Capitolo 37

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~Alaska~
"Lei è il paradosso perfetto."
"Entreranno..."
"Buona fortuna!"

"Svegliati!" Jenny mi lancia un cuscino in piena faccia.
Mi sveglio frastornata mentre la mia mente abbandona gli ultimi strascichi di un sogno confuso.
Guardo l'orologio. 8.37.
"Ah!" Scatto in piedi, inciampando sul gatto mentre corro in bagno.
"Vuoi un caffè?" Chiede Jenny sogghignando, ma io mi sto già lavando i denti.
"No." Bofonchio, asciugandomi la bocca.
"Perché non mi hai svegliata prima?!" Esclamo poi irritata, togliendomi il pigiama e infilandomi i vestiti puliti.
Jenny si appoggia allo stipite della porta e alza gli occhi al cielo.
"L'ho fatto! Almeno una decina di volte... Ma come ogni mattina tu giochi a fare la bella addormentata."
Le lancio un'occhiataccia mentre infilo gli stivaletti ed esco fuori dall'appartamento, correndo.
"La borsa!" Urla lei, rincorrendomi per qualche scalino, per poi lanciarmela giù. La prendo al volo per un pelo, frugo al suo interno per cercare le chiavi della macchina e, quando finalmente le trovo, metto in moto la vettura.
La nebbia impedisce una buona visibilità, nonostante ciò sfreccio sulla strada circondata da folti cespugli e alberi ad una velocità ben oltre il limite consentito.
"Sono le 8.50 ed è mercoledì. La temperatura massima oggi sarà di 18 gradi mentre la minima di 6." Gracchia la radio.
Una tipica, monotona, giornata di inizio autunno.
Il telefono comincia a squillare.
"Dannazione!" Borbotto, mentre frugo nella borsa appoggiata sul sedile del passeggero, senza distogliere lo sguardo dalla strada, per quanto possibile.
"Lo so, sono in ritardo! Di nuovo..."
La voce di Lawrence, il mio capo, mi risponde dall'altro campo: "Ho notato, volevo solo dirti che c'è una persona nel tuo ufficio che vuole parlarti."
"Chi?"
"Non lo so, ma pare avere una certa urgenza."
"Ok, sarò li in -AH!"
Qualcosa spunta dalla vegetazione e si precipita in mezzo alla strada. Provo ad evitarlo, sterzando, ma il suo corpo viene catapultato sulla fiancata dell'auto, spaccando il finestrino che lancia schegge di vetro ovunque. La macchina slitta sulla strada umida e fa un paio di testacoda, prima di schiantarsi contro un albero e arrestare la sua corsa.
Sbatto violentemente la testa contro il volante, l'airbag non è scoppiato. La vista mi si oscura. Percepisco un fischio acuto e poi la voce di Lawrence urlare il mio nome al telefono.
Sollevo il capo lentamente e realizzo di star sanguinando dalla testa. Devo essere svenuta per qualche istante. Prendo in mano il telefono, cercando di mettere a fuoco l'immagine.
"Credo... di aver colpito un cervo o qualcosa del genere."
"Stai bene?" Domanda lui allarmato
"S-si. Credo. Non lo so..." Tocco la ferita che brucia molto più di prima, sollevando lo sguardo incontro l'immagine del mio volto riflessa nello specchietto retrovisore. Ho un enorme livido sulla fronte e su un occhio. Spostando leggermente lo specchio, scorgo qualcosa disteso sulla strada. All'inizio mi sembra un ammasso di ferraglia, di sicuro non è un cervo. Poi distinguo una chioma bionda.
"È un uomo! Lawrence, manda un'ambulanza!"
Scendo di fretta dalla macchina e corro verso la persona distesa sull'asfalto a faccia in giù. La testa mi pulsa ma ignoro il dolore e mi inginocchio di fianco a lui, girando il suo corpo.
Controllo il battito. È debole ma percettibile. Gli tiro dei leggeri schiaffetti sulla guancia cercando di rinvenirlo e, lentamente, apre gli occhi.
"A-Alaska..." sussurra, sforzandosi immensamente, prima di svenire nuovamente.
Come sa il mio nome? Accantono il quesito, distratta dai suoi vestiti inusuali. Indossa un'armatura medievale che riporta l'incisione di un drago rampante. Un mantello rosso si snoda sulla sua schiena. Tra le mani impugna una stupenda spada che ha tutta l'aria di essere vera. Ma non può esserlo, deve essere solo un costume o qualcosa del genere. Inoltre è bagnato fradicio dalla testa ai piedi. Strano, non sta piovendo, eppure lui è grondante.
Strappo un lembo del mantello per tamponargli la ferita sulla tempia e cercare di fermare quanto più possibile l'emorragia, ma anche io sto perdendo sangue e i miei sensi si stanno affievolendo. Fortunatamente avverto le sirene dell'ambulanza in lontananza e, in pochi secondi, ci hanno raggiunto.
"Alaska!" Lawrence si avvicina a me e mi prende la testa tra le mani.
"Non sei messa molto bene. Riesci ad alzarti?"
Annuisco e lui mi assiste, sostenendomi tra le sue braccia.
I paramedici si affrettano per aiutare l'uomo e lo caricano su una barella.
"Seguiamo l'ambulanza."
Lawrence mi aiuta a salire sulla macchina di servizio e parte veloce in coda all'ambulanza.

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