44. Love Wins.

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Louis morì dopo una settimana.

I dottori provarono ad operarlo, rischiarono e non andò a finire bene.

Al funerale fummo invitati anche io e Harry. Noi assieme alla sua famiglia e agli altri suoi amici cantammo l'inno della sua squadra di calcio, quella per cui avrebbe fatto di tutto.

Ricordo che quando lo conobbi, mi aveva confidato che un giorno l'avrei visto in televisione a giocare a calcio e vincere. Mi disse che avrebbe avuto un sacco di fan, un talento unico, avrebbe potuto dare soldi alla sua numerosa famiglia e avrebbe condotto una vita bellissima.

Ricordo che Harry quel giorno pianse e non l'avevo mai visto piangere così. Volle rimanere fino alla fine, finché non finirono di seppellire la bara e durante il ritorno in auto vidi ancora delle lacrime rigare il viso del riccio.

Io piansi e per due mesi riuscii a parlare solo con Harry. Piano piano poi, superai quella cosa e cercai di vivere al meglio la vita, come avrebbe voluto fare Louis.

Ora ho ventisette anni, Harry ne ha ventotto e a breve ventinove.

Harry si è laureato in psicologia, pedagogia e psichiatria. È diventato uno di quei cervelloni che curano le malattie mentali delle persone. Ha aperto un suo studio qui a Londra e guadagna bene.

Guadagnano bene, perché stiamo ancora insieme. Più volte Harry mi propose di trasferirci in America dove era possibile un matrimonio, ma io gli ho sempre detto di no perché sapevo che un giorno anche l'Inghilterra avrebbe approvato i matrimoni omosessuali.

I miei genitori mi accettarono dopo la morte di Louis e lo stesso fece il padre di Harry che ci aiutò a trovare lavoro, a comprarci un appartamento e convivere insieme. Stiamo bene, siamo felici.

Dimentico, io sono diventato uno scrittore se non si fosse capito e sono felice di aver scritto.. Un libro? Una storia? Non lo so nemmeno io cosa, ma sono felice di averlo fatto.

Harry è rimasto sempre lo stesso, non è cambiato di una virgola se non per i capelli più lunghi che io un giorno taglierò.

Io sono cambiato. Sono diventato più forte, più "uomo" e ho imparato a rispondere alle persone senza sembrare sempre il debole della situazione.

Mi alzo dalla mia scrivania dopo aver concluso l'ultimo capitolo e decido di andare in cucina a prepararmi un the. Accendo la radio sentendo l'annuncio dell'approvazione sulla legge dei matrimoni omosessuali. L'ho sempre saputo che prima o poi tutti gli Stati, compresa l'Inghilterra, legalizzeranno questa legge.

Mi scappa un sorriso mentre riempio la tazza di acqua tiepida. La metto nel microonde a scaldarsi e successivamente infilò la bustina del the.

Mentre aspetto, accendo la televisione ma in quel momento mi suona il cellulare. Rispondo subito.

"Harry?"

"Niall amore, oggi finisco tardi ti ricordi? Non farmi la cena, mi arrangio va bene?"

"Non vuoi nemmeno che te la lascio in microonde così poi la scal-"

"No no! Mi prendo un panino al bar, tranquillo"

Sospiro mentre giocherello con la bustina del the nella tazza.

"Va bene.. A stasera, ti amo Harry"

"Ti amo anche io Niall, a stasera"

Chiudo la chiamata e una volta pronto, bevo il the lentamente mentre cambio canale sulla televisione alla ricerca di un programma interessante da guardare. Avrei passato la sera da solo perché Harry aveva quei giorni in cui lavorava fino alle dieci di sera anche se il suo orario era fino alle sette.

The Irish boy. || Narry StoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora