Capitolo 24

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~Alaska~
Un brivido gelido mi attraversa percuotendomi da cima a fondo e non è dovuto al freddo di novembre. No, sono le ombre che mi causano questa sensazione. Si presentano ogni giorno più di una volta e mi osservano, scrutano ogni mia movenza, notano ogni mio cambiamento, ascoltano ogni mio sussurro e poi se ne vanno per tornare qualche ora dopo. Scuoto le spalle e mi guardo intorno cercando con gli occhi l'ombra che mi sta guardando. La trovo alla mia destra, a circa sei metri di distanza da me. Mi fissa con quei suoi occhi rossi per qualche secondo, poi la sua immagine si dissolve scomparendo. Mi volto e il viso vicino di Gwen mi fa trasalire.
"Ti senti bene?" Mi chiede sporgendosi verso di me. "Sembri assente ultimamente."
"Sto bene, grazie." Mi affretto a rispondere.
"Sembra che ci sia qualcosa che ti preoccupa. Se vuoi parlarmene... Sai che puoi dirmi tutto, vero?"
Oh, vorrei poterti dire tutto, Gwen.
"Non è niente, davvero." Dico forzando un sorriso, cercando di sembrare convincente.
Mi guarda sospettosa e sta per dire qualcosa quando le porte delle sue stanze si aprono ed entrano Merlino e Artù. Il re si lascia cadere sul letto e sospira rumorosamente.
"Oh, sire!" Esclamo. "Quasi dimenticavo, è arrivata una lettera per voi. È da parte di Lord Adrian."
"Lord Adrian? Non ho avuto più sue notizie dalla morte di mio padre." Afferma mettendosi seduto.
Gli porgo la lettera, lui la rigira tra le dita, rompe il sigillo e comincia a leggerla.
"Allora?" Chiede Gwen sedendosi sul letto accanto al marito. "Cosa c'è scritto?"
"Lord Adrian ci invita a fargli visita al suo castello."
"E... Dove si trova il castello?" Domanda Merlino.
"A ovest, sulla costa di Meredor."
"Hai intenzione di partire?" Chiede Gwen.
"Perché no? Ci servirebbe una vacanza, non trovi? In più Lord Adrian è un amico di famiglia."
Gwen sorride ed annuisce.
"Bene, allora! Merlino, prepara tutto il necessario."
"Può venire anche Alaska, vero?" Domanda Ginevra.
Artù guarda la moglie, poi guarda me ed infine alza le spalle e dice:"Se lo desidera..."
Annuisco convinta sorridendo a Gwen.
"Allora vado a prepararmi. Quando partiamo?"
"Domani all'alba." Risponde Artù. "Questa sera avvertirò mio zio Agravaine." Conclude più che altro rivolto a se stesso.
Mi inchino ed esco.

La mattina seguente mi sveglio prima di tutti per sistemare le ultime provviste.
Poi preparo la colazione anche per Gaius e Merlino e mi siedo da sola a tavola aspettando che gli altri si sveglino. Non passa molto che sento dei rumori provenienti dalla mia camera e vedo Merlino uscire di corsa ed agitato, cercando qualcosa. Lo guardo correre di qua e di là come un forsennato, mettendo a soqquadro la stanza.
"Hai visto la mia giacca?!" Esclama.
"Shhh! Cosa urli? Gaius sta ancora dormendo. Comunque l'ho lavata ieri sera e l'ho messa a stendere. A quest'ora sarà asciutta." Dico alzandomi e prendendogliela.
Gliela porgo, lui l'afferra, mi da un bacio sulla guancia e se la infila dicendo:"Cosa farei senza di te?"
Mi appoggio allo stipite della porta della nostra camera, prendo un sorso di tè e gli rispondo:
"Probabilmente andresti in giro in mutande." rivolgendogli un sorrisetto.
"Sì, sì! Spiritosa! È tardi." Mi mette in mano il mio mantello e mi toglie la tazza per poi trascinarmi fuori dalle stanze di Gaius, il tutto nel giro di due secondi. Leggermente frastornata mi ritrovo nel corridoio ancora buio e silenzioso, diretta verso le stanze del re.
"Io preparo i cavalli, tu sveglia Artù e Gwen." Si affretta a dire, andandosene dalla parte opposta alla mia.
Scuoto la testa perplessa per tanta fretta, in fondo non è neanche l'alba. Faccio comunque ciò che mi ha detto. Passo prima in cucina a preparare la colazione, cercando di evitare le occhiatacce della cuoca. Quella donna è sempre arrabbiata con tutti e senza motivo. Raggiungo poi le stanze del re e busso. Non rispondono, quindi entro lentamente. La stanza è completamente buia e il silenzio è spezzato solo dal russare di Artù. Appoggio i piatti sul tavolo e apro le tende e le finestre. Accendo le candele per illuminare la stanza.
"Artù, Gwen! Alzatevi!" Artù si gira dall'altra parte e ricomincia a russare.
"Ginevra svegliati." Le scuoto leggermente il braccio e lei apre lentamente gli occhi.
"Buongiorno bellezza!" Le sorrido.
"È da tanto che sei sveglia, Alaska?" Bofonchia mettendosi seduta.
Le passo la vestaglia:"Un'ora circa."
Guardiamo Artù che dorme ancora pesantemente.
"Amore, svegliati!" Sussurra Gwen.
Artù borbotta qualcosa di incomprensibile.
"Ci penso io, Gwen. Vai pure a mangiare." Le dico sorridendole.
"Sire, è tardi! Il sole è alto nel cielo. È quasi mezzogiorno!"
Artù scatta in piedi:"Mezzogiorno?! Dovevamo essere in viaggio da ore! Merlino! Merlino, vieni subito!"
Io e Gwen scoppiamo a ridere. 
"Stavo scherzando, sire. Non è ancora l'alba."
Artù si arresta e mi guarda basito:"Ah. Beh, è comunque tardi, muoviamoci! Dov'è Merlino? Sta ancora dormendo?"
"No, sire. Sta preparando i cavalli."
"Bene, bene! Muoviamoci."
"Cos'è tutta questa fretta che avete oggi?" Sbuffo.
"Lord Adrian odia i ritardatari." Spiega Gwen.

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