Capitolo Quaranta

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Era ormai il mattino seguente quando arrivarono nei pressi di Redwood, grazie alle conoscenze di Azura e alle zero soste erano arrivati velocemente tanto da sperare di essere arrivati prima di Dave. Lux sentì una fitta allo stomaco quando passarono davanti all'ospedale dove lavorare suo padre e solo quando si addentrarono nel bosco riuscì ad alleggerire il peso che si sentiva addosso. Non osava nemmeno immaginare cosa avesse dovuto provare nel vedere la moglie morta o forse era morto anche lui e quest'idea la rendeva più felice che saperlo vivo, forse perché avrebbe voluto dire che anche lui aveva tradito la dottoressa per amor suo. Essere egoisti era probabilmente un difetto di famiglia. Quando poi si ritrovarono davanti all'istituto James si sentì morire per la seconda volta e fu automatico, nel momento in cui i suoi occhi scuri si scontrarono con l'edificio – adesso più grande ed esteticamente gradevole – si sentì catapultato nel sui pieni anni di gioventù passati a fare da cavia, lì non era più James Collins, ma Villain 0935. Gli venne la pelle d'oca fino alla punta dei capelli, riusciva ancora a sentire la risata maligna della signora Plume, con quella suo camice bianco, i capelli grigi raccolti un chignon stretto e quello sguardo di chi non temeva nemmeno l'ira di Dio.

I ragazzi sentivano la stessa pressione, erano tornati per vivere o per morire e non c'era via di mezzo questa volta. Gli antidoti, le frecce e l'allenamento fisico non sarebbe mai bastato per combattere contro la dottoressa. Forse avrebbero vinto lo scontro corpo a corpo, ma sapevano già che Eva non si sarebbe sporcata le mani, li avrebbe manipolati piuttosto e quella era l'arma più potente soprattutto verso Harry che per più di un anno si era lasciato somministrare qualsiasi tipo di sostanza. Will non fece nemmeno una battuta, aveva paura e questo lo si poteva notare da come giocherellava nervosamente con le dita affusolate cercando di ricordare la melodia di Nocturne op.9 n.2 di Chopin, una delle sue preferite. Non pensava che a Dave, chiedendosi se avesse magari dovuto iniettargli una dose della cura preparata da lui e da Lindsey o nella peggiore delle ipotesi, se avrebbe dovuto salutarlo per sempre. Elise invece era paralizzata, totalmente immobile ad osservare la struttura farsi sempre più vicina e man mano che si avvicinavano all'entrata sentiva che il suo cuore stava iniziando a battere in modo più lento quasi ad avvisarla che non avrebbe retto più di dieci minuti. Lux l'aveva pregata e ripregata di restare lì, ma a cosa sarebbe servito? Erano già in pochi e lei aveva perso sia Harry che lei già una volta, non avrebbe permesso che l'errore si ripetesse soprattutto adesso che si trattava di affrontare qualcosa di così pericoloso. Azura non era spaventata o terrorizzata, tutt'altro, non vedeva l'ora di scendere dal catorcio che James osava chiamare Pick-up. Così quando si fermò davanti ai cancelli, prepotentemente aperti e un chiaro invito a tornare a casa, scese per prima dall'auto e aprì il porta bagagli tirando fuori uno dei fucili da caccia di James che Lux aveva modificato e aveva fatto lo stesso ai proiettili, aggiungendo delle piccole dosi dei codici alla polvere da sparo. Lux non era riuscita a testare la modifica, ma dovevano almeno avere qualcosa che andasse oltre ai semplici pugni e le poche tecniche di lotta apprese da James. Scesero anche gli altri ed Azura lanciò loro un fucile a testa, assicurandosi di portare abbastanza cartucce. Ad Harry bastava una semplice pistola da difesa, che di certo non era il massimo, ma con la sua precisione sarebbe bastato un colpo secco per uccidere una persona. William si riempì le tasche di alcune siringhe, quelle di destra con l'antidoto e quelle di sinistra con i codici, quelli a cui Lindsey aveva tolto le parti che impedivano la morte immediata, passò alcuni di quest'ultimi ad Elise e la guardò cercando di infonderle sicurezza « Se uno dell'esercito di Snow prova a farti fuori, iniettagli questo. » disse annuendo facendo sbattere più volte le palpebre alla mora che poi annuì senza fiatare.

James caricò il fucile sulla spalla e iniziò a camminare davanti ai ragazzi, solo adesso un piccolo sorriso gli si era formato sulle labbra, poteva essere anche la fine, ma finalmente stava combattendo per quello che era giusto e soprattutto per salvare i suoi figli. Evelyn ormai non c'era più, ma sperava che ovunque lei si trovasse fosse fiera almeno un po' di lui. Harry deglutì il nodo che gli si era formato in gola, la paura si trasformò pian piano in rabbia e rancore, dei sentimenti che solo Redwood riusciva a scaturire, una leggera brezza gli si scalfì contro la pelle facendogli chiudere gli occhi per qualche istanti e fu allora che prese la mano di Luxia, facendo intrecciare le dita con le sue « Ti amo. » mormorò senza distogliere lo sguardo dall'entrata dell'istituto. Non era il momento e nemmeno il luogo adatto per dire cosa provava nei suoi confronti, ma sapeva che se non l'avesse fatto, se ne sarebbe pentito amaramente. Lux strinse la sua mano, ma non disse nulla, in cuor suo sentiva che se avesse pronunciato quelle due parole gli avrebbe chiesto di andare via, di abbandonare tutto e di fuggire insieme in Spagna o qualsiasi altro luogo piuttosto che lì, in bilico tra la sopravvivenza e la morte a rischiare tutto ciò che restava di loro. Elise aveva sentito quelle parole e credeva davvero che sentirgliele dire ad un'altra non avrebbe fatto male eppure si sbagliava, faceva davvero male, ma sorrise ugualmente, un piccolo sorriso di chi aveva finalmente capito che ormai il passato era passato e che il suo presente la stava aspettando, ragion per cui vivere era fondamentale. « Dovremmo fare un'entrata trionfale, così da incutere timore. » disse Will rigirando tra le mani il fucile, non ce la faceva proprio a starsene zitto, era così nervoso che aveva l'estrema necessità di dire tutto ciò che gli passava per la testa e questo gli procurò un'occhiataccia da parte di Azura.

ᴇxᴘᴇʀɪᴍᴇɴᴛ 6735 ; ʰᵉˢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora