottore siamo in fondo alla fila di destra. Davanti a noi ci sono decine di cavalieri e qualche servitore. Merlino si trova molto più avanti. È vicino ad un uomo anziano e riesco a malapena a vederlo. Mi guardo intorno. La stanza è molto luminosa, grazie alle grandi vetrate che occupano una parete laterale e che filtrano la luce diurna. In fondo alla stanza sono posizionati due troni. Su uno dei due siede colui che immagino sia il Re, Uther. Al suo fianco vi è una ragazza molto bella. Ha i capelli scuri, intrecciati in una lunga treccia, ornata da delle piccole perle. Gli occhi sono azzurro chiaro. Indossa un lungo vestito blu e viola e una collana argentata. "Chi è lei?" Sussurro al Dottore indicandola con un leggero cenno del capo. "Morgana, la pupilla del Re."
"La strega?"
"Shh!" Mi rimprovera "Non ha ancora scoperto i suoi poteri."
Di fronte al Re, in piedi, c'è il ragazzo biondo. "Le sparizioni sono sempre più frequenti, sire." Dice "Ormai siamo arrivati a 3 serve, 2 guardie e 1 cavaliere. Le vittime spariscono senza lasciare traccia e non sono stati avvistati intrusi nel castello o nella cittadella."
"Raddoppiate le guardie." Risponde il Re.
"Si sire."
"E Artù, avverti il popolo di tenere gli occhi aperti, non possiamo escludere che si tratti di stregoneria. Ogni dettaglio sospetto dovrà essere riferito immediatamente."
"Certo padre." Si inchina e se ne va seguito da Merlino e, poco dopo, da tutta la folla restante.
"Quindi il ragazzo è Artù. Il principe Artù. Avrei dovuto capirlo." Penso tra me e me.
"Allora... Sparizioni misteriose, un castello... Non possiamo perdere l'occasione di ficcanasare, non trovi?" Mi dice il Dottore. Gli rivolgo un grande sorriso in segno di approvazione e lui ricambia. Mi afferra la mano e comincia a correre per i corridoi del castello dicendo: "Sarà divertente!"
Raggiungiamo dopo qualche minuto una zona isolata del castello. Penso che siamo vicino ai sotterranei. Non c'è praticamente nessuno a parte qualche guardia qua e la che comunque non può notarci. Prendiamo due torce e le accendiamo. Il Dottore fa una scansione della zona con il cacciavite sonico e poi lo guarda. "Oh oh"
"Che succede?" Chiedo preoccupata
"Niente di buono" risponde "Resta vicina"
"Non ho intenzione di allon..." Vengo interrotta da un urlo. Il Dottore corre nella direzione da cui proveniva il rumore e io ovviamente lo seguo. Si blocca di colpo e sbatto il naso contro la sua schiena. "Ahu" mi lamento, ma lui sembra non sentirmi. Mi rendo conto che ha gli occhi sgranati e sta fissando una statua. "Dottore, tutto bene?"
" Non sbattere le palpebre!"
"Perchè?"
"Perchè se no muori, o meglio, vieni scaraventata in un altra epoca."
Guardo la statua. "Cosa sono?"
"Angeli piangenti. Sono tra le creature più letali al mondo. Esistono solo quando nessuno le guarda. Dal momento in cui vengono osservate diventano semplici statue di pietra, ma appena ti volti, o sbatti le palpebre loro ti afferrano e in un men che non si dica ti trasportano in un'altra epoca. Sono velocissime. Continua a fissarla." Faccio come dice. La statua è alta come me, forse un po' di più. Ha il volto coperto dalle mani, immagino sia per questo che si chiami angelo piangente. "Ce n'è un'altra la dietro" mi dice il Dottore, mentre si allontana. "Continua a fissare questa mentre io tengo d'occhio l'altra.  In un attimo sparisce dalla mia visuale. Io sto ancora fissando la statua chiudendo prima un occhio poi l'altro in modo da continuare a vederla. Ad un certo punto la torcia si spegne ma io riesco a riaccenderla in men che non si dica. È un "trucchetto" che ho imparato un po' di tempo fa. Solitamente mi ci vuole un po' di tempo e molta concentrazione per accendere un fuoco ma credo che i miei poteri si intensifichino quando mi trovo in una situazione di pericolo.
