CAPITOLO 9

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Ultimo giorno della settimana al Campo Raggio di Sole. Durante il tragitto in autobus verso il club i bambini avevano cantato a squarciagola, distruggendomi i timpani con le loro vocette acute.
Steve mi pescó sul bordo della piscina: voleva parlare di Katy. Io ero troppo occupata a tener d'occhio le mie piccole belve e lo liquidai con un: "Telefonami!".
Venti minuti dopo comparve uno degli amici di Steve, interessato allo stesso argomento. Liquidai anche lui, dandogli il mio numero di telefono. Più tardi fu la volta di due brunette che mi beccarono mentre stavo facendo salire i bambini sull'autobus.
" Carla!" mi chiamò la più alta.
"Carol! "mi salutò l'altra.
Non risposi, ma non bastò a farle desistere. Due falcate e mi raggiunsero. " Abbiamo saputo che sei amica di Jack".
Sembravano gemelle: le unghie delle mani ben laccate, i top corti che lasciavano scoperta la pancia, e lo stesso modo di tener dritta la testa.
" Ha la ragazza a Baltimora?".
Scrollai le spalle. " Non lo so...Franklin, Noelle, Samuel, uscite subito da quell'aiuola!".
" Che tipo di ragazze gli piacciono? Alte? Piccole? "
" Non lo so" risposi per la seconda volta.
"Che posti frequentate?".
" Nessun posto. Lavoriamo insieme e basta. Sentite, adesso devo andare".
"Ti telefoneremo" disse la più alta. " Io sono Sara, e questa è Sandra. Qual'è il tuo numero di telefono?"
" Devo proprio andare".
" Steve ce l'ha?".
" Sentite, so poco di Jack, e mi basta".
Troncai la discussione è corsi a salvare le aiuole dai miei vandali in miniatura.
" Noelle, tesoro, smettila di calpestare le rose. E di mangiarti i quadrifogli".

Arrivammo al campo con dieci minuti di ritardo.
I bambini di seconda mi stavano aspettando irrequieti, e così senza perdere tempo li portai a correre sul prato.
" Bene, adesso siamo conigli" gridai, e tutti si misero a saltellare.
" E adesso siamo cervi, con le gambe lunghe lunghe..."
I bambini si misero a correre.
" Adesso galline e pulcini. Correte, correte con le vostre corte zampette... Uh! Attenti, ecco che arriva la volpe".
Stavamo passando accanto alla collinetta dove Jack e la sua classe sedevano, un branco di pulcini e una grande volpe dai capelli rossi e dalle fauci spalancate.
" Ehi!" gridó Terry. " Adesso noi siamo volpi e tu la gallina!"
" Ok. Co co co co..."
Mi vennero addosso da tutte le parti. La schiena sul prato, con un mucchio di volpi ridenti gettate su di me, mi concentrai su una fetta di luminosissimo cielo azzurro. Poi mi voltai in direzione della collina dove i ragazzi di terza, sdraiati sotto gli alberi, disegnavano tranquillamente. Una musica dolce arrivava fino a noi, come se una grande arpa pendesse dagli olmi. Jack, in ginocchio, stava parlando con due bambini. April, la cicciottella dai tanti fermagli, gli arrivò alle spalle gridandogli: buh!
" Ciao prof! " mi salutò Eugene.
Jack guardò nella mia direzione e sorrise. A me o ai bambini?
Per un momento desiderai di essere seduta in pace, a godere della musica di Jack, nella calda magia dell'estate. Ma i miei volpacchiotti si contorcevano intorno a me, e dovevo portarli indietro.
All'ora di pranzo io, Anna e Jack eravamo liberi. Dopo aver comprato della pizza al bar andammo in ufficio; Anna leggeva Tolstoj, io le pagine sportive, Jack sfogliava il National Geographic di Harry.
Ogni tanto lo guardavo. Avevo la netta sensazione che le ragazze della festa non mi avrebbero più lasciata in pace con le loro domande. E poi se volevo darlo in pasto a Katy qualche informazione avrebbe fatto comodo anche a me.
" Senti Jack" cominciai. " Ci sono delle cose di te che vorrei conoscere".
Incontrò i miei occhi e mi sorrise. "Si? E cosa?".
" Come le preferisci, bionde o brune?".
Il sorriso scomparve. "Cos'hai detto?".
" Ti piacciono di più le ragazze con i capelli biondi o quelle con i capelli neri?"
" So cosa vuol dire <<bruna>>".
" E allora? "
" Posso scegliere le rosse?".
Non mi andava di scherzare.
" Non c'erano rosse alla festa" risposi.
Mi guardò in modo strano.
" Almeno nessuna che si sia interessata a te. Allora, chi preferisci?".
" Non lo so" mormoró. " E comunque non ha nessuna importanza".
" Su dai" lo sfidai. " Non dirmi che secondo te l'aspetto esteriore di una ragazza non conta. Odio chi sostiene una simile stupidaggine!".
Anna chiuse il libro. Jack guardava ora lei, ora me. "L'aspetto conta eccome" disse, sulla difensiva. "Ma non saprei spiegare esattamente cosa mi piace".
"Alta o bassa?".
Jack sospirò. "Non più di due metri e dieci".
"Usciresti con una ragazza dieci centimetri più alta di te?"
"Sette" mi corresse.
Due metri e tre, presi nota mentalmente. "Passiamo alla tua famiglia. Madre, padre, fratelli, sorelle, animali? Mestiere?".
"Mia madre è un medico" disse. Sembrava annoiato. Mi chiesi se la famiglia non fosse un argomento delicato per lui.
"Magnifico" dissi, incoraggiandolo. "Ancora una domanda. O meglio, una domanda divisa in due parti: parte A...".
"La sai una cosa,  Cristal? Non siamo ancora abbastanza...amici per affrontare una conversazione di carattere privato".
"Cosa vorresti dire?"domandai.
Scosse la testa. "Fa' niente".
"Hai lasciato una ragazza in Pennsylvania?".
"A chi potrebbe importare?".
"Okay, passiamo alla parte B" dissi velocemente. "Stai cercando una ragazza?".
"Perché me lo chiedi? È fondamentale per te saperlo?". I suoi occhi si erano fatti scuri, blu come la notte. Era arrabbiato. E anch'io.
"Carino, è da ieri sera che sono assediata da un branco di oche che vogliono conoscere ogni dettaglio della tua vita. Devo pur difendermi, no?". Respirai a pieni polmoni, quindi proseguii nel mio sfogo. " Jack e Katy, ovvero le star della serata. Accidenti, che noia!".
Anna ci stava guardando. Jack sedeva silenzioso. Mi rendevo conto che stava sforzandosi di capirmi, ma in fondo non avevo nessuna voglia che ci riuscisse.
" Non importa" dissi, cercando di rimediare alla patetica scenata. "Hai ragione tu. Non avrei dovuto impicciarmi dei fatti tuoi".
Stette un po' un silenzio. "Forse " disse infine, "sei tu ad autoconvincerti che Katy sia sempre e comunque la star. To ho osservata parlare con alcuni dei ragazzi, ieri sera: eri tu a parlare di lei, a stuzzicarli. Dacci un taglio, Cristal".
Invece, detti un morso alla pizza.
"Sai cosa ho pensato? Che tu avessi un piano" continuò. "Che tu volessi scaricare Katy a qualcuno per avere via libera con Sbattiuova".
"Si chiama Luke".
" Ho indovinato, veto?".
" Proprio così. Assolutamente esatto...soddisfatto?".
Si mise a ridere, ma non era una risata convinta, la sua. Si alzò e tolse il disturbo.

Una calda estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora