CAPITOLO 11

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Lunedì, sperando fosse il mio giorno fortunato, mi misi il rossetto e imboccai la strada più lunga per arrivare al campus, in modo da passare vicino la palestra dove si allenavano i ginnasti.
Stavo pedalando, la testa all'indietro per vedere chi scendeva dalle auto parcheggiate davanti alla palestra, quando andai a sbattere contro un enorme bidone dell'immondizia.
" Tutto bene, Cristal? "
Mi girai. Era Jack. Ovviamente.
" Questi bidoni dovrebbero guardare dove vanno" disse serissimo, ma con un tremito nella voce che parlava da solo: di lì a poco sarebbe scoppiato in una fragorosa risata, poco ma sicuro.
Gli andai incontro. Scappare via, come avrei tanto voluto fare dopo l'ennesima figuraccia, sarebbe stato anche peggio. "Come è andato il tuo fine settimana?" domandai cortesemente.
"Bene " disse usando lo stesso tono. "E il tuo? Fatto niente di eccitante?".
"Si, ho passato un sacco di tempo al telefono" gli risposi lanciandogli un'occhiataccia.
"Anch'io" disse, cercando i miei occhi con lo sguardo. Ma non avevo nessuna intenzione di ammettere che gli avevo sguinzagliato dietro tutte quelle fanciulle adoranti.
Scesi riluttante dalla bicicletta, e ci mettemmo a camminare con la bici tra di noi.
"Ascolta, Cristal ". Per un attimo mi sembrò che stesse per posare la sua mano sulla mia, invece la piazzo sul manubrio, aiutandomi a spingere la bicicletta. "Mi dispiace per venerdì sera. Mi dispiace aver detto quelle cose su di te, Katy e Sbattiuova, non sono affari miei".
Annuii. Non ero più arrabbiata con lui. "Anche tu devi scusarmi".
" Per cosa?".
" Per averti tempestato di domande quando era evidente che non avevi nessuna voglia di rispondere".
" Oh, pensavo che mi volessi chiedere scusa per aver dato a u a dozzina di ragazze il mio numero di telefono, e per aver detto che adoro rispondere alle domande personali".
Spalancai la bocca.
Si mise a ridere. Per un attimo le nostre mani si toccarono. Poi ritirò la sua. " Amici?".
Eto stupita. Non pensavo che essere o meno un mio amico gli importasse davvero.
"Certo. Amici". Gli strinsi la mano. La bicicletta oscilló tra noi, e tentando di non farla cadere ci chinammo entrambi contemporaneamente, con il risultato che il mio casco colpì la sua testa.
"Accidenti, scusa!" e presi ad accarezzargli la fronte. Poi mi accorsi di quello che stavo facendo, e mi tirai indietro. Non abbastanza da non sentire il profumo della sua pelle. "Che sapone usi?".
Mi porse la bici.
" Eh?".
" Niente" risposi velocemente. Splendido. Avevamo appena fatto amicizia e io subito ricominciavo con le domande personali.
Mi lanciò una rapida occhiata e poi, concentrato su qualcosa alle mie spalle: "Probabilmente lo stesso suo sapone" disse sarcastico. " Maschi in fiore".
" Maschi in fiore? " mi girai per vedere cosa stesse guardando.
Era il mio giorno fortunato! Luke stava facendo jogging proprio all'entrata della palestra. Sembrava stesse rientrando da una corsa, il corpo sudato che brillava al sole. Ci vide. Mi dissi che stavo sognando, però mi sembrò che davvero i suoi occhi si fossero fermati su di me. Occhi verde mare. Occhi verde mare e pagliuzze dorate tra i capelli.
Mi corse incontro.
" Cristal ".  La sua voce era dolce e un po' roca. Forse gli mancava solo il fiato. A me mancava del tutto.
"Ciao, ciao" dissi. Mi dovetti trattenere dal ripeterlo una terza volta.
"Salve" disse Jack. " Mi chiamo Jack Ryder".
" Oh, certo, scusa" balbettai. "Jack, questo è Sbatti..." uova, stavo per dire. D'altra parte per Jack si chiamava così.
"Luke" disse Luke.
" Luke" ripetei troppo forte. " Lo sapevo benissimo".
Jack ridacchiava. " Ti stai allenando? ".
" Ho corso per qualche chilometro" rispose Luke con un'alzata di spalle. " L'allenatore ha detto che ci farà lavorare sodo". Si voltò verso di me. "Come stai, Cristal?".
"Benissimo, grazie".
" Anch'io. Come ti trovi al campeggio? "
" Mi piace moltissimo. I bambini sono delle adorabili pesti".
Stavo volando. Era riuscita a pronunciare ben due frasi complete. " Anche Luke lavora lì".
" Jack" Jack mi corresse. " Lui è Luke, io sono Jack, e tu sei Cristal".
Lo fulminai con lo sguardo, e lui scoppió a ridere di nuovo.
"Stai imparando molto dal tuo allenatore?" chiesi a Luke.
" Oh, si" disse, i suoi occhi fissi su di me. " Mi ha fatto capire che sono un campione, che sono il migliore, e posso migliorare: devo mettercela tutta. Qualsiasi cosa è a portata di mano, basta volerla prendere".
" Ti mancava forse la fiducia in te stesso? " domandó sornione Jack.
Continuavo a sparargli occhiate omicide, ma faceva finta di non accorgersene.
" Ecco, non so" rispose Luke. "Voglio dire, ho sempre saputo di essere il migliore" e dicendolo flettè il braccio, facendo guizzare i muscoli. " Ma forse una piccola parte di me non ne era ancora del tutto convinta".
Annuii incoraggiante. " Un buon allenatore ti mette in grado di esprimere quello che hai dentro".
Luke mi prese il braccio. " Io so che tu capisci" disse con un tale calore e intensità, che mi stavo sciogliendo come una candela. "Sei una specie di atleta, no?".
" È  un'alteta" disse Jack.
" Senti, Cristal, ehm, ti ritrovo da queste parti tra un po'?" mi chiese Luke.
" Mi ritrovi..." il mio cuore sobbalzó.
" Non so a che ora finiremo. Ma c'è un film questa sera al campus, pensavo che se eri ancora qua in giro..." improvvisamente sembrò timido.
" Che coincidenza! Abbiamo una riunione...che finirà tardi" dissi.
" Ma va?" chiese Jack, tutto sorpreso. Gli feci cadere la bicicletta addosso.
" Ahi!" esclamò. "Questa era proprio sottile".
Ma per fortuna Luke non si era accorto di niente.
Stava saltellando via. "Bene, ci vediamo alle sei al centro studenti, ok?".
" Alle sei!" gli gridai dietro.
Non ci potevo credere. Camminavo sulle nuvole, lasciando che Jack mi portasse la bicicletta.
" Alle sei" sussurravo, ma intanto cominciavo a preoccuparmi: come avrei fatto a dirlo a Katy?
Avrei voluto festeggiare con lei, la mia migliore amica; ma nello stesso tempo era l'ultima persona a cui volevo dirlo.
Mi girai verso Jack. "Batti cinque!"
Quello che fece fu invece di prendermi il braccio tirandomi via dalla strada, evitando che venissi investita da una macchina.

Una calda estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora