Capitolo Tredici

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Capitolo dedicato a -shinxrry 

This horse is too slow,
We're always this close,
Almost, almost, we're a freakshow
( Carousel - Melanie Martinez )


Erano ancora in quel bagno che per quelle ore li aveva accolti calorosamente, senza fare troppe discussioni al riguardo, i due si erano ritrovati per terra con la schiena contro alcuni degli armadietti presenti e lo sguardo rivolto verso l'entrata.

La poca luce che filtrava dalle vecchie lampadine ormai sul punto di perdere il loro scopo, permetteva solo di riconoscere ciò che stava loro vicino. Si era fatto pomeriggio inoltrato e di lì a poco molti dei pazienti avrebbero fatto il loro ingresso per concedersi un bagno caldo e per liberarsi dei residui di scienza che avevano sulla pelle. Harry però non aveva affatto intenzione di muoversi e Lux sembrava fare lo stesso, ora i due erano coperti rispettivamente dalle loro tute e quella linea sottile di imbarazzo svanì. Per il resto del tempo Lux perse i suoi incubi, non aveva nemmeno avuto il tempo di pensare o per incolparsi di qualcosa, il suo unico desiderio era quello di capire cosa frullasse nella testa di Harry. Gli occhi verdi che tanto ammirava erano costantemente privi di alcun tipo di emozione, ma lei ormai, si era convinta di non saperci guardare dentro e di non essere capace a comprendere cosa quell'immensità di colore celava.

« Non mi hai chiesto nulla sulla tua vecchia vita, oggi. » osservò d'un tratto lei, stringendosi a sé stessa quasi come per difendersi dalla reazione che avrebbe potuto avere il riccio dopo minuti infiniti di puro silenzio.

Harry però schiuse le labbra e ci mise qualcur secondo prima di poter esprimere a parole ciò che avrebbe voluto dire « Oggi non ho voglia di sapere. » il tono altalenante della sua voce le fece intuire che stava mentendo e che quella frase detta un po' di getto era soltanto l'ennesima bugia che si sentiva dire in quel postaccio « Tu piuttosto, non mi hai ancora chiesto nulla di Redwood. » disse allora riversando la sua intera attenzione verso la ragazza che ora si ritrovava a qualche posto da lui.

Mise una ciocca di capelli ancora umida dietro l'orecchio poi alzò semplicemente le spalle « Vorrei capire una volta per tutte qual è lo scopo di fare questi esperimenti su di noi, ma nessuno sembra volermene parlare. » disse stizzita, l'irritazione palpabile nelle sue parole così acide verso i suoi stessi amici che di domande non ne volevano affatto sapere.

« Perché nessuno in verità sa nulla. Ci dicono semplicemente che ci aiuteranno a star bene, che servono a farci tornare normali. » le spiegò Harry, nonostante fosse consapevole del fatto che quelle parole se l'era già sentite dire più di una volta, ma la sua fame si verità non era stata affatto placata.

« E tu ci hai creduto? » un sorriso le storpiò appena le labbra, quasi le sembrava impossibile che tutti in quel posto fossero fermamente convinti della sicurezza di quelle sostanze e di come esse li avrebbero resi normali.

Harry si fece andare in un lungo sospiro colmo di stanchezza « Ci avevo creduto. Per un periodo ho seriamente pensato di poter guarire e di riuscire a tornare normale. A quel punto mi avrebbero fatto uscire e sarei tornato alla mia vecchia vita, se il fato me lo avrebbe permesso. » un amaro sorriso gli comparve sul viso, mentre scuoteva piano la testa con disappunto « Che idea folle. Avrei dovuto capire che la mia libertà non si avvicina lontanamente al coinvolgimento di quelle sostanze. » le disse in tutta sincerità senza però guardarla, convinto che se lo avrebbe fatto, la sua bocca avrebbe smesso di emettere alcun suono « Ma quando ti mettono davanti un offerta così, non sai proprio non accettare. Ho pensato che magari sarei stato meglio, l'ho pensato sul serio. Poi però ho ucciso quel ragazzo, non ero in me, ma lo sentivo. Sentivo l'adrenalina e la pressione che il coltello aveva sul collo di lui, sentivo il dolore che gli stavo provocando. Vedevo le sue lacrime di paura e sentivo i suoi lamenti mentre mi implorava di lasciarlo andare. Eppure non l'ho fatto. » il pomo d'adamo saliva e scendeva per la sua gola in maniera affrettata e quasi sofferente, come se si stesse trattenendo alle lacrime « Ho capito di essere cambiato quando il coltello aveva attraversato la sua gola ed io mi sono sentito, bene. Felice. » Lux non ebbe nemmeno il coraggio di dire altro, rimase semplicemente in silenzio a guardarlo e lui dopo un po' fece lo stesso, perdendosi nel marrone delle sue iridi « Capisci perché non voglio che nessuno mi stia vicino? »

ᴇxᴘᴇʀɪᴍᴇɴᴛ 6735 ; ʰᵉˢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora