Capitolo 10

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~Alaska~
Sono passati 7 mesi da quando mi sono trasferita a Camelot. 7 mesi da quando ho visto l'ultima volta il Dottore e zia Mila. Sono migliorata molto con i miei poteri. Per lo meno ora riesco a controllarli.
"Potresti consegnare questo a Morgana?" Mi chiede Gaius passandomi una fialetta. "È per i suoi incubi."
Annuisco, prendo la medicina ed esco. Merlino non c'è. È andato a caccia con Artù. Quando lui è via, svolgo io i suoi compiti. Dovrebbero tornare in mattinata. Busso alla porta di Lady Morgana e mi apre Gwen.
"Ciao Alaska." Mi sorride.
"Ciao. Ho una consegna da parte di Gaius." Dico dandole la boccetta. "È la medicina di Morgana."
"Grazie." Dice con gentilezza.
Saluto e me ne vado.
Torno da Gaius. Non ho molto da fare di solito, ma mi rendo utile aiutando il medico. Gli sono molto riconoscente per avermi ospitata in casa sua. Mi tengo occupata pulendo in giro e facendo consegne. Talvolta vado a raccogliere erbe. La mattinata passa tranquillamente. Dopo aver finito i miei doveri sono andata a fare una passeggiata al mercato con Gwen. Mi aspettavo di veder tornare Artù e Merlino dalla battuta di caccia, ma non è stato così. Sono un po' preoccupata. Dovevano arrivare ore fa.
***
~Merlino~

È una mattina di fine maggio. I boschi e i prati sono rigogliosi, gli uccelli cantano tra le fronde degli alberi e l'aria primaverile ci riempie i polmoni. Penso sia per questo che Artù ami cacciare. Oltre al brivido di uccidere un povero animale indifeso, s'intende.
Il principe ci fa segno di fermarci. È tutto calmo e silenzioso. Purtroppo però questa condizione di quiete non dura molto. Infatti da dietro gli alberi e i cespugli spuntano dei banditi che ci attaccano. Gli uomini si difendono con le spade e io faccio ciò che posso utilizzando la magia per proteggere Artù. Mentre il principe è impegnato a combattere con un uomo alto e robusto, un altro lo sta per attaccare da dietro. Faccio in modo che la sua spada cada lontano. Mi giro e sgrano gli occhi. Ciò che vedo è una freccia venire nella mia direzione. Sento un dolore lancinante tra lo stomaco e le costole e cado a terra. Tutto diventa confuso, vedo l'immagine sfocata di Artù che corre verso di me gridando il mio nome. Poi il buio più totale.
***
~Alaska~
La porta si apre di colpo facendomi sobbalzare. Artù entra nella stanza portando in braccio Merlino. Lo poggia sul letto. "Cosa è successo?" Esclama Gaius.
"È stato colpito da una freccia mentre eravamo a caccia. Un attacco di banditi!" Risponde il principe.
Lo guardo col cuore che batte a mille. Ha una freccia conficcata nell'addome e sanguina copiosamente. Respira affannosamente. Gaius estrae delicatamente la freccia, gli solleva la maglia e tampona la ferita. "Nonostante stia perdendo molto sangue, la ferita è superficiale." Constata il medico "Ma c'è un problema."
"Quale sarebbe?" Chiedo preoccupata.
"Guarda." Dice Gaius "Questa macchia nera è segno di un avvelenamento. La freccia era avvelenata." Intorno alla ferita una ramificazione di capillari anneriti si fa strada sul suo corpo. "Una volta che il veleno è arrivato al cuore, non c'è più niente da fare." Aggiunge.
Guardo Artù che ha un'espressione preoccupata e triste allo stesso tempo. " Cosa possiamo fare?" Chiede.
"Purtroppo per questo veleno non c'è cura." Risponde affranto Gaius. "Ormai è una questione di giorni."
Le sue parole risuonano nella stanza come una maledizione. Una lacrima mi riga il viso. "Sarà meglio lasciarlo riposare il più possibile." Continua.
Artù annuisce: "Fatemi sapere se ci sono novità." Aggiunge prima di uscire.
"Davvero non c'è niente da fare? Ci sarà pur qualcosa, un incantesimo... Qualsiasi cosa!" Esclamo in preda al panico. "C'è un'ultima possibilità." Dice Gaius, guardando il corpo malridotto di Merlino. "Il lago di Isadore. Si dice che le sue acque possano curare qualsiasi male. Ma è difficile poterne usufruire, in quanto è protetto da un animale mitologico. Dicono sia spietato con le sue vittime, ma nessuno è tornato per raccontarlo." Continua.
"Dove si trova?" Chiedo.
Lui mi mostra un lago su una carta.
"Bene, allora è li che andrò." Dico decisa, cominciando a radunare le mie cose.
"Sei impazzita?" Mi rimprovera Gaius afferrandomi un braccio.
"Che altra scelta abbiamo? Non ho intenzione di guardarlo morire." Sbotto. Lui mi lascia.
"Almeno non andare sola." Lo guardo e mi da delle indicazioni per trovare due dei più cari amici di Merlino, abili con la spada. Devo cercare Galvano e Lancillotto.
Indosso dei pantaloni marroni scuro, aderenti. Una maglia di cotone chiara e una maglia ferrata. Infilo degli stivali che mi arrivano poco sotto il ginocchio e prendo uno zaino di pelle, in cui ho messo tutto il necessario. Coperte, cibo, acqua e la mappa. "Quanto tempo ho?" Chiedo a Gaius.
"Quattro giorni al massimo." Risponde lui.
Mi infilo il mio mantello rosso e prima di uscire do un bacio sulla fronte a Merlino: "Non preoccuparti, ti salverò. Lo prometto." Gli sussurro ed esco. Preparo il mio cavallo. È uno stallone bianco dalla criniera candida e lunga. Una volta che il cavallo è sellato sono pronta a partire. "Aspetta!" Mi volto e vedo Gwen. "Questa è per te." Dice porgendomi una spada. "Grazie mille Gwen."
Mi abbraccia e io ricambio più forte. "Sta attenta, ti prego!" Mi dice. Annuisco, monto a cavallo e parto al galoppo.

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