Capitolo 18

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~Alaska~
"Calmati, sei un fascio di nervi." Dico a Gwen, ridendo, mentre l'aiuto a infilarsi il vestito.
"Non sei tu a doverti sposare." Scherza lei. Si siede davanti allo specchio e inizio a pettinarle i lunghi capelli ricci mentre lei si rigira l'anello di fidanzamento tra le dita. "Che succede?" Dice, guardandomi attraverso lo specchio. "Mh? Oh niente, stavo solo... Pensando."
"A cosa?"
"Ho un ritardo..."
Le prendo le ciocche vicino alle tempie e gliele intreccio, in modo che formino una sorta di corona.
"Ah, magari sei incinta!" Esclama con tono scherzoso.
"Hahah, si certo." Le rispondo ridacchiando.
"Allora... Ti piace?" Le chiedo. Lei si specchia e annuisce, sorridendo soddisfatta. Si alza, sistemandosi il vestito. "Sei bellissima." Le dico facendola arrossire. Indossa un vestito viola lucido, con dei rifinimenti dorati al centro e la gonna spumosa. "Ho un regalo per te." Mi dice tutta allegra e comincia a frugare nell'armadio. "Ta-Tan!" Esclama entusiasta, mostrandomi un bellissimo vestito rosa antico, molto fine ed elegante con la gonna che scende morbida fino a terra e lo scollo a "V" contornato da un pizzo leggero.
"Ma... È stupendo." Dico senza parole.
"Forza, provalo!" Esclama porgendomelo.
Vado dietro il separè, mi sfilo il vestito da serva e indosso quello datomi da Gwen.
"Ti sta d'incanto!" Squittisce tutta contenta. Mi guardo timidamente allo specchio. Non sono più abituata a vedermi con dei vestiti così belli addosso. Raccolgo i capelli in uno chignon basso e spettinato, lasciando due ciocche libere che mi incorniciano il viso.
Qualcuno bussa alla porta.
"Chi è?" Esclamo.
Dall'altra parte della porta una voce inconfondibile mi risponde: "Merlino!"
"Arrivo!" Strillo tirando su la gonna, cercando di non incespicare. Apro la porta e lui rimane li impalato, a guardarmi strabiliato. Indossa una giacca rossa che gli risalta gli occhi.
"S-sei bellissima." Balbetta.
Sorrido e gli dico:"Chiudi la bocca che ci entrano le mosche." E gli do un bacio con un sorriso stampato sulla faccia. Lui mi stringe la vita e ricambia il bacio. Sento le sue labbra morbide e calde accarezzare dolcemente le mie e il mio cuore sussulta, come se fosse la prima volta.
"Ehm ehm! Io sono ancora qui!" Ci interrompe Gwen.
"Scusa." Diciamo insieme, poi Merlino aggiunge:"Artù ti aspetta e sinceramente, credo che se attenderà ancora un po' sverrà." Ridacchia.
"Ok, fuori di qua." Gli dico mentre lo spingo fuori dalla porta e gliela chiudo alle spalle.
"Allora? Sei pronta?"
"No!"
"Bhè... Nessuno lo è mai." Esclamo sorridendole. "Andiamo?"
Annuisce trattenendo il fiato.
Quando arriviamo davanti alla porta della stanza del trono, la guardo negli occhi, le sorrido e le do un leggero bacio sulla guancia. Poi entro. Gli invitati si stanno disponendo in due file ordinate. Intravedo Merlino, vicino a Gaius e lo raggiungo. Artù è già davanti al trono, rigido come un tronco, nella sua armatura, il mantello rosso e la spada da cerimonia.
Le porte si aprono e Gwen entra, camminando lentamente e con passo elegante. Artù sorride stupefatto. Lei si inginocchia ai suoi piedi, posando le ginocchia su un cuscino. Un servitore porge la corona ad Artù e lui la posa delicatamente sul capo di Gwen. Poi le porge le sue mani per aiutarla ad alzarsi e lei, con leggiadria, appoggia le sue dita su quelle di Artù e si mette in piedi di fronte a lui. Si baciano dolcemente e rimangono un istante a guardarsi, poi lui alza la mano di Gwen ed esclama:"Lunga vita alla regina!" Imitato dalla folla che ripete:"Lunga vita alla regina!"

Siamo a letto, ma ne io ne Merlino riusciamo a dormire. Sono distesa di fianco, lui mi stringe a se con un braccio mentre gioca con i miei capelli, attorcigliandoli tra le sue dita.
Ho una sensazione strana che mi pesa sul petto. Non saprei definirla precisamente, è come una sorta di... paura. Ma paura per cosa?
Rimaniamo in silenzio per un eternità, finché io dico:"Ti amo. Lo sai, vero?" Non so perché l'ho chiesto, dato che la risposta la conosco. Forse ho solo bisogno di sentirglielo dire.
Lui lascia i miei capelli, mi accarezza la spalla e risponde:"Certo che lo so. Ti amo anch'io."
Mi volto verso di lui e affondo la faccia nel suo petto. Dovrei essere felice, la mia migliore amica si è appena sposata con il Re di Camelot, Artù è finalmente felice, io sono qui, abbracciata alla persona che amo e che mi ama e mi capisce. Allora perché ho la sensazione che qualcosa di brutto stia per succedere?Ascolto il battito del suo cuore, regolare e così rassicurante e riesco finalmente a entrare in dormiveglia. Cado in un sonno lieve ed agitato, tormentato da sogni confusi. Uno in particolare, però, mi colpisce negativamente. Non riesco a capire cosa stia succedendo, ma vedo tristezza e disperazione negli occhi dei miei cari e anche nei miei. Artù e Gwen sono abbracciati e lui sta cercando di consolarla. Poi, la mia attenzione va a Merlino. Ha un'espressione di rabbia sul viso. Rabbrividisco a vederlo. Io sono accoccolata tra le sue gambe e il suo petto, ho gli occhi gonfi per le lacrime e un taglio vicino al sopracciglio. Poi un altro particolare appare chiaro nella mia mente. Siamo tutti e quattro in una cella, sorvegliata da due guardie armate fino ai denti.

Mi sveglio con una forte nausea e anche un po' turbata per il sogno di stanotte. In realtà è un po' che faccio sogni strani.
"Al!" Mi chiama Merlino, facendomi segno di sedermi accanto a se, battendo la mano sulla panca. Mi siedo con una gamba piegata e l'altra tesa. Appoggio la testa sulla sua spalla, sbadiglio e chiudo gli occhi. "Blotsma." Dice, facendo apparire una rosa rossa e stuzzicandomici il naso. Io lo arriccio, sorrido e gli do un bacio sulla guancia. 
"Preparo un Thè, lo volete?" Chiedo a Gaius e Merlino che annuiscono.
Metto a bollire l'acqua e trito le erbe secche da mettere in infusione. È divertente preparare così il Thè. Quando l'acqua bolle, raccolgo le erbe triturate, in un fagottino di tela e lo metto nell'acqua. Aspetto cinque minuti e verso il Thè nei bicchieri e poi glieli porgo. Io nel mio ci metto una quantità industriale di miele, perché mi piace molto dolce.

Più tardi, Merlino entra con una montagna di vestiti sporchi di Artù e, barcollando per non far cadere gli abiti, mi dice:"Alaska, Artù vuole parlarti..." Traballa per un attimo "Ora!"
"Ehm... Va bene." Rispondo alzandomi e dirigendomi nella sala del trono.
È seduto vicino a Gwen e le accarezza, con il pollice, una mano. Arrivo davanti a loro, mi inchino con un cenno del capo e dico:"Volevate vedermi, sire?"
"Sì Alaska. Dato che ora Gwen è diventata regina, e voi siete molto amiche, ti andrebbe di diventare la sua dama?"
"Artù!" Esclama Gwen, con tono di rimprovero. Poi, rivolta a me, dice:"Non sei obbligata ad accettare."
"No, al contrario. Mi piacerebbe molto." Dico, sorridendo ad entrambi.
"Bene allora." Dice Artù.
Mi inchino nuovamente e faccio per uscire ma lui mi ferma:"E Alaska, dì a quello scansafatiche del tuo fidanzato di lucidarmi l'armatura prima di stasera."
Annuisco ed esco. Attraverso i corridoi molto lentamente. Ho ancora quella sensazione opprimente addosso. Cerco di trovare un qualche collegamento tra i miei sogni più recenti. Tutto ciò che ne ricavo è che sono tutti incubi. Nella maggior parte però, c'è un neonato e io cerco di proteggerlo. Un brivido mi fa gelare il sangue. Aumento il passo e mi precipito nella stanza di Gaius.
"Gaius!" Lo chiamo con voce un po' troppo alta.
"Che succede?" Dice facendomi sedere.
"Merlino è in casa?" Chiedo.
"No. È andato a raccogliere erbe. Perché?"
"Cosa sapete dirmi sui sogni premonitori?"
Lui mi guarda severo, con un sopracciglio alzato, poi si siede di fronte a me e inizia a spiegarmi:"I sogni premonitori sono sogni che, in particolare a chi possiede poteri magici, mostrano avvenimenti o fatti che poi accadono nella vita reale. Non sempre però, mostrano esattamente ciò che succederà. A volte riflettono solo una verità distorta. Perché me lo chiedi?"
"Ultimamente ho fatto dei sogni strani e penso che in un certo senso, siano tutti collegati tra loro."
"E pensi che siano sogni premonitori?"
"Non lo so, spero vivamente di no."

Più tardi, Gaius e Merlino sono a visitare un paziente, mentre io sono rimasta al castello. Dopo aver svolto delle faccende per Gwen, come rifarle il letto e intrecciarle i capelli, torno a casa con l'intenzione di preparare il pranzo. Entro, prendo le verdure, un coltello, un tagliere in legno e poso tutto sul tavolo. La mia attenzione viene attirata da un biglietto di carta ingiallito e piegato  in tre. Sulla superficie visibile c'è scritto il mio nome in corsivo e con una bella grafia. Lo apro e ne leggo il contenuto:" Anche se, quando leggerai questa lettera io non sarò ancora nata, voglio che tu sappia che io ricordo. Ricordo molto più di ciò che dovrei. Ricordo quando mi parlavi dolcemente mentre mi accarezzavi il viso, seduta a gambe incrociate. Ricordo le tue lacrime, gli abbracci, le promesse, gli addii. Ricordo gli occhi di papà, che tanto assomigliano ai miei. Ricordo perfettamente le tue parole, che mi dissi prima che mi strappassero via da te. Non le dimenticherò mai, mamma. È grazie a quelle parole che sono sopravvissuta. Voglio dirti di non aver paura. Tu non mi conosci ancora, anche se probabilmente io sono già con te. Nonostante non sia cresciuta con te, ho ancora speranza, perché il Dottore mi ha detto che il tempo può essere riscritto. Io ho fiducia in te. So che mi troverai e cambierai gli eventi. Un giorno potrò abbracciarti.
Ti vorrò sempre bene.
H."
Alzo gli occhi dal foglio e ci manca poco che svenga, infatti sono costretta a sedermi e prendere un grosso respiro. Che cosa ho appena letto? È mia figlia che mi ha scritto tutto questo? Che le è successo? Io avrò una figlia?! Che vuol dire che probabilmente è già con... Oh. Oh no, no no no. No. Non può essere. Non posso essere incinta. No!

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