CAPITOLO 26

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Sembrava un terremoto del decimo grado della scala Mercalli, ma più probabilmente erano solo le mie ginocchia. La casa era ancora in piedi, e le foglie del nostro vecchio acero si muovevano appena.
Cercai inutilmente di far girare la chiave di casa con le mani tremanti, finché scoprì che la porta non era chiusa.
Vidi Jack fermarsi accanto alla macchina, per essere sicuro che io entrassi. Bene, adesso avrebbe avuto un sacco di cose da raccontare a Katy. Sarebbe corsa tra le sue braccia proprio secondo i suoi piani; secondo i nostri piani.
Spinsi la porta.
"Spero che le luci si siano spente al momento giusto" disse Joelle.
Era seduta in cima alle scale, in camicia da notte.
Accesi la luce dell'ingresso. "Perfetto" le dissi con voce inespressiva. Dentro di me il terremoto aveva lasciato posto a un elettroencefalogramma piatto.
Cominciai a salire lentamente.
"Stai bene?".
"Sicuro".
Mi precipitai in bagno sperando di evitare altre domande, ma tornata in camera c'erano un bicchiere d'acqua e dei biscotti di cioccolato ad aspettarmi.
"Ho fatto troppe volte le scale, oggi, così se vuoi del latte te lo devi andare a prendere da sola" mi disse Joelle dal suo mucchio di cuscini.
Non avevo fame, ma lei si era data la pena di prepararli per me e ne presi uno.
"Hanno un'aria magnifica".
"Cristal, mi dispiace che non sua andata come avresti voluto, questa sera".
Scossi le spalle. "Sapevo che sarebbe finita così. Sapevo che mi avrebbe fatto male, ma glielo dovevo. Ti sembrerà assurdo, ma io davvero che Jack sia felice, magari anche con Katy. Pazzesco, vero?"
"Siamo una famiglia di pazzi" concluse Joelle.
"Tu ne hai mangiati di biscotti?" le chiesi.
"Li ho assaggiati".
"Guarda che devi mangiare per due, se vogliamo che Buddy nasca cioccolato-dipendente. Ogni Pasqua comprerò dei mostruosi coniglietti di cioccolata, che Buddy spartirá contento con la zia Cristal; e appena potrà camminare ci travestiremo per la notte di Halloween e andremo di porta in porta con una borsa enorme in ognuna delle sue manine; anche per Natale ho grossi progetti per aumentare la sua dipendenza al cioccolato".
Joelle rise, e si prese un biscotto.
Mangiammo in silenzio, ma un silenzio piacevole, e Joelle continuava a sorridere.
Poi spegnemmo la luce. E mi accorsi che il dolore non era affatto passato.
Il giorno dopo avrei trovato il modo di essere molto occupata, magari avrei dipinto il vecchio cassettone che era stato destinato a Buddy. E lunedì ci sarebbe stato un branco di rumorosissimi bambini a distrarmi.
In un modo o nell'altro ne sarei uscita.

Una calda estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora