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JACE

Mentre la guardo allontanarsi,un po' alla volta sento il vuoto crearsi nel mio petto,un vuoto che solo la mia famiglia riesce a provocare. E la sua camminata sicura di sè,quell'ondeggiare ipnotizzante dei capelli scuri,il tenere la testa dritta, mi fa solo capire come le sue parole siano state spontanee e sincere,e mi rende consapevole di come quello che ha detto,sia quello che vuole realmente.

Quel sottile filo che ci legava si è spezzato,lei l'ha tagliato,o forse sono stato io con la mia testardaggine,la costante paura di fidarmi delle persone e di lasciarmi andare. Ma forse,è un bene che quel filo si sia rotto prima di diventare di ferro,perchè nonostante tutto,so che quella ragazza sarebbe stata l'unica capace di far breccia nel mio cuore,come io nel suo. è un bene che non sia più possibile,un bene che non abbia la chiave per liberare tutti i miei segreti,per scavare nel mio intricato passato. Forse mi ha fatto un favore dicendo di uscire dalla sua vita,ed è esattamente quello che farò. Ma mentre questa certezza si fa strada nella mia mente,con lei c'è anche il sottile pensiero di non riuscire a togliermela dalla testa,è come una droga,lo è sempre stata,avevo solo bisogno di una scusa per starle vicino,che sia insultarla o abbracciarla,andava bene tutto.

Scaccio via questi pensieri assurdi e torno immediatamente in me,il solito freddo e distaccato Jace,che chiude a chiavi i sentimenti e non permette ad una ragazzina di farlo soffrire,è sempre meglio fermarsi prima che sia troppo tardi mi ricorda il mio lato privo di emozioni . Ma non capisco perchè sento un peso nel petto,dopotutto,di lei non mi è mai fregato niente.

Torno al bar deciso ad annegare quel peso nell'alcol. Mi siedo nello sgabello e non riesco a trattenere una smorfia pensando che prima qui era seduta lei.

"Dammi qualcosa di forte" ordino al barista,che subito mi versa un bicchiere di rhum

"Non hai niente di meglio?" lo butto giù tutto di un fiato e lui me lo riempe di nuovo

"Problemi di donne?" chiede versando il terzo. Sento il sangue ribollire mentre l'alcol mi brucia in gola

"Quando mai non ne creano"

mi volto verso il ragazzo che ha parlato e noto con disgusto che è Chuck

"ci mancavi anche tu"sbuffo irritato

"Ehi amico,non sono qui per creare problemi" alza le mani in segno di resa

"non sono tuo amico" ringhio

"lo so lo so,me l'hai già detto ricordi?" si indica il labbro gonfio e io ridacchio,pensando a quanto sia stato soddisfacente vederlo sanguinante ai miei piedi

torno a rivolgermi al barista

"Uno anche per lo stronzo qua di fianco" il ragazzo riempie il bicchiere

"stessa donna eh?"

"quella ragazza mi fa andare fuori di testa" risponde Chuck prima di buttare giù il suo bicchiere e ordinarne un altro

"a chi lo dici" confermo rigirandomi il rhum tra le mani

"scommetto che si tratta della tipa mora,quella ragazza è uno schianto"

"e lo sa"

rido per la risposta di Chuck

"dico davvero,è capace di stendere ai suoi piedi tutti i ragazzi che incontra"

"non tutti" preciso

entrambi mi guardano perplessi,forse non capendo perchè sono qui a bere per colpa sua se di lei non me ne frega niente,anche se d'altronde,non lo capisco nemmeno io. Ma non mi importa,non mi importa della gara che dovrei fare,di quello che pensano questi due cretini o di quello che sta pensando lei in questo momento,voglio solo che questa stupida sensazione se ne vada.

Lacrime del cuore [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora