Capitolo 14

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~Alaska~
"Tesoro, mettiti una sciarpa prima di uscire! Oggi fa freddo." La voce di mia mamma risuona nella casa.
Scendo le scale di corsa dicendo "Si mamma!" Davanti alla porta trovo i miei genitori. Si tengono per mano come due ragazzini innamorati. Infondo loro sono così, si amano come si amavano quando erano alle superiori. A turno mi danno un bacio sulla fronte. Faccio per uscire ma la porta è bloccata. Tutto intorno a me inizia a tremare e un rumore assordante mi impedisce di sentire qualsiasi cosa. È il rumore di un aereo. Guardo i miei genitori. Sono abbracciati, si guardano negli occhi sorridendosi. Una lacrima attraversa il viso della mamma. All'improvviso scompaiono.
Mi ritrovo in camera mia, abbracciata a Maxie, piangendo. Lo stringo forte ma le mie mani toccano il mio petto. Tra le braccia ho soltanto Mr Banana, la scimmietta pupazzo preferita di mio fratello. Lui però non c'è. È sparito come i miei genitori. Sbatto le palpebre. Ora sono in una stanza tutta bianca e molto luminosa. Inizio a correre ma la camera è infinita e non ci sono vie di uscita. All'improvviso sento il pianto di un bambino, un neonato. E poi una voce:"Svegliati! Alaska, devi svegliarti!" È la voce di Merlino.
***

~Merlino~

Qualche giorno fa abbiamo convinto Gaius a lasciarci spostare il letto di Alaska in camera mia, così ora dormiamo insieme.
Vengo svegliato da un rumore e mi rendo conto che Alaska, accanto a me, è intesita e sta piangendo. Provo a scuoterle un braccio per svegliarla ma non succede niente. "Svegliati!" La scuoto di nuovo:"Alaska, devi svegliarti." All'improvviso apre gli occhi con un respiro, come se fosse stata in apnea e dovesse riprendere fiato.
Mi guarda e, piangendo, si butta tra le mie braccia. Le accarezzo la testa mentre le dico:"È finito adesso, sta tranquilla. È finito." Quando vedo che si è calmata, le vado a prendere un bicchiere d'acqua. Torno, le porgo il bicchiere e mi siedo accanto a lei. "Va meglio?" Chiedo scostandole delicatamente i capelli dal viso. Annuisce e prende un sorso. Mi racconta il suo sogno in ogni dettaglio. Poi si sdraia e si addormenta tra le mie braccia.
***

~Alaska~

"Muoviti o faremo tardi!" Mi urla Merlino da dietro la porta.
"Un secondo!" Rispondo.
"Ma che stai facendo?!"Dice, entrando in camera con fare scocciato.
"Mi si sono impigliati i capelli nel vestito."
Merlino mi sbroglia i capelli e io li lego in uno chignon morbido e un po' spettinato.
"Grazie!" Dico dandogli un bacio a stampo.
Corro fuori, dove Gaius mi porge lo zaino con le provviste per il viaggio.
"Fate attenzione voi due." Ci dice, guardandoci con fare severo e premuroso allo stesso tempo. Gli dò un bacio sulla guancia e saltello fuori. Merlino mi segue a grandi passi.
Oggi, dopo due mesi che stiamo insieme, mi presenterà sua mamma e io non vedo l'ora di conoscerla. Sono un po' nervosa, perché ho paura di non piacerle ma, secondo le descrizioni di Merlino, è una donna magnifica.
"Vedrai, sarà felice di incontrarti." Mi rassicura dolcemente e io gli rivolgo un gran sorriso.
Prendiamo i cavalli e partiamo. L'aria di luglio è molto piacevole. È calda, ma non afosa. Io indosso un vestito leggero che svolazza seguendo i movimenti del vento. È rosa pallido, ha il corsetto stretto e la gonna che scende morbida fino a terra. Le maniche sono a tre quarti e larghe alla fine.
Merlino è vestito, come al solito, con una maglietta blu, la giacca e i pantaloni marroni e un foulard rosso, piegato a triangolo.
Raggiungiamo Ealdor poco prima del tramonto. È un paesino tranquillo e molto semplice. Assomiglia a quello in qui abita Lancillotto. Scendiamo da cavallo e seguo Merlino fino ad una casetta. Lui bussa alla porta in legno e una donna ci apre. È più bassa di Merlino, ha qualche leggerissima ruga vicino agli occhi, quasi impercettibile. La forma del volto è molto simile a quella del figlio, ha gli stessi zigomi accentuati. Gli occhi sono dolci, azzurri e con delle lunghe ciglia nere. Una bandana verde raccoglie i capelli castano scuro, lasciando cadere due ciocche ondulate che le contornano il viso.
Appena vede Merlino le brillano gli occhi. Si abbracciano forte. Lei gli accarezza dolcemente i capelli e mi viene una fitta al cuore. Mi ricordo di mio padre che attorcigliava i miei capelli lunghi intorno alle sue dita, quando leggevo un libro accoccolata accanto alla sua poltrona, vicino al camino scoppiettante. Quando si sciolgono dall'abbraccio , Merlino ha un sorriso malinconico stampato in faccia e sua madre si asciuga una lacrima con il dorso della mano.
Poi si volta verso di me, con un dolce sorriso. Mi porge la mano dicendo:"Mi chiamo Hunith." Io gliela stringo delicatamente: "Alaska." Mi presento.
Ci invita ad entrare. Ci sediamo su degli sgabellini intorno ad un tavolo e lei ci offre un bicchiere di succo di lamponi che accetto volentieri.
Il tempo passa serenamente. Le parlo di me.Le dico la verità. Le dico che ho viaggiato nel tempo, che vengo dal futuro e che sono come Merlino.Anche se non sono così potente, lui mi sta istruendo. Al castello lo sanno solo lui e Gaius.
Poi, un pensiero mi balena per la testa: "Sono io l'apprendista di Merlino?" Non ci avevo mai pensato prima d'ora.
Non mi rendo sempre conto di vivere nel passato, di vivere in una leggenda.

Aiuto Hunith a tagliare le verdure per la cena, mentre merlino raccoglie la legna per il camino. "Così tu arrivi dal futuro?" Mi chiede e io annuisco. "Cosa ti ha spinto a Camelot?"
"Curiosità, credo. È ciò che mi ha spinto a viaggiare." Le rispondo dolcemente.
Lei sorride senza distogliere lo sguardo dalle carote che sta tagliando.
In quel momento entra Merlino, mette la legna nel camino e lo accende con la magia.
Dopo cena, stendiamo due sacchi a pelo per terra. Merlino da un bacio sulla fronte della madre e le augura la buona notte. Poi si stende accanto a me e mi avvolge con un braccio. Io mi metto su un fianco, appoggiando la faccia al suo petto e, ascoltando il battito ritmico del suo cuore, mi addormento.

Sono di nuovo nella stanza bianca. Siedo con le gambe incrociate e sto tenendo in braccio un bambino che sta dormendo, avvolto da una copertina bianca. Gli canto una ninnananna che mi cantava sempre mia mamma per calmarmi quando avevo gli incubi. L'istante successivo mi trovo in un campo. L'erba bruciata, completamente nera, fa contrasto con il cielo rosso, che pare infuocato. Tra le mie braccia, il piccolo comincia a piangere. Io gli do un bacio sulla fronte e lo cullo, cercando di tranquillizzarlo. Mi guardo intorno e noto qualcosa di familiare. Mi avvicino a passo spedito. Non riesco a vedere cos'è, finché non lo ritrovo ai miei piedi. Disteso per terra c'è il corpo senza vita di Merlino.

Mi sveglio di scatto mettendomi seduta. Respiro affannosamente e ho la fronte calda. Intorno a me, tutto è tranquillo. Merlino dorme sereno al mio fianco. Ancora tremante mi distendo di fianco. Dopo un attimo il braccio di Merlino mi avvolge la vita, avvicinandomi a lui. Mi sento di nuovo sicura e mi riaddormento subito.

La mattina seguente, dopo aver fatto colazione, raccattiamo le nostre cose e siamo pronti per tornare a Camelot.
Merlino è già fuori con sua mamma, io finisco di intrecciarmi i capelli ed esco. Li vedo che si abbracciano. Lei gli mette una mano sulla guancia e lo guarda orgogliosa. Mentre Merlino prepara i cavalli, mi avvicino. Hunith si mette di fronte a me, si sfila un ciondolo e mi dice:" Questo apparteneva a mia suocera. Viene tramandato di generazione in generazione." Me lo infila e continua:"Voglio che lo abbia tu. Proteggerà la tua famiglia."
"Io non ho più una famiglia." Le rispondo, più fredda di quanto volessi.
Lei mi sorride dolcemente e mi dice con tono premuroso:"Ciò non vuol dire che non ne avrai un'altra." La guardo e le salto al collo abbracciandola forte e delicatamente allo stesso tempo. Le sussurro:"Grazie" all'orecchio, prima di partire per Camelot.

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