Capitolo 44

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~Alaska~

Quando apro la porta del piccolo appartamento sento i singhiozzi di Gwen riecheggiare nella stanza. Noto Lady grattare la porta della sua stanza miagolando apprensivamente.
" Vado io, voi aspettatemi qui." Dico agli altri che mi hanno seguita in casa.
I loro visi preoccupati mi seguono finché non entro nella stanza di Gwen e mi chiudo la porta alle spalle.
Lei è rannicchiata in un angolo vicino al letto, con la testa tra le braccia e il viso paonazzo. Sta piangendo disperata, respirando affannosamente.
"Hey, va tutto bene. Ci sono qui io ora." Le dico, inginocchiandomi di fronte a lei e posandole una mano sul ginocchio.
Alza il viso e il suo sguardo languido si sposta su di me.
"Non so chi sono!" Singhiozza. "Sky, non so chi sono!"
"Shh, tranquilla. Vieni qui." L'abbraccio e lei posa la testa sul mio petto. Le accarezzo dolcemente i capelli e lei pare calmarsi un po', quindi decido di spiegarle tutto.
Durante il mio racconto lei rimane pressoché in silenzio, tranne per qualche sporadica domanda.
"Quindi Jennifer non è nessuno, non esiste. Io non esisto." Borbotta confusa ad un certo punto.
"Jennifer è una storia, ma tu sei reale. Tu sei Ginevra, regina di Camelot, moglie di Artù Pendragon. Niente cambierà questo e quando torneremo a casa tu e lui governerete il regno insieme e verrete ricordati nei secoli a venire, per sempre."
"Artù..." sussurra lei, sbarrando gli occhi. "Ma lui è..."
"Vivo." La precedo. "Te l'ho detto. Lui è tornato, per Albione... per te. E ti sta aspettando... nell'altra stanza."
Lei si alza di scatto, barcollando leggermente e appoggiandosi a me. Le asciugo le lacrime dalle guance e le apro la porta. Artù è in piedi davanti agli altri. Rimane a fissarla per un istante, trattenendo il respiro. Ma poi il suo viso si illumina in un immenso sorriso sollevato. Ginevra gli corre in contro, lanciando le braccia al suo collo e sprofondando nel suo abbraccio.
"Amore mio." Bisbiglia lui, accarezzandole i capelli. Le prende poi il viso tra le mani e la bacia dolcemente.

Tutti i cavalieri danno il bentornato alla loro regina, abbracciandola calorosamente. Anche Merlino, che tiene per mano Hazel, la cinge con un braccio. Ginevra, quando si scosta da lui, posa gli occhi sulla bambina e rimane di stucco per un attimo. Sposta lo sguardo da me a Merlino, sorpresa e poi sussurra: "Hazel?"
La bimba annuisce e Gwen si inginocchia davanti a lei, accarezzandole il viso con una mano.
"Assomiglia così tanto ad Alaska. Però ha i tuoi occhi, Merlino." Dice, perdendosi in quei pozzi blu.
Merlino osserva Hazel, sorridendo orgoglioso ed io rimango a fissarli appoggiata al muro. Il Dottore mi raggiunge silenzioso. Ha un'aria mesta, malinconica.
"Dovete parlare anche con gli altri." Dice distaccato.
"Gaius e Morgana, ma certo." Lo guardo fissare un punto indefinito nella stanza, incapace di comprendere i suoi pensieri.
"Dottore, c'è qualcosa che non va?" Chiedo, posandogli una mano sul polso.
Lui mi guarda per un lungo istante. I suoi occhi verdi nascondono misteri inafferrabili e un'immensa ed antica tristezza. Ma non avevo mai visto lo sguardo che mi sta rivolgendo ora. Per un attimo, senza saperne il perché, il mondo mi crolla addosso, come se qualcosa di inesorabile stesse per arrivare.
"Dottore..." Sussurro, ma la voce mi muore in gola. Lui non risponde alla mia domanda, ma scosta lo sguardo e si dirige verso Merlino per dirgli qualcosa. Li vedo parlare a bassa voce, senza sentirli perché le loro parole sono sovrastate dal vociare e dalle risate dei cavalieri. Merlino annuisce a qualcosa che il Dottore gli ha riferito, poi guarda me per un istante, mi rivolge un sorriso sfuggente ed esce dall'appartamento.
Hazel si avvicina a me saltellando e io gli chiedo: "Tesoro, dove sta andando tuo padre?"
"Da Gaius." Esclama lei, allegra e spensierata.
"Capisco..."

~Merlino~

Quando raggiungo l'ospedale ed entro, sto per chiedere ad un'infermiera dove posso trovare Gaius, ma ancora prima di poter attirare l'attenzione della donna scorgo un viso famigliare. Una lunga chioma nera, due occhi di ghiaccio, la carnagione diafana... Morgana. La ragazza sparisce dietro ad una tenda che separa il letto da occhi indiscreti e una dottoressa la raggiunge. Muovo un passo in quella direzione ma qualcuno mi chiama.
Mi giro di scatto ed incontro lo sguardo paterno di Gaius.
"Sei tu?!" Esclama. "Sei davvero tu!"
"Sono io Gaius." Dico, lasciandomi andare in un sorriso e abbracciando l'uomo.
"Oh, Merlino... mio caro Merlino." Singhiozza, stringendomi anche troppo forte.

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