Dedicato a malikwrite
Just gonna stand there and watch me burn
But that's alright because I like the way it hurts
Just gonna stand there and hear me cry
But that's alright because I love the way you lie
I love the way you lie
( Love the way you lie - Eminem ft Rihanna )Sedeva sul prato del giardino, ancora un po' bagnato per la pioggia mattutina. Il sole decise di fare la sua comparsa in cielo, ora spoglio delle nuvole grigiastre che per ore Lux aveva ammirato. Di lì a poco un enorme arcobaleno sarebbe apparso e la ragazza non poteva che esserne entusiasta. La sua espressione bambinasca che portava con fierezza, fece ridere Harry che dalla sua camera la osservava in silenzio. I capelli lunghi le ricadevano sulle spalle, alcune ciocche di essi le coprivano le guance macchiate di lentiggini, gli occhi erano chiusi e il viso alzato verso l'alto, come se stesse pregando il Sole di riservare tutti i suoi raggi su di sé. Poggiò le mani sull'erba incastrando una manciata di essa tra le dita e la sensazione la fece istintivamente sorridere. Nonostante Luxia fosse abituata alla tecnologia e ai benesseri quotidiani, non le mancavano affato quei beni materiali, le mancava stare nel cortile di casa con gli occhiali da sole con la tranquillità del quartiere a farle compagnia. Le mancavano le risate dei suoi genitori e le serate cinema con Freya, passate poi a spettegolare. Le mancava semplicemente la sua vita, e in quel momento, con una leggera brezza a sfiorarle la pelle in mezzo alla sistesa di erba immacolata, si sentiva più vicina a casa.
Proprio quell'espressione di beatitudine spinse Harry ad uscire dall'edificio sotto lo sguardo attento degli infermieri che lo avevano etichettato come il soggetto senza speranze di Redwood, poco gli importava infondo. Sperava di trovare la stessa quiete e pace che Luxia aveva trovato e magari stare meglio, anche solo per poco tempo. Senza dire nulla prese posto accanto alla ragazza standole abbastanza lontano e mantenendo quella distanza che si era imposto di mantenere. Luxia nelle ultime settimane - due per l'esattezza - aveva assecondato gli esperimenti della dottoressa Grinbell, senza però ottenere risultati sulla sua ricerca. Non aveva ancora trovato nulla che potesse farli uscire da quell'istituto. Tre volte alla settimana la ragazza usciva stremata da quel laboratorio, ma le bastavano poche ore di riposo e la sua carnagione tornava ad essere rosea e i suoi muscoli in forze, come se il suo corpo non avesse mai assorbito delle sostanze nocive. Alla fine di ogni seduta, la Grinbell faceva prelevare un campione di sangue dalla ragazza, a quale scopo? Si chiedeva continuamente Luxia. Ma quella era solo una delle tante domande a cui avrebbe trovato risposta ben presto. Harry si sorprese quando capì che lei non avrebbe proferito parola, troppo presa dal momento per poter intrattenere una conversazione e per infastidire il ragazzo. I ruoli si erano all'improvviso ribaltati, Lux voleva la sua tranquillità ed Harry sentiva il bisogno incondizionato di parlarle. « Raccontami qualcosa di quando andavamo a scuola. » borbottò lì per lì, non che volesse effettivamente conoscere le sfumature del suo prosperoso passato, ne aveva abbastanza di sentirsi inferiore rispetto a prima, ma in quel momento sembrava l'argomento più giusto da trattare.
La ragazza aprì finalmente gli occhi scrutandolo con lo stesso sorriso che aveva sfoggiato poco prima, forse adesso con un filo di malinconia « La verità è che io non ti conosco abbastanza per poterti raccontare del tuo passato. » affermò guardandolo « Conosco solo quello che mi ha raccontato Elise o le voci di corridoio del grande Harry Styles. Il più bravo e bello della scuola, il sogno di ogni novellina. » il ricordo di quei nomignoli le strappò una risata. Tutti a scuola parlavano di Harry come se fosse un divo del cinema, una superstar di cui bisognava vantarsi di conoscere o semplicemente di aver visto.
Anche il ragazzo non poté far a meno di ridere, probabilmente perché quei racconti lo facevano sentire importante quanto inutile al contempo, poiché adesso lui era tutto meno che qualcuno di cui vantarsi di conoscere « Lo capisco. Non posso fartene una colpa. » osservò lui, poggiando le mani sul terreno « Conoscere il mio passato non mi porterà indietro nel tempo. L'Harry Styles che tutti conoscevano ormai non c'è più, è meglio andare avanti. » borbottò osservando lo stesso cielo in cui Luxia aveva perso sé stessa poco prima.
« Tornerai ad esserlo, una volta tornato dai tuoi e aver ripreso la scuola, sarà tutto come prima. » Lux si aggrappava ancora all'idea che tutto si sarebbe sistemato, che una volta fatto ritorno a casa le loro vite sarebbero tornate quelle di una volte. Sarebbero stati più forti, avrebbero finalmente perdonato i peccati e un nuovo capitolo di una storia ben costruita sarebbe iniziato. Eppure, giorno dopo giorno, questo sogno si faceva sempre più lontano impedendole di credere ad una cosa tanto bella quanto importante per tutti loro.
Il ragazzo sorprendetemente mantenne quell'espressione serena « I miei genitori. » ripeté le parole della ragazza « Avrei voluto non ucciderli. Non so perché io l'abbia fatto, non so cosa mi passava per la testa, ma non me lo perdonerò mai e tornare ad essere quello di un tempo sarebbe un disonore per il ricordo che ho di loro. » parlò con tanta calma, come se le parole gli fossero venute facili da pronunciare, una naturalezza straordinariamente inquientate.
Una fitta allo stomaco. Luxia si sentì tornare improvvisamente alla realtà e la felicità che si era creata si disintegrò in mille pezzi. Lo aveva ascoltato in silenzio, senza fare alcun tipo di rumore. Lo fissava con le labbra storte in un smorfia di stupore, mentre il cuore prese a batterle velocemente. Un martellare incessante contro la cassa toracica. Non riusciva nemmeno a parlare, la voce sembrava non volerle uscire e un groviglio di parole le si incastrò in gola. Credeva di averglielo detto, e forse era stato così, ma Harry era sempre stato troppo impegnato a cacciarla per poter capire effettivamente di cosa lo stesse avvisando Luxia. Solo quando Fred apparì davanti alla porta dell'edificio, mantenendola aperta con un piede e chiamando l'esperimento 8326, Lux si spinse a parlare. La sua mano si spostò velocemente su quella del ragazzo costringendolo a guardarla « Harry.. » sussurrò con le labbra che gli tremavano per la paura « Non hai ucciso i tuoi genitori, loro ti credono morto. Erano al tuo funerale. C'eravamo tutti. » sussurrò ancora, sentendosi bruciare addosso lo sguardo dell'infermiere stanco di richiamarla. Lo sguardo di Harry si fece confuso, per poi assumere a sua volta un espressione di terrore e inquietudine. La sua mano iniziò a tremare sotto quella di Luxia, incapace di credere a tali parole. Le certezze di un intero anno a quel racconto si fecero ancora più credeli. Per tutto quel tempo aveva solamente creduto di aver fatto del male alle persone che più amava al mondo. Ricordava ancora con molto amore il viso dai tratti dolci di sua madre, i capelli biondi e lisci, la pelle chiara, gli occhi scuri e le labbra che pendevano da una guancia all'altra in un costante sorriso. Il padre che gli assomigliava in tutto e per tutto, i capelli ricci corti e di un grigio scuro, le sue stesse fossette e occhi verdi che li rendevano simili. Ricordava alla perfezione le loro voci e il modo in cui aveva piantato più di trenta coltellate su ognuno di loro, il modo in cui il sangue sgorgava dai loro corpi e imbrattava il pavimento, insieme alle sue mani sporche di quell'omicidio privo di alcuna logica e adesso, niente aveva veramente senso.
Lux avrebbe voluto dargli più certezze, avrebbe voluto stringerlo tra le sue braccia e assicurargli che lui non era affatto ciò che gli facevano credere, ma a malincuore dovette raggiungere Fred che l'accompagno in laboratorio. Quando si ritrovò sullo scomodo lettino, incrociò lo sguardo attento della dottoressa Grinbell. Non poteva credere all'enorme quantità di menzogne che aveva raccontato quella donna ad Harry. Fargli credere di aver commesso una tale atrocità, a quale scopo? La menti viaggio verso delle numerose possibilità e spiegazioni. Ognuno di loro in quel luogo aveva un brutta storia e un passato, un omidicio e marchiati tutti come assassini. Le venne da pensare che magari, anche gli omicidi degli altri erano solo bugie, inventate con il fine di renderli più vulnerabili del dovuto. La dottoressa si tolse gli occhiali guardandola, i suoi occhi scuri parlavano una lingua che lei non sapeva decifrare, ma Lux aveva ormai capito che sotto a quella veste bianca si nascondeva un mostro capace di fare tutto pur di arrivare ai suoi scopi. E se le sue teorie erano giuste, se la sua mente non le stava giocando brutti scherzi, erano tutti innocenti.
Scusate se non è molto lungo, ma come ho detto sto partendo per il viaggio d'istruzione e questa settimana non ho avuto nemmeno il tempo di respirare. La seconda parte del capitolo sarà più lungo e colmo di insidie. E presto, arrivera una parte tra Harry e Luxia che tutti aspettiamo con ansia.
A presto!
STAI LEGGENDO
ᴇxᴘᴇʀɪᴍᴇɴᴛ 6735 ; ʰᵉˢ
Mystery / Thriller« Cosa c'è dietro quella porta? » chiese Lux mentre osservava la porta in metallo che metteva fine al corridoio. « L'esperimento 6735 » Trovate il sequel di Experiment sul mio profilo, si intitola Villain 4362 Cover by @acklexs