CAPITOLO 7

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Fu Terry, il piccolo mostro che aveva lanciato il succo di mela, a darmi l'idea. Il pomeriggio portai l'occorrente per giocare a baseball con i ragazzini di seconda. Ad un certo punto Miguel mi chiamò da oltre la terza base. Era lontanissimo dal bordo del campo, al limitare di un boschetto di pini.
" Miss Cristal!" gridó, e fece un lancio lunghissimo, stupefacente.
Tornata in ufficio, raccontai ad Anna ed Hau la prodezza di Miguel.
Anna annuì. " Stavamo proprio parlando di lui. Abbiamo motivo di credere che il bambino stia vivendo una difficile situazione familiare. Per questo Miguel ha bisogno di continue conferme... e di tanto, tanto affetto".
" Ne hanno bisogno tutti" disse Harry, entrando in ufficio. " Eugene, per esempio. Guarda, Cristal, ti ha scritto un bigliettino per scusarsi del bagno di ketchup. E qui ce n'è un'altro, da parte di Terry".
" E Jack? Niente scuse da parte sua?" dissi.
Entrò in quel momento, le braccia cariche di libri, pennelli, fogli da disegno e colori. "Non mi sei per niente riconoscente" disse abbozzando mezzo sorriso. " Scommetto che Sbattiuova..."
" Sì chiama Luke" lo ripresi.
"...non ti avrebbe neanche notata, senza quel tocco di ketchup che ha fatto di te una donna sexy e unica". Raggiunse la bacheca dei messaggi. " Un altro messaggio telefonico. Ne arrivano in continuazione. Anche il tuo amico Eugene si deve essere preso una bella cotta per te".
Afferrai il biglietto senza dire una parola. Sapevo che stava scherzando, tuttavia mi sentivo lo stesso a disagio: sfido io, mai avuti tanti corteggiatori in vita mia.
" Bene" dissi, prendendo il casco. " Vado a trovare un'amica e vorrei togliermi questa maglietta prima che cominci a decomporsi".
Jack mi mise una T-shirt in mano. "È per te. Prendila, non fare la testarda, Cristal".
Non avevo nessuna voglia di piombare a casa di Katy con la puzza di spazzatura addosso. Senza contare che se lei mi avesse offerto uno dei suoi top, avrei avuto serie difficoltà ad indossare quelle specie di corazze. Troppo aderenti, non fanno certo per me, Miss comodità in persona. Così presi la maglietta di Jack, andai a darmi una lavata, e con i capelli ancora bagnati me la infilai. Odorava di pulito, e di un delicato profumo al muschio, molto maschile ma decisamente gradevole.
" Ehi, l'ho messa vicino all'aria condizionata per quaranta minuti!" disse Jack sulle difensive mentre rientravo in ufficio.
Tutti gli altri se ne erano andati. " Uh...ha un buon profumo. Grazie per avermela prestata".
" È stato un piacere". Mi stava guardando i capelli, che per l'umidità avevano cominciato ad arricciarsi.
" Non posso farci niente" mi scusai anch'io.
Mi sorrise, e continuò a farlo, fino a quando non distolsi lo sguardo. Poi cominciò a riordinare i disegni.
" Perché non mi hai mostrato nessuno dei disegni realizzati oggi dai bambini di terza?" chiesi. " Scommetto che conosco il soggetto.
Si mise a ridere. " I diavoletti sono affascinati da te. Cosa c'è di male?".
" Niente, è solo che..." mi morsi le labbra.
" Cosa?" domandò.
" Niente".
" Cosa?" mi chiese ancora con dolcezza.
" Non so. Certe volte vorrei essere un'altra persona" mormorai. " Adesso devo andare".
" Che tipo di persona?" insistette.
" Più delicata" risposi di getto.
Jack cercò di trattenere una risata.
" Scusa" disse schiarendosi la voce. " Scusa. Bene, bene...delicata".
" Come una ballerina. Magari bionda".
Annuì, e poi mi guardò. " Vorresti avere i capelli biondi?".
" Si. Giallo oro, sottili come la seta".
" E magari vorresti essere un po' più bassa" suggerí ancora.
Indossai il casco. " Ovvio. Così non sarei costretta a guardare i ragazzi dall'alto".
" E poi andresti in giro indossando una tutina da danza sotto la gonna corta e aderente".
Sospirai. " Hai capito perfettamente".
" Cristal, sembra che qualcuno ti stia cercando. Tirando ad indovinare, direi che si tratta di Katy".
Guardai verso la porta. " Katy! Cosa ci fai qui?"
" Cristal, ho una notizia bomba!" disse venendomi incontro. Indossava una tutina sotto una gonna corta e aderente. " Non ci crederai mai! E poi ho seguito il tuo consiglio".
" Davvero?".
" Mi sono iscritta a un corso di danza: prenderò lezioni da Françoise Bui, la Bui, proprio qui al campus".
" Proprio qui al campus?" ripetei, avvertendo una fitta allo stomaco.
" Sì. Nella palestra dove si allenano i ginnasti. E non indovinerai mai chi ho incontrato".
" Lasciami provare" si offrì Jack.
Katy puntò i suoi grandi occhi grigi su di lui, e poi venne ancora più vicino a me. "E lui chi è?".
" Solo Jack" risposi affranta.
" Chiamami pure <<Solo>>" disse,  appoggiandosi allo schienale, mentre io sollevo gli occhi al cielo.
Katy mi afferrò il braccio. " Ho visto...sei pronta? Non ci credersi".
" Luke Hartley" pronunciammo all'unisono.
Sembrò seccata. " Sapevi che era qui? E perché non me lo hai detto?".
Mi sedetti su una delle scrivanie e cominciai a giocherellare con la penna di Harry. " Una semplice dimenticanza".
Questa volta fu Jack ad alzare gli occhi al cielo, ma per fortuna Katy non lo stava guardando.
Non le avevo mai mentito prima di allora, ed era già la seconda volta in due giorni. Mi sentivo un verme.
" Non è incredibile come siamo finiti tutti nello stesso posto?" continuò lei entusiasta.
" Oh, si" dissi. " Anch'io ho una buona notizia per te. Ti ricordi Steve Dulaney?".
" Steve Dulaney..." si mise a camminare in tondo, mentre Jack occhieggiava le sue bellissime gambe.
" Era con noi alle elementari. Ci ha invitate ad una festa".
Katy drizzó la testa. " Aspetta...non era quella specie di sgorbio tutto pelle e ossa, che piangeva sempre per un nonnulla? "
" Ecco..."
" E dove sta la buona notizia?" domandó.
"...è molto, molto cambiato; è simpatico, e si ricorda benissimo di te".
Katy si arrampicó con grazia su di uno sgabello. Jack continuava a guardarla con l'aria di apprezzare. Parecchio. "Come avrebbe potuto dimenticarci?" mi domandó Katy. " Ti ricordi il giorno in cui gli abbiamo portato via la cintura nell'ora di ginnastica e gli sono scivolati i calzoni nel bel mezzo dell'appello?".
" Beh, adesso ha messo su peso" dissi velocemente.
Jack scoppió a ridere, ed io lo fulminai con lo sguardo.
" Oh, si " si intromise Jack. " Proprio così, ha messo su peso. È un gran bel ragazzo. Dovresti venire alla festa per verificare di persona".
Katy lo guardò sorpresa.
" Io ci vado" aggiunse.
Si morse le labbra e mi guardò.
Jack sorrise e si alzò. " È stato un piacere conoscerti. Ci vediamo, Cristal" aggiunse dandomi due colpetti sul casco.
Quando se ne fu andato Katy mi squadró.
" Perché non mi hai detto niente di Luke?".
" Te l'ho già spiegato" bofonciai. Non avevo voglia di mentirle ancora.
"E perché" disse guardando la porta da cui Jack era appena uscito "non mi hai detto niente di Lui?".

Una calda estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora