42. Londra.

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Tornammo a Londra il giorno dopo. Decidemmo di prendere un aereo per fare prima e la macchina la lasciammo a Gigi che sarebbe tornata a Londra dopo due settimane. Aveva la patente e Harry si fidava di lei perché la conosceva da quando era nato.

In ogni caso, appena arrivammo all'aereoporto ci trovammo una bruttissima sorpresa: tre macchine della polizia con dei poliziotti intenti a chiacchierare tra di loro. Harry mi disse di evitarli ma ci videro subito.

Era tardo pomeriggio quando ci costrinsero a salire in due auto diverse per andare alla centrale.

Harry in qualche modo mi aveva rassicurato, dicendomi che avrebbe risolto tutto lui. Mi fido di lui e sono più che sicuro che non finiremo nei guai e in qualche modo anche Louis risolverà le cose.

Nonostante questo la paura c'era sempre e fin quando non ci portarono alla centrale di polizia. Quando scendemmo dall'auto venni invaso da flash, da fotografi che mi facevano foto. Abbassai la testa e salii in fretta le scale per entrare. Mi portarono in una stanza completamente grigia con solo un tavolo al centro. Su un lato c'era un vetro ma non riuscivo a capire chi c'era dalla parte opposta. Mi fecero sedere di fronte ad una sedia ancora vuota. I due poliziotti che mi portarono lì rimasero dietro di me mentre io cercavo di capire com'era fatto quel posto.

Sapevo che i poliziotti guardano anche i comportamenti fisici di una persona durante un interrogatorio quindi cercai di stare il più fermo possibile anche se deglutii più e più volte.

Sobbalzai appena sentii la porta della stanza chiudersi con violenza e girai la testa vedendo una donna. Aveva i capelli neri e gli occhi chiari, indossava una gonna con una camicia abbastanza stretta con sopra una giacca lunga. Se la tolse appoggiandola sulla sedia e appoggiò un fascicolo sul tavolo.

"Devi essere forte" continuai a ripetermi nella mia testa più volte mentre la donna si sistemava di fronte a me.

"Ciao Niall, mi chiamo Katy"

Rimasi in silenzio guardandola. Da quando era entrata il mio cervello andò in palla. Sembrava non riuscissi a ragionare nemmeno ad una frase così semplice.

"Prima iniziamo prima finiamo. Vedi di rispondere a tutte le domande in modo preciso e ti lasceremo andare subito"

"Va bene.."

Riuscii a sussurrare mentre iniziai a torturarmi le dita e le labbra.

"Quando hai visto Louis l'ultima volta?"

"Uhm.. Credo.. A Febbraio"

"Che legame c'è tra te e Louis?"

Rimasi un attimo in silenzio. Non sapevo cosa rispondere.

"Io.. Non saprei, l'ho conosciuto a scuola ed eravamo amici poi sono successe varie cose e non ci siamo più parlati perché lui mi odia"

Avevo la voce tremante. Tremavo io e ormai le mie labbra erano diventate color viola dopo due minuti in cui me le torturavo.

"Stai mentendo"

Il tono serio della donna mi fece rabbrividire.

"C-cosa? No!"

"Ti stai mordendo le labbra, tremi e guardi ogni centimetro della stanza ma non mi guardi mai negli occhi"

Deglutii e cercai di tranquillizzarmi. Per fortuna uno dei due poliziotti dentro di me mi difese.

"È spaventato Katy, non sta mentendo"

"Io non ci crederei molto, ma comunque affari suoi se poi viene arrestato"

"Sei tu che parli poi con il giudice sai? E poi credo che lui non c'entri nulla"

Mi girai verso il poliziotto che mi stava difendendo ma poi venni costretto a tornare seduto composto dalla donna.

The Irish boy. || Narry StoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora