Capitolo 2

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~Merlino~
È una fresca mattina autunnale, mi sono svegliato all'alba e ho fatto delle consegne da parte di Gaius. Poi sono passato nelle stanze di Artù per svegliarlo.
"Buongiorno!" Gli dico a voce alta in modo da svegliarlo. Lui borbotta qualcosa di incomprensibile e si gira dall'altra parte. "Forza Artù, dovete prepararvi per gli allenamenti."
"Si si" dice sbuffando "Portami la colazione!" Gli porgo un piatto con del prosciutto e formaggio e poi lo aiuto a vestirsi. Fatto ciò prendo il cesto dei panni sporchi, faccio per uscire e Artù mi chiede: "Lavi i vestiti?" Non faccio in tempo a rispondergli che mi tira una maglietta rossa in faccia. "Anche questa Merlino" "Uff, si sire." Esco dalle sue stanze e mi dirigo verso le stanze di Gaius ma appena svoltato l'angolo del corridoio mi scontro con una ragazza e finiamo per terra. "Sono mortificata" mi dice lei aiutandomi a raccogliere i vestiti. "Non preoccuparti" La guardo. Non l'avevo mai vista prima. "Stai bene?" Mi affretto ad aggiungere. "Si, credo di si." In quel momento i nostri sguardi si incrociano per la prima volta e io vengo invaso da una sensazione strana e molto intensa. Non saprei spiegare cosa mi prenda. So solo che non avevo mai provato niente di simile prima d'ora. È come se ci fosse qualcosa che ci accomunasse. Una voce maschile mi distrae dai miei pensieri:"Alaska!" Con mia sorpresa la ragazza gli risponde:"Sto arrivando!"
"Ti chiami Alaska?" Gli chiedo stupidamente. Lei annuisce. "Bel nome" le dico "anche se un po' strano" penso tra me e me. "Io sono Merlino" le allungo la mano cercando di non far cadere tutti i vestiti e lei me la stringe delicatamente. Ha gli occhi grandi e marroni, con lunghe ciglia nere. I suoi capelli sono di un bellissimo rosso mogano, lunghi e lisci e ha la carnagione chiara. "È meglio che vada" dice. "Si, anche io. I vestiti del principe non si lavano da soli." Lei sorride e se ne va.
Mentre mi avvio verso le stanze di Gaius ripenso a quell'incontro e mi rendo conto che c'era qualcosa in lei che mi lasciava stranito. I suoi vestiti. Erano così inusuali! Indossava un cappotto rosso e dei pantaloni neri molto aderenti. Al collo portava una pietruzza, una specie di cristallo viola. Non era certo l'abbigliamento tipico del regno, ma pare che nessuno a parte me se ne sia accorto. Appena entro lascio la cesta di vestiti su una panca e saluto distrattamente Gaius. Lui si limita a chiedermi se va tutto bene e io gli rispondo di sì con un grande sorriso stampato in faccia. Prendo l'armatura perfettamente lucidata di Artù e un panino da sgranocchiare in fretta e furia che Gaius mi ha preparato. Uscendo lo saluto nuovamente chiudendomi la porta alle spalle.

Finito l'allenamento mattutino scendo a prendere dell'acqua perchè Artù vuole rilassarsi con un bagno. Ma rilassarsi per cosa esattamente? Sono io che dovrei rilassarmi. Tra il salvargli la vita e lavargli i calzini puzzolenti non ho un attimo per me! Mentre cammino verso il pozzo passando per il mercato intravedo Alaska tra la folla. È insieme ad un ragazzo un po' più alto di lei, stanno ridendo e scherzando. Sembrano molto affiatati.
Per quanto abbia trovato molto affascinante quella ragazza, c'è qualcosa che mi insospettisce in quei due. Da dove arrivano? E perchè i loro vestiti sono così strani? Sono talmente assorto dai miei pensieri che non mi rendo neanche conto di essere arrivato al pozzo. Ad ogni modo, è meglio che mi muova se voglio riposarmi un po' prima di diventare il bersaglio nell'allenamento pomeridiano del principe.

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