21. After two weeks.

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Sono passate due settimane da quella sera, circa. Una settimana e mezza forse, ma siamo lì e lì.

Quella sera avevo fatto un errore astronomico ad uscire senza cappello, sciarpa e guanti. Mi ero preso l'influenza, ma una di quelle forti con tosse, raffreddore e febbre che saliva e scendeva come pareva a lei.

Per due settimane circa non vidi nessuno se non mamma, papà e Greg. Solo una volta Zayn era venuto a portarmi gli appunti di matematica. Harry mi aveva chiamato molte volte, mi aveva scritto su tutti i social possibili e immaginabili ma io non gli rispondevo. Non avevo intenzione di farlo, dovevo dimenticarlo e lasciarlo a Louis.

Ogni giorno chiamavo o Ed o Zayn per farmi dare i compiti, una volta Louis perché gli altri due non rispondevano. Ogni volta Malik mi diceva che Harry mi cercava e che sarebbe venuto a trovarmi ma non l'ha mai fatto. Quindi perché allora rispondergli al telefono?

Non lo posso nascondere. Sto male, non solo fisicamente. Mi manca Harry anche se sto cercando di non pensare a lui. Ogni cosa mi rimanda al riccio, ogni oggetto, ogni parola.

Esempio. "Niall ti ho comprato un maglione pesante verde come piace a te."

Verde. Verde e fottutamente verde. Perché quel maglione doveva essere verde come gli occhi di Harry? O perché Harry doveva avere quegli occhi verdi come il maglione?

Stavo dando di matto. Mi mancava tutto di lui e mi mancava lui. I suoi occhi puntati su di me, il suo sorriso, i suoi denti bianchi come il latte, i suoi ricci così ribelli da non riuscire a pettinarli, il suo fisico, le sue mani enormi che mi tenevano stretto, i suoi abbracci, i suoi baci, tutto.

Harry. In sintesi mi mancava Harry.

Non so dire di preciso quanto ho pianto per lui in queste due settimane. Il perché si sa ormai. Non mi devo intromettere tra lui e Louis e non lo dovrò fare. Giusto?

No, non è giusto. Io amo quel riccio. Non le ho mai dette quelle due parole, a nessuno, ma lui sarà il primo. Ma tanto la risposta quale sarà?

"Mi dispiace, io amo Louis."

Ne sono convinto al cento per cento che andrà a finire che loro si sposeranno e io sarò da solo a guardarli vestiti bene in chiesa.

Il piangere però in un certo senso mi faceva bene, mi sfogavo e la febbre sembrava andare via ogni volta. Poi tornava, ma per un po' stavo bene, per modo di dire.

Una settimana e mezza circa, o due, non lo so, mi durò la malattia. Prendevo ogni giorno medicine per adulti così faceva più effetto ma niente.

Dopo quel periodo, sembrava mi fosse passato il raffreddore e la febbre, la tosse era rimasta un po'. Forse perché avevo iniziato a fumare veramente. Zayn mi aveva preso un pacchetto di sigarette e me l'ero fatto fuori.

Un paio le avevo rubate a mio padre, altre a Greg, fino a fumare due sigarette al giorno. Per un fumatore non è tanto, però mi rilassavano due. Alla terza vomitavo.

Era il 31 Gennaio quando mi misurai la febbre e vidi che non ne avevo più, il raffreddore era passato e rimaneva solo la tosse. Forse era dovuta anche al fumo, non lo so.

Il giorno dopo era il 1 Febbraio. Compleanno di Harry.

Ah si, voi pensate che non abbia fatto il regalo a Harry? Davvero lo pensavate?

No. Harry mi veniva in mente ogni giorno semplicemente perché mamma mi ha insegnato a cucire e io gli ho fatto un maglione arancione, il suo colore preferito. Mi aiutava mia madre perché non ero ancora capace a fare cose così complicate. A volte chiedevo alla nonna che stava in Irlanda, facevamo una videochiamata su Skype tra me, mamma, Katie e nonna. Mi insegnava attraverso un computer ma era efficace.

The Irish boy. || Narry StoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora