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È una settimana,ormai,che mio padre se n'è andato.
Una settimana che mia sorella è chiusa in camera,non esce per mangiare,andare a scuola,o fare qualsiasi altra cosa.
Una settimana che mi sento vuota,un pezzetto del mio cuore se n'è andato.
Le mie amiche mi tormentano tutti i giorni per sapere cos'è successo.
Ma non gliel'ho detto,non so perché,ma è come se non volessi pronunciarlo a voce alta e che,se lo facessi,questo incubo diventerebbe realtà.
Cercano di farmi uscire,di farmi ridere.
Ma è tutto inutile.
Provo un dolore lancinante nel petto,che è solo una piccola parte di quello che sta provando mia sorella.
Esco di casa solo per andare a scuola,poi torno e studio fino a che non mi bruciano gli occhi,interrompendomi solo per portare il pranzo e la cena fuori dalla porta di Emily,e andare a riprendere il vassoio qualche ora dopo per scoprire che è ancora intatto.
Mia madre non è quasi più a casa,si immerge nel lavoro per distrarsi e non pensare al suo errore.
Ma la notte la sento piangere,sento i suoi singhiozzi che si uniscono a quelli di mia sorella.
Non so come faremo ora,senza nostro padre.
Tyler ha già iniziato a lavorare per contribuire almeno un po alle spese,anche se i soldi non ci mancano.
Credo che cerchi solo una scusa per stare fuori casa.
Ormai la nostra "famiglia" è distrutta.
Non ci parliamo più, ci incontriamo nei corridoi e non ci guardiamo.
Quella che chiamavo casa ora sembra un posto angusto e deprimente.
Enormi occhiaie mi solcano gli occhi che sono diventati di un verde più spento,o forse quella spenta sono io.
Ogni notte sogno mio padre che gioca con una me piccolina,che prende in braccio i miei fratelli.
Ma poi tutto diventa più buio e macrabo e vedo Emily cadere in un baratro mentre urla e i miei genitori che ridono additandola.
Mi sveglio di soprassalto con il cuore in gola.
Resto per ore a guardare il soffitto bianco rivedendo la scena,pensando alle loro risate su sguardi vuoti.

Ora sono a scuola, i giorni sono talmente uguali da non riuscire a distinguerli.
Cammino per i corridoi,vedo Carol,che ultimamente non da più fastidio a nessuno,forse perché le manca il suo braccio destro.
Vedo Sasha e tutti gli altri,mi rivolgono un sorriso ma io continuo a camminare e distolgo lo sguardo.
Sto per uscire in atrio ma all'uscita vedo una ragazza,una ragazza qualsiasi affiancata da un uomo e una donna che la abbracciano.
I suoi genitori si chinano su di lei e le sussurrano che le vogliono bene con caldi sorrisi rassicuranti e guardandola con amore.
Non importa cosa sia successo,loro sono li accanto a lei. Mentre suo padre le accarezza la schiena affettuosamente ,non come il mio che è fuggito e mi ha lasciata sola.Inizio a pensare che non mi abbia mai voluto bene,se no non mi avrebbe abbandonata.

Questi pensieri mi tormentano mentre resto a guardare quell'immagine felice, e non ce la faccio più.
Inizio a correre verso il bagno,do una spallata a qualcuno ma non so chi sia,e neanche mi importa.
Entro sbattendo la porta e arrivo al lavandino.
Ci appoggio le mani e vomito mentre fisso il mio riflesso.
Guardo quel volto orribile e distrutto,guardo quegli occhi irriconoscibili e privi di vita.
Mi sono ridotta cosí per colpa di mia madre,che ha tradito mio padre,per colpa di lui che ci ha abbandonati.

Alzo lo sguardo e incontro degli occhi ghiacciati.
Mi guardano cosí intensamente,come se volessero entrare nella mia testa.
Gli sfiora la preoccupazione e l'angoscia,ma quello che più si legge dentro,è la rabbia.

"Cosa vuoi Jace? Ridere di me?" Scoppio in una risata isterica
"Lo faccio già da sola,non preoccuparti"

Mi fa voltare verso di lui

"Smettila" sussurra

"Cosa?" Mi sarei aspettata di tutto ma non questa parola

"Smettila di piagnucolare e reagisci.
Tu sei forte Kathe,molto più di tutto quello che stai affrontando. Sei la ragazza più forte che conosca,ma quella ragazza sembra essere scomparsa. Falla tornare cazzo. So che è ancora lo dentro,reagisci e prendi in mano la tua vita. Tu puoi affrontare tutto,l'hai sempre fatto.
Lo so che non hai mai pianto,ma se continui cosí succederà." Fa una pausa e si allontana leggermente da me.

"Voglio che torni quella ragazza odiosa e stronza da riuscire a tenermi testa. Tu sei forte,e lo sai. Torna te stessa Kathe,ti prego"

Si gira ed esce dal bagno.
Non riesco a parlare,è incredibile come quelle parole abbiano risvegliato qualcosa in me.
La voglia di reagire,di tornare a sorridere.
Lui non sa cos'era successo,ma è riuscito a farmi tornare alla realtà con quel tono duro,ma,in qualche modo,supplichevole.
Mi raddrizzo e mi volto di nuovo verso lo specchio.
I miei occhi,avevano perso colore,determinazione,voglia di vivere.
Ma ora sono diversi, c'è una piccola scintilla in mezzo a quel verde,si scorge appena,ma io la farò diventare cosí grande da far scoppiare un fuoco.
Esco dal bagno correndo,non sto scappando questa volta,sto affrontando la realtà.
Arrivo sotto casa che i polmoni mi stanno andando a fuoco,ma non importa.
Salgo le scale percorrendo i gradini a due a due fiondandomi davanti alla porta di Emily.
Inizio a tempestarla di pugni

"Apri! Emyli apri questa cazzo di porta!"

Lei la apre e io rimango a bocca aperta.
Ha il volto scavato e pallido,le gambe e le braccia più magre.
Ha un coltello in mano,tutto il suo corpo è trafitto da tagli insanguinati.
Mi butto su di lei e la abbraccio il più stretta possibile, nonostante la paura che si rompa in due.

"Tu non sei un errore,non sei uno sbaglio,sei assolutamente perfetta,sei la sorella stronza,irritante,rompiballe e testarda che tutti vorrebbero" inizia a singhiozzare e mi stringe più forte

"Non importa chi sia tua padre,o cosa ha fatto la mamma,lei mi ha dato te,e sono felice che abbia tradito papà perché se no non ti avrei qua. Non avrei qualcuno con cui litigare e a mandare a fanculo.
Non avrei te,e non lo sopporterei.
Mi manchi Emily,terribilmente."

Fa una risatina resa indebolita dal pianto e sospira

"Anche tu mi manchi"

Mi distacco da lei e le asciugo le lacrime dal viso.
La prendo per mano e la trascino giù in salotto.
La porta si apre ed entrano Tyler e mia mia madre.
Lui si fionda su di noi e ci abbraccia.
Quando ci allontaniamo vedo mia mamma che ci guarda,ha lasciato cadere le borse della spesa e scruta sconcertata sua figlia,ridotta ad uno straccio.
Si avvicina e le prende le mani

"Mi dispiace,davvero,tu non sei un errore,se la cosa più bella che mi potesse capitare" scoppia in lacrime e la abbraccia facendo trasparire in quel gesto tutto l'amore che prova per lei.
Le bacia la testa e le accarezza i capelli mentre mia sorella è scossa dal pianto.

"Mi dispiace,ti voglio bene piccola mia"

"Anche io mamma"

Un sorriso si allarga sul mio viso mentre un pezzetto del mio cuore torna intatto.

Passiamo il resto della giornata a chiacchierare e guarda film.
Sentiamo tutti la mancanza di nostro padre,ma cerchiamo di farci forza a vicenda.
Sappiamo che sarà tutto più difficile,che ogni tanto sentiremo il mondo crollarci addosso.
Se n'è andato proprio lui,quello che credevo fosse il mio eroe si è rivelato per l'uomo vigliacco che ci ha abbandonati.

Ma io so che ce la faremo,perché la vita va avanti,e noi andremo avanti con lei.

Lacrime del cuore [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora