Capitolo 30

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~Alaska~
Vengo svegliata dal pianto di Hazel. Apro gli occhi e lentamente metto a fuoco l'immagine di Merlino che si è già alzato e la sta prendendo in braccio. Il mio corpo è ancora dolorante e stanco ma io voglio solo riprendere i miei doveri quotidiani, il mio lavoro con Ginevra e le faccende nel castello.
"Non sforzarti, ci penso io a lei." Dice Merlino appena mi alzo.
"Non preoccuparti, ce la faccio." Rispondo avvicinandomi alla bambina. Il mio aiuto non è necessario però, perché Merlino riesce a calmare la bambina cullandola tra le braccia.
Apro la finestra e realizzo che è già quasi sera.
"È tardi!" Esclamo. "Dobbiamo ancora preparare la cena per Artù e Ginevra e sistemare..."
Vengo interrotta da Merlino che, guardandomi con un sopracciglio alzato, dice:"Cosa credi di fare tu? Stai qui e rimettiti in forza. Rimani con Hazel, penserò io a tutto."
"Ma..."
"Per una volta nella tua vita puoi darmi retta?" Taglia corto lui mettendomi tra le braccia Hazel e uscendo. Io lo seguo fino a metà stanza, ma lui si chiude la porta alle spalle e se ne va. Rimango per un istante basita dal suo comportamento e, rivolta a Gaius domando:"Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
Lui mi scruta con un sopracciglio alzato e mi rivolge un piccolo sorriso:"No, Alaska. Ma dovete capire che per voi è una nuova fase della vita e dovete abituarvi."
"Io volevo solo rendermi utile."
"Lo so. Ma al momento la cosa migliore che puoi fare è pensare a Hazel e a te stessa. Non preoccuparti del resto, ci sono tante altre persone che possono cucinare la cena a Ginevra e nessuno si aspetta che tu riprenda il tuo lavoro immediatamente. Inoltre hai appena partorito, devi stare il più tranquilla possibile, per evitare complicazioni."
Annuisco silenziosamente e rivolgo lo sguardo a Hazel. I suoi occhietti rimangono a fissarmi curiosi. Accarezzo delicatamente il suo morbido viso con la punta delle dita.
"Credo che in realtà il problema sia che non ho ancora realizzato che sia veramente nata. Non posso credere che sia diventata madre. Sono successe così tante cose da quando sono arrivata a Camelot... non ero certo pronta a questo. Credo che mi sia molto più facile maneggiare una spada o gestire creature magiche piuttosto che una neonata."
"Imparerai." Sussurra Gaius "E sarai un' ottima madre."
"Grazie, Gaius." Mormoro nell'istante esatto in cui Hazel scoppia a piangere.
"Io credo che abbia fame..." Dico mentre torno in camera per nutrirla.

~Merlino~

Entro nell'indaffarata cucina e mi accorgo che c'è anche Perla. È stata lei a prendersi cura di Ginevra e Artù in nostra assenza. Mi avvicino alla ragazza intenta a cucinare e la saluto. Lei si volta verso di me e mi rivolge un grande sorriso allegro, salutandomi a sua volta.
"Volevo ringraziarti per il lavoro che hai fatto con il re e la regina per tutto questo tempo." Dico.
"Non c'è bisogno di ringraziarmi. È il mio lavoro dopo tutto." Ridacchia lei.                        "No, davvero. Sei stata molto d'aiuto."                  "Beh, lieta di esserlo stata. Tu e Alaska siete miei amici e avreste fatto lo stesso per me. È stato un piacere, anche se il re sa essere davvero incontentabile a volte."                              "Eh, non dirlo a me!" Esclamo. Intanto lei ha impiattato la cena per i reali e io mi offro di aiutarla. Raggiungiamo insieme le camere del re e serviamo loro la cena.
"È molto gentile da parte tua, Merlino, venire a servirci nonostante Hazel sia appena nata." Dice Ginevra sorridendomi.
"Non è un problema. Sto solo svolgendo il mio lavoro." Rispondo con convinzione.
La cena dei reali continua tranquillamente e, quando finalmente usciamo dalla stanza, dopo aver svolto tutte le nostre faccende, Perla mi guarda e scuote la testa con un sorriso comprensivo stampato sulla faccia.
"Cosa ti preoccupa, Merlino?" Chiede.
"Niente, perché questa domanda?"
"Oh, avanti! Si vede lontano un miglio che qualcosa ti turba."
Non rispondo ma istintivamente abbasso lo sguardo.
"Ti accompagno a casa, va bene?" Dico poi, cercando di sviare la conversazione.
La ragazza accetta di buon grado e così ci incamminiamo per le strade buie di Camelot, proseguendo in silenzio.
Quando giungiamo di fronte alla sua dimora, lei mi scruta sorridente e bisbiglia: "Non posso lasciarti andare a casa così. Forza, entra. Ti faccio un tè."
Sto per rifiutare ma lei mi precede dicendomi che non accetta un no, così entro di malavoglia.
"Accomodati." Perla sorride cordialmente mentre si dirige verso un piccolo letto in cui giace addormentata Sofia. La ragazza le rimbocca le coperte e le da un bacio sulla fronte.
"Allora, che c'è che non va, Merlino?" Domanda insistente, mentre scalda l'acqua per il tè.
"Io sono solo un po' nervoso, credo. Tutto qui. Temo di non essere in grado di proteggere Hazel."
"Senti, ho cresciuto Sofia da sola ed ero molto più piccola di te quando lei era appena nata. Ti assicuro che all'inizio ero terrorizzata. Pensavo di non potercela fare. Lei piangeva a tutte le ore e io non sapevo come comportarmi. Ero poco più di una bambina io stessa, in fondo. Sono sicura che tu sarai molto più capace di quanto lo sia stata io. E poi hai Alaska, non sei solo." Dice Perla mentre mi porge la bevanda calda.
Annuisco, ma non era certamente quello che intendevo. Sofia non ha poteri magici come quelli di Hazel, lei non deve nascondersi. Decido di non approfondire la conversazione, finisco il tè, ringrazio per la chiacchierata ed esco.
Ora le vie di Camelot sono deserte. Solo le guardie passeggiano avanti e indietro, sostenendo un passo ritmico e regolare. Le loro maglie ferrate producono un tintinnio che è l'unico rumore che si sente per la strada.
Improvvisamente una sensazione opprimente mi fa rabbrividire. Mi volto di scatto guidato dal presentimento che qualcuno mi stia seguendo e mi sembra di scorgere un'ombra che si nasconde velocemente dietro a delle case, o forse è solo una mia impressione. Probabilmente è solo la stanchezza che mi sta giocando brutti scherzi. Riprendo a camminare e raggiungo velocemente casa.
Entrando vedo Alaska che culla Hazel tra le braccia. Alza lo sguardo e mi rivolge un piccolo sorriso, sussurrando: "Si sta addormentando."
Annuisco e mi avvicino a loro. Hazel sembra voler combattere il sonno e rimanere sveglia ma i suoi occhi lentamente cedono fino a chiudersi del tutto. Sky entra in camera continuando a cullare la bambina e, lentamente, l'adagia nella culla. Io le circondo il fianco con un braccio e rimaniamo per un po' ad ammirare la piccola che dorme serenamente, finché la stanchezza si impossessa di noi e decidiamo di andare a letto. Io mi infilo subito sotto le coperte ma Alaska sembra irrequieta. Si guarda intorno per qualche istante e chiude a chiave la porta della nostra camera. Controlla ancora una volta la bambina che sta dormendo e sospira.
"Ti senti bene?" Domando.
"Sì, è solo che... non lo so, ho una strana sensazione. Come se qualcuno ci stesse osservando."
Strano, anche io ho avuto la stessa sensazione tornando a casa. Decido di non dirle niente per evitare che si agiti ulteriormente e probabilmente senza motivo e l'invito a raggiungermi a letto. Finalmente si raggomitola tra le mie braccia e si addormenta.

~Alaska~
Un tonfo proveniente da dentro la stanza mi sveglia di soprassalto. Mi rendo presto conto che davanti a me, vicino alla culla, c'è qualcuno. Scorgo una sagoma dalle sembianze umane ma troppo alta per essere definita tale. Scuoto il braccio di Merlino per svegliarlo e gli faccio segno di stare zitto, indicandogli la presenza. Lentamente raggiungo l'impugnatura della spada che giaceva sotto il letto e mi alzo, avvicinandomi all'intruso che sta per prendere tra le braccia Hazel. Muovo un passo e mi accorgo appena in tempo di star per inciampare su qualcosa. Un'enorme coda di serpente giace sul pavimento. La seguo con lo sguardo e realizzo che la sagoma e la coda sono un tutt'uno, appartengono alla stessa creatura. Qualunque cosa sia le punto la spada tra le scapole.
"Non toccare mia figlia." Esclamo scandendo perfettamente le parole.
La creatura si volta verso di me rivolgendomi un sibilo stridulo e acuto. Il suo volto è quello di una donna così come il busto, ma al posto delle gambe ha una coda di serpente. In un batter d'occhio si trasforma in un serpente e striscia sotto la porta.
Subito mi avvicino a Hazel, mentre Merlino accende una candela per illuminare la stanza.
"Sembra stare bene." Dico sollevata, ma una sequenza di rumori di oggetti che si rompono irrompe dalla stanza accanto.
Velocemente raggiungiamo la fonte del baccano provocata dalla creatura che si sposta tra gli scaffali facendo cadere vasi e boccette.
"Ma che sta succedendo?!" Bofonchia Gaius, svegliatosi di soprassalto. Intanto anche Hazel si è svegliata ed ha iniziato a piangere.
"Non farla uscire da qui!" Grido a Merlino che prova a inseguire il serpente. Questo con un balzo atterra sul pavimento e striscia sotto la porta.
"Gaius, per favore, badate a Hazel." Esclamo mentre corro fuori insieme a Merlino.
"Dove è andata?" Chiede Merlino, guardandosi intorno.
"Pensi che sia uscita?" Domando io.
"Non lo so. Ma se è nel castello la situazione si complica."
Annuisco e propongo di dividerci.
"Io cerco fuori, tu dai un'occhiata nel castello." Prorompe lui.
"Va bene. Fa attenzione."
"Anche tu." Detto ciò Merlino esce correndo e io mi addentro nel corridoio.
Prendo una torcia per illuminare la strada ma non riesco a trovare niente. Setaccio tutto il castello da cima a fondo inutilmente. È tutto tranquillo. Decido quindi di tornare a casa ma, nell'istante in cui sto per aprire la porta, sento un urlo agghiacciante provenire da fuori. Il cuore inizia a battermi all'impazzata e senza pensarci due volte esco, guidata dalle urla di una ragazza. Le grida però si affievoliscono prima che riesca a capire da dove provengano. Guardandomi intorno noto uno strano solco nel fango e, incuriosita, inizio a seguirlo. La traccia arriva fino ad una casa che, mio malgrado, riconosco immediatamente. La porta è aperta e dall'interno proviene un pianto soffocato e una voce familiare. Entrando scorgo Perla completamente rossa. I suoi occhi sono innondati dalle lacrime e il suo corpo trema di terrore. Si copre la bocca con entrambe le mani in un evidente stato di shock. Merlino è accanto a lei che cerca di calmarla.
"Cos'è successo?!" Domando allarmata.
"Hanno portato via Sofia." Risponde Merlino.
"Cosa?! Chi?!" Esclamo sempre più preoccupata.
Perla non riesce a proferire parola, continua a guardare fisso verso il letto della sorella e a scuotere la testa. Il suo respiro diventa sempre più affannoso fino al punto di non riuscire più a respirare.
"Perla, guardami!" Urlo piazzandomi davanti a lei. "Andrà tutto bene. Hai capito?" Le dico in tono rassicurante mentre, lentamente, la conduco verso una sedia, sorreggendola passo a passo in quanto cammina barcollando.
Quando finalmente è seduta, Perla sussurra: "Non era umano." Poi scoppia nuovamente a piangere, terrorizzata.
"Merlino, dai l'allarme." Dico. Lui annuisce e corre immediatamente fuori. Qualche minuto dopo le campane iniziano a suonare e guardie e cavalieri cominciano a setacciare la città.
Intanto io cerco di rassicurare la ragazza parlandole con un tono calmo e dolce. "Perla, la troveremo, credimi. Però ora devi calmarti."
Lei scuote la testa e mantiene lo sguardo puntato in direzione del letto. Le prendo il viso tra le mani e la costringo a guardarmi negli occhi. "Ascoltami. Respira lentamente. Inala col naso ed esala con la bocca. Sincronizza il tuo respiro con il mio. Inala... Esala."
Piano piano sembra calmarsi o per lo meno riesce a respirare più normalmente.
"Così, brava."
Perla appoggia la testa al mio petto e io le accarezzo i capelli, sussurrandole parole confortanti.
Nella stanza irrompono Artù e Merlino.
"Hai visto quanti erano? Sei riusciti a vederli in volto?" Esclama d'un fiato il re.
Segue un istante di silenzio, poi lei si scosta dal mio abbraccio e, singhiozzando, risponde: "Era spaventosa, sire. All'apparenza era una donna ma aveva la coda di un serpente ed era gigante."
Merlino ed io ci scambiamo un'occhiata, udendo quelle parole.
"Ha preso Sofia e se ne è andata senza che potessi fare qualcosa." Le lacrime ricominciano ad affiorare sul suo volto. "Ho provato a fermarla, davvero ci ho provato! Ma è stato inutile!" Nasconde nuovamente il viso piangente tra le mie braccia, stringendomi gli avambracci tra le dita, così forte da farmi male.
"Qualsiasi cosa sia, Perla, ti prometto che la prenderemo e porteremo a casa Sofia sana e salva." Dice Artù, uscendo dall'abitazione.
"Cercherò delle informazioni su questa creatura." Sussurra Merlino. "Non temere, andrà tutto bene. Te lo prometto, Perla." Detto ciò esce anche lui.

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