La statua ha cambiato posizione. È molto più vicina, ad un palmo dalla mia faccia. Ha le braccia alzate e la bocca spalancata che lascia in vista i denti appuntiti. È molto più spaventosa di prima. Faccio un passo in dietro. "Come si sconfiggono?" Chiedo con un filo di voce.
"Se si osservano tra di loro o se guardano il proprio riflesso si bloccano per sempre." Risponde il Dottore. Non riesco a vederlo ma la sua voce in questo momento è tutto ciò di cui ho bisogno.
"Ok" mi dico mentre frugo, tutta tremante,nelle tasche del giubbotto alla ricerca di uno specchietto che avevo rubato dal cassetto di mamma tanto tempo fa e da cui non mi separo mai. Lo trovo e lo punto verso la faccia dell'angelo. Chiudo gli occhi sperando che funzioni e li riapro subito. Ha funzionato, sono ancora nel castello e l'angelo non si è mosso. Mi allontano lentamente, continuando a guardare la statua di tanto in tanto per assicurarmi che sia veramente bloccata. Lo è. Quindi raggiungo il Dottore e posiziono lo specchio come ho fatto per la precedente. Il Dottore lo guarda e mi dice:"Sei un genio."  Sbattiamo le palpebre e l'angelo non si muove. "Presto andiamocene, ce ne saranno altre. Dobbiamo tornare al TARDIS!" Dice lui frettolosamente. Mentre risaliamo le scale sento un fischio acutissimo e poi una voce possente che mi chiama. "Alaska!" Il mio nome è seguito da un dolore lancinante alla testa che mi fa fermare. Mi tocco la fronte con una mano. Sulla mia faccia è dipinta una smorfia di dolore. "Che succede? Tutto bene?" Chiede il Dottore preoccupato. Credo che lui non abbia sentito nulla.
"Si, tutto bene" mento. Il dolore persiste, ma penso che sia per la stanchezza e anche per la paura che mi incutevano quelle creature. Passiamo davanti alla dimora del medico di corte e il mio istinto mi dice di entrare. Lo ascolto. "Dottore, ti raggiungo nel TARDIS."
"Sei... sicura?" Mi rendo conto di star fissando la porta.
"È buio ormai, ti aspetto con il TARDIS dall'altro lato del castello." Annuisco, lui se ne va ed io busso. "Avanti" mi risponde una voce maschile. Apro la porta e mi trovo davanti una stanza molto rustica e piena di libri, pozioni e oggetti strani ma allo stresso tempo accogliente. Nel centro si trova un tavolo su cui un uomo anziano sta mescolando dei liquidi e consultando un libro. Di fronte a lui c'è, ironia della sorte, Merlino. Continuo ad incontrarlo ovunque. L'uomo mi scruta con fare severo e io saluto timidamente:"S-salve" Merlino alza gli occhi dal libro che stava leggendo e mi dice con tono sorpreso:"Alaska! È bello rivederti!" Si alza e si mette affianco al vecchietto il quale chiede:"Vi conoscete?"
" Ci siamo scontrati questa mattina mentre portavo i panni sporchi di Artù." Dice Merlino e continua:"Lui è Gaius, il miglior medico della zona. Gaius, lei è Alaska."
"Molto piacere" gli dico stringendogli la mano.
"Il piacere è mio, cosa posso fare per te." Il suo volto severo diventa improvvisamente gentile.
"Ehm" in realtà non so esattamente perché sono entrata, ho solo seguito una voce dentro di me che mi consigliava di farlo. "Mi è venuto un forte mal di testa, avete per caso qualcosa da darmi per farlo passare?" "Solo un attimo." Si volta e rovista tra delle boccette. "Eccoti qui!" Prende una boccetta contenente un liquido verde scuro. "È un rimedio di erbe, il sapore non è dei migliori ma l'effetto è molto efficace."
"Quanto vi devo?" Chiedo stupidamente, non avendo soldi con me.
"L'unica ricompensa che voglio dai miei pazienti è la loro salute." Risponde amabilmente.
"Grazie mille!" Lo saluto con un leggero  cenno del capo, poi mi volto verso Merlino e gli sorrido. "A presto." Risponde lui. Esco e mi dirigo verso il punto d'incontro prestabilito dal Dottore. Trovo il TARDIS, mi assicuro di non essere seguita ed entro. "Eccomi."
"Ciao" mi risponde distrattamente il Dottore. Sta armeggiando con un enorme specchio. Ne approfitto per prendere il rimedio che mi ha dato Gaius. "Ehi! Che stai bevendo?"
"È un rimedio per il mal di testa a base di erbe."
"Dammi qui!" Gli porgo la bottiglietta. Lui la scannerizza e constata:"Si, è un rimedio per il mal di testa a base di erbe." Me la ridà e torna a lavorare allo specchio. Alzo gli occhi al cielo e gli chiedo:"Che stai facendo?"
"Ho costruito una trappola per gli angeli, basata sulla tua idea dello specchietto."
"Mi sento lusingata"
"Eh fatto!" esclama "Pronta?"
"Qual'è il piano?"
"Semplice, tu attiri gli angeli e io gli piazzo lo specchio d'avanti!"
"Dottore! Non ho intenzione di fare l'esca!" Protesto
"Oh forza, dovrai farlo una sola volta e lo specchio, da me modificato, amplierà l'effetto a tutti gli altri angeli! Geniale, non trovi?"
"Uff, va bene." Borbotto. Usciamo e torniamo nel punto dove abbiamo visto gli angeli la prima volta. Accendiamo un paio di torce e iniziamo la ricerca. Contemporaneamente, il Dottore, sta spingendo lo specchio al quale ha applicato delle rotelle per trasportarlo con facilità. Arriviamo e, dopo pochi istanti, le torce si spengono. Appena le riaccendo mi rendo conto che gli angeli si sono posizionati davanti a noi a semicerchio. "Pronta?" Mi chiede il Dottore
"Pronta!" Rispondo
Chiudiamo gli occhi e in quel momento mi sento tirare da dietro. Qualcuno mi ha afferrato il colletto del giubbotto e io tiro un urlo ancora prima di riaprire gli occhi. Sento il Dottore che dice:"C'è l'abbiamo fatta! Sono bloccate!" Apro gli occhi e non posso fare a meno di sorridere per non essere morta o finita in chissà quale periodo. L'angelo sta ancora tenendomi per il colletto. Il Dottore mi aiuta a liberarmi e quando lo ci riesce mi volto. La statua è rimasta con il braccio teso in avanti e lo sguardo fisso davanti a se. Piuttosto inquietante! Le altre hanno la posizione di attacco: braccia in alto e denti in bella vista. Fanno davvero paura! "Cosa ne facciamo?" Chiedo.
"Sono solo statue ora. Puoi farne ciò che vuoi."
So esattamente cosa voglio farne, farle sparire dalla mia vista. Così chiudo gli occhi, tendo un braccio verso di loro e mi concentro. Dopo un enorme sforzo mentale e fisico, finalmente ottengo il risultato desiderato e le statue si polverizzano una dopo l'altra. Dopo che anche l'ultimo angelo si è trasformato in polvere tiro un enorme sospiro, un po' per riprendere fiato ma soprattutto per il sollievo nell'aver eliminato quelle creature che tanto mi inquietavano.
Guardo soddisfatta il Dottore e lui si complimenta. "I tuoi poteri sono diventati più forti" mi dice "ma devi stare attenta, Uther non deve scoprire delle tue doti o ti farà impiccare!" Annuisco. "Ho fame! Mangiamo da qualche parte?" Il Dottore scuote la testa rassegnato e mi dice:"Pensi sempre a mangiare!" Ridacchiamo e ci prendiamo a braccetto andandocene.

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