Mi spaventai. "Aiuto! Qualcuno mi aiuti!" balzai giù dalla bicicletta e corsi verso di lui.
Luke scattò a sedere e si guardò in giro.
"Oh!" dissi. "Scusa". Cominciai a indietreggiare.
Si voltò verso di me e mi fissó con i suoi occhi da urlo.
"Io...io pensavo che tu fossi...ferito" spiegai.
Un sorriso dolce gli illuminò il viso. Si alzò, ed io rimasi a guardarlo, incantata.
"Ti conosco? " domandó. "Frequenti la Eisenhower High? Sei una delle ragazze pon pon, vero?"
Io, che ho sempre sostenuto quanto sia stupido e deprimente per una ragazza fare il tifo per le squadre maschili, fui letteralmente sommersa dal piacere per il complimento appena ricevuto.
"No" replicai con un filo di voce. "Io...ecco...gioco a basket. E anche pallavolo".
"Ah".
"Ah" ripetei.
"Sono sicuro di averti già vista. Ti alleni al campus?".
"Sì, cioè no, cioè lavoro alla colonia, con i bambini". Non ero più in grado di dire una frase di senso compiuto senza dover balbettare.
"Ah!".
Sembrava essere l'espressione più appropriata per la situazione.
"E tu, Luke?". Ricordai troppo tardi che non si era ancora presentato. Ma forse lui non ci fece caso, oppure si aspettava che conoscessi il suo nome.
"Mi alleno con Inyant. È un istruttore magnifico".
"Oh, grande".
"Come ti chiami?"
"Cristal. E tu?". Oh, no, di nuovo!
"Sono contento di averti incontrato, Cristal. Non conosco nessuno qui" disse regalandomi un sorriso.
"Davvero?" senza rendermene conto cominciai a parlare a raffica. "Il nostro ufficio è al centro studenti. Campo Raggio di Sole. Stanza 202".
Sorrise e annuí. "Spero di incontrarti ancora".
"Oh, si" dissi risalendo in bicicletta.
"E spero che accada presto, molto presto".
Per poco non scivolai dalla bici.
Avevo il cuore a mille. Mandai a farsi friggere tutte le frasi sdolcinate che mi venivano in mente, e contai fino a dieci.
"Attento a quello che dici" lo avvertii. "Stamattina mi sono già <<imbattuta>> in due strani tipi e per poco non li ho stesi con la mia bici".
Si mise a ridere, ed io ripartii. Avete presente il film ET, quando i ragazzi pedalano nel cielo? Ebbene, mi sentivo più o meno così. Leggera, leggerissima. Sul punto di volare. Quando arrivai a casa trovai Joelle in cucina, alle prese con una montagna di carne macinata dalla quale, secondo lei, avrebbe ricavato gli hamburger per la nostra cena.
"Mmm" dissi entrando. "Che meraviglia!"
"Non c'è bisogno di fare dello spirito" rispose.
"Ma io ho fame sul serio!"
"Com'è andata?" mi chiese.
"Cosa?".
Mia sorella mi lanciò un'occhiata perplessa.
"Come, cosa! Al campo, no?"
"Oh, super!"
"Ha chiamato Katy".
"E..." la incitai.
"Ti verrà un colpo" mi disse. "Meglio che ti siedi".
"Avanti, fuori il rospo".
"Vuole incontrarti, in centro".
"E allora?"
"Vuole regalarti qualcosa come ricompensa per averti fregato il ragazzo ieri sera".
"Cosa?".
"Sto scherzando" disse Joelle.
Non era affatto divertente.
"Sarà da Tanzini. Alle sei. Sai cosa stavo pensando?" disse coprendo gli hamburger con la plastica e infilando il piatto nel frigorifero. "Stavo pensando che se Katy non ci abbia preso il vizio, a farsi sempre i ragazzi che piacciono a te!"
"Di che diavolo stai parlando, Joelle?"
Tiró fuori l'insalata e cominciò a lavarla.
"Magari è lei stessa a suggerirti la scelta; tanto viene per seconda, no?".
"Ammettilo, Katy non ti è mai piaciuta".
"Non è questo, Cristal. Il punto è: perché piace a te? Quella ti stallo usando!".
"Non è vero" esclamai, rimpiangendo tutte le lettere strappacuore che le avevo scritto quando era stata lontana. "Katy è timida, e il resto è solo pura coincidenza".
"Prenditeli, prenditeli tutti. Sono tutti tuoi Katy!" mi fece il verso mia sorella. "L'hai sognato questa notte, no? Non ti sembra di comportarti da sciocca?"
A questo punto perdetti la pazienza. "È una fortuna, per te e per Buddy, che io lo sia!". Buddy era il nome che avevo dato al futuro bambino di Joelle. "Già, è proprio una fortuna che io sia una stupida da rinunciare ai miei diritti".
Questo mise fine alla nostra conversazione. Mia sorella sapeva bene di cosa stessi parlando: non solo aveva di nuovo bisogno dello spazio che avevo occupato quando era andata all'università, ma aveva anche un gran bisogno di attingere al gruzzolo che era stato messo da parte per la mia educazione. Se vi pare poco!
"Immagino tu voglia mangiare presto, questa sera" disse, pallida come un morto.
"No. Ceneró fuori!"
Salii di sopra, chiedendomi perché mai le nostre discussioni dovessero sempre finire in liti inutili e dolorose.
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Una calda estate
RomancePer Cristal si prospetta una calda, caldissima estate. Sua sorella Joelle aspetta un figlio, e tutti i riflettori sono puntati su di lei. Doppiamente, visto che Joelle è una ragazza madre. Come se non bastasse Katy, la sua migliore amica, continua...