Quella notte non passò veloce. Non riuscivo a dormire perché il giorno dopo avrei detto addio a mia madre per stare con papà e per rimanere a Londra con Harry. Quando mi svegliai e mi guardai allo specchio sembravo uno zombie, con le occhiaie fino a sotto i piedi e gli occhi stanchi che quasi non volevano stare aperti.
Stranamente, mi vestii prima di uscire e andare a fare colazione, lo facevo raramente di solito faccio il contrario. Dopo essermi dato una lavata al viso e sistemato i capelli andai in cucina. Vidi mia madre indaffarata nel salotto, intenta a mettere tutte le sue cose nella valigia. Borbottava ogni tanto perché non le entravano le scarpe e le doveva incastrare con i vestiti.
Solo a vederla mi veniva da piangere. I sui biglietti dell'aereo erano appoggiati sul tavolo in cucina e io li vidi subito. Li presi in mano e guardai l'orario. 12.45.
Avevo ancora tre ore per salutare mia madre. Anzi, meno. Di solito in aeroporto si fa sempre un gran casino e si deve sempre andare ore prima per capire a quale gate devi andare e che aereo devi prendere. Sarebbe partita in pochi minuti.
A vederli mi girai verso mia mamma. Mi si era chiuso lo stomaco.
Mia madre mi vide e mi si avvicinò dopo aver chiuso definitivamente la valigia e tirato un sospiro.
"Avevi detto che partivi stasera.."
Sussurrai come se mi avessero detto la bugia più grande del mondo.
"Lo so amore ma Jhonny ha anticipato l'aereo e prendiamo quello prima"
"Posso venire in aereoporto con te per salutarti?"
Lei mi guardò con degli occhi da cucciola e poi guardò in basso.
"No Niall..non puoi"
"Perché no?"
"Perché poi chi ti porta a casa? Jhonny mi aspetta qui sotto"
Abbassai la testa e poi sentii il clacson del compagno di mia madre suonare. Voleva anche che si muovesse no? Non le risposi e presi la sua valigia, portandola lentamente giù dalle scale.
Non volevo se ne andasse e per questo andavo piano, cercando di stare con lei ancora qualche secondo in più. Mia madre mi aiutava un po' ma le braccia le cedevano quindi feci tutto io. Arrivati al cancello, vidi la macchina grigia del suo compagno. A quel punto mia mamma prese il suo bagaglio e fece per andarsene.
Odio gli addii anche tutt'ora non li sopporto.
La fermai per il polso e mi avvicinai ad abbracciarla forte. Era più bassa di me, e lo è ancora insomma. Lei mi strinse dai fianchi e io dal collo.
Maura è sempre stata una donna carina e sempre gentile. Tutti la consideravano una bambina perché era bassa e sembrava una bambolina. Ecco da chi ho preso la mia altezza.
Restammo abbracciati per lunghi minuti. Tempo in cui io scoppiai a piangere mentre lei continuava a dirmi di non farlo con la voce rotta. Mi sussurrò parole dolci che solo una madre può dire ad un figlio.
Ci salutammo alla fine e io tornai a casa in lacrime perché anche se mi prompeva le scatole come tutte le mamme, era mia mamma. Mio padre era rimasto a guardare la scena dal terrazzo ed era impassibile quando andai da lui per cercare un po' di conforto. L'unica cosa che mi disse fu "Metti in ordine la tua stanza che tra poco arriva Yasmine".
Mi chiusi in camera e mi rannicchiai a piangere come un bambino. Se n'era appena andata ma mi mancava di già, non avrei mai voluto un'altra donna in casa a parte lei.
Il tempo volò senza lasciarmi un momento per riprendermi dal fatto che mia madre mi aveva abbandonato. Arrivò l'ora di pranzo e con essa anche la zoccola che si era presa mio padre.
STAI LEGGENDO
The Irish boy. || Narry Storan
FanficDal capitolo 2: Quegli occhi verdi come lo smeraldo mi fecero incantare e rimanere qualche secondo immobile. Non guardai però solo gli occhi, ma anche i ricci, le labbra, le fossette, tutto. Mi risvegliarono solo un paio di mani che si posarono su...