Capitolo Ventinove

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I'm creeping in your heart babe
I will overturn you, break and swallow you,
Yeah I steal you and indulge in you
I will ruin you
( Monster - Exo )





Azura e Will fecero irruzione nella camera di Dave, chiudendosi con attenzione la porta alle spalle. Will arricciò il naso per la notevole confusione e il letto disfatto dove il ragazzo era comodamente seduto a giocherellare con le dita. Quando alzò gli occhi sui due, si lasciò andare in un sospiro rumoroso « Ancora tu ragazzino? » chiese serrando la mascella e alzandosi dal letto « Ti ho già detto che devi lasciarmi in pace. »

Will alzò le spalle « Mi dispiace, ho sbagliato approccio, ma è davvero fondamentale che tu mi ascolti. » sentenziò tenendo una mano dietro la schiena con l'antidoto.

« Ti ha importunata? » chiese Dave guardando Azura che subito scosse vigorosamente la testa, ancora troppo scombussolata dalla serie di informazioni che le erano state fornite.

« Ecco, come dire, la Grinbell vi ha inniettato uno dei codici che vi ha fatto perdere la memoria facendovi così dimenticare di Lux e del Villenium. E qui entro in gioco io, pianista solitario che va in soccorso della dolce donzella offrendo il proprio aiuto. » disse accennando un sorriso e mostrando la mano con la siringa.

Dave scattò subito all'indietro, un azione ormai automatica ogni volta che vedeva quell'aggeggio terribile apparire, le sue preoccupazioni poi si rivolsero ad Azura « Azura, allontanati da quello psicopatico! » quasi le urlò intimandole di avvicinarsi a lui.

Il ragazzo dai capelli color pece fece una smorfia, sentirsi apostrofato in quel modo lo metteva a disagio e quasi gli venne voglia di andare via e di mandare tutto a monte, del resto lui non ci guadagnava nulla, o almeno solo la libertà, ma anche quella sarebbe finita una volta uscito da Redwood. Il vero piano di William era quello di farla finita, una volta per tutte. Avrebbe versato le sue ultime lacrime per il suo unico amico e avrebbe respirato per l'ultima volta, il resto sarebbe stato solo buio e cenere. « Dave, devi ascoltarlo. » disse Azura portando le mani in avanti cercando di farlo calmare, la schiena di lui adesso sfiorava il bordo della finestra, ma sembrava non esserne cosciente « Devi fidarti. » continuò mettendosi davanti a lui, poggio le mani sulle sue guance e gli sorrise appena, riusciva a sentire i battiti accellerati di Dave mentre i suoi occhi viaggiavano da lei a Will in cerca di una buona ragione per non andarsene da quel luogo che improvvisamente si fece troppo piccolo per tutti e tre, poi improvvisamente, le sue labbra combaciarono con quelle di Azura. Un bacio casto che però gli fece provare emozioni familiari e che riempì il vuoto di quegli ultimi giorni, quando la ragazza si allontanò Dave la guardò con occhi diversi, complici, sicuri e annuì in direzione di Will che non se lo fece ripetere e gli inniettò la cura. William strinse le labbra in una linea dura osservando il corpo tremante si Dave, le vene del collo si sporsero, le mani strinsero con forza i capelli mentre in gola gli moriva in urlo di dolore. Azura strinse i pugni, cercando di non far vincere la sua parte vulnerabile, Dave doveva ricordare, ma doveva riuscirci da solo. Le sue gambe cedettero, si accasciò a terra continuando a tenere le mani tra i capelli, gli occhi erano chiusi così tanto che gli sembrava impossibile aprirli, ma più i minuti passavano, più riusciva a focalizzare immagini e ricordi che in quei giorni aveva stupidamente rimosso, stava ricordando tutto.

Ciò che più la spaventava del Villenium era il silenzio. Credeva che tutta quella quiete l'avrebbe fatta rilassare e che l'avrebbe cullata, rispetto alle urla e ai soliti frastuini che caratterizzavano Redwood, eppure non era stato così. Nemmeno adesso che al suo fianco aveva Harry, taciturno e pensieroso come i primi tempi in cui lo aveva conosciuto, con l'unica differenza che nel suo viso c'era dell'umanità. Si trovavano nella sala d'intrattenimento, entrambi seduti ai piedi del pianoforte, Harry si guardava la punta delle scarpe, per qualche strana ragione non aveva avuto nemmeno il coraggio di guardarla per più di due minuti e il pensiero di doverla lasciare da sola in quel posto gli metteva i brividi « Andiamocene via adesso, non posso sopportare l'idea di doverti lasciare qui da sola. » mormorò.

ᴇxᴘᴇʀɪᴍᴇɴᴛ 6735 ; ʰᵉˢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora