Capitolo Trentotto

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Prima di leggere ci tenevo a chiedervi di passare a leggere Fame, la mia nuova storia.
Buona lettura.

















Will fece cadere l'ennesima fiala vuota a terra causando a Lindsey un sospiro di frustrazione e come se non bastasse non si degnò nemmeno di raccoglierla, lasciò fare alla ragazza mentre lui si occupava di estrasse del veleno da una delle provette e di mischiarlo con il sangue di Lux « Potresti anche degnarti di rimediare ai danni che combini. » lo rimproverò Lindsey mentre riprendeva posto davanti al tavolo e riprese ad analizzare una sostanza che Will definì codice 57 ossia un veleno che se ingerito causava una morte per emorragie interne, non le fu difficile capire che la base di quella sostanza era il Bromadiolone generalmente utilizzato per ratti e topi, di conseguenza facile da poter trovare.

« Sono troppo impegnato a fare gli antidoti e dato che tu non stai facendo nulla, mi sembra giusto che sia tu almeno a pulire. » disse con freddezza mentre continuava a versare una piccola quantità di veleno questa vola con il suo di sangue, che al contatto con la sostanza sembrò quasi ribollire, finoa diventare di una tonalità di rosso talmente scura da sembrare nero.

« Per tua informazione sto analizzando il codice 57. » lo informò guardandolo storto, ma poi si avvicinò a lui osservando l'effetto che aveva avuto il veleno sul suo sangue rispetto a quello che aveva avuto su quello di Lux « Vi inniettavano anche questo? » mormorò.

Will annuì quasi con indifferenza, poteva sembrare disumano, ma lui ormai si era abituato alla sua natura di cavia da laboratorio « L'unica differenza è che subiamo solo i sintomi, non le conseguenze, ragion per cui ti ritrovi di fianco ad un ragazzo stupendo. » disse sfoggiando un sorrisetto.

Lindsey gli riservò un occhiataccia accompagnata da un sorriso trattenuto « Quasi mi sentivo dispiaciuta per te, ma adesso sto pensando di inniettartene una dose io stessa. » disse voltandogli le spalle pronta a concludere la sua giornata con gli esperimenti e dedicarsi al suo vero lavoro, recentemente stava passando più tempo con loro che con Emma e le sue college, ma quella storia l'aveva affascinata talmente tanto che non prendere parte alle analisi le avrebbe fatto perdere un enorme opportunità. Fece per prendere il giubottino di pelle, quando le mani di Will le strinsero i fianchi facendola congelare di botto, sentiva il corpo del ragazzo fin troppo vicino e il viso si stava pian piano avvicinando al suo, tanto da sentire il respiro caldo di lui sulla pelle.

« Non puoi fare certe affermazioni e poi andartene così. » sussurrò al suo orecchio poggiando poi il mento sulla sua spalla. Lindsey era certamente più grande di lui, ma non gli importava, non gli era mai importato nulla delle regole e probabilmente era così anche prima di andare a Redwood. E quella donna era lo esasperava così tanto da fargli credere che si assomigliavano molto più di quanto credesse e ne ebbe una minima conferma quando il gomito di lei si scontrò con violenza con il proprio stomaco facendolo indietreggiare gemendo dal dolore.

« Tieni a bada gli ormoni ragazzino. » disse prima di prendere la giacca e poi andarsene, facendo ridere Will tra un colpo di tosse e l'altro.

Era ormai sera quando Dave si ritrovò nella piccola cucina, che adesso sembrava l'unico luogo dove aver pace, persino condividere il letto con Azura lo opprimeva a tal punto da voler cercare un angolo solo suo. Certo, avrebbe potuto uscire e nascondersi in mezzo ai grandi alberi che circondavano l'abitazione, ma non credeva che le sue gambe potessero reggere per molto tempo. Era seduto su un piccolo sgabello di legno, mentre mescolava lo zucchero al caffé che si era appena fatto, chiuse gli occhi lasciando che il profumo della bevanda gli invadesse le narici e al momento l'aroma del caffé era l'unica cosa che riteneva familiare. Aveva esagerato e se ne rendeva conto solamente ora, mentre sorseggiava il liquido che con difficoltà riusciva a deglutire, ma lui non sentiva Lux e James la sua famiglia, non aveva quella dolce sensazione di calore che si ha quando si è a casa. Loro era tutto fuorché casa. Lux allo stesso modo aveva passato l'intera notte insonne, cercando di lavorare alle sue frecce e di modificare persino la balestra, così da renderla più maneggevole e leggera, quando poi fece per andare a dormire e lasciarsi scivolare quella giornata addosso notò che la luce della cucina era accesa e le fu inevitabile andare a controllare. Quando vide Dave con gli occhi puntati verso il vuoto la sua espressione precedentemente segnata dalla stanchezza mutò in qualcosa che nemmeno lei avrebbe saputo definire, tristezza forse, rabbia, pentimento o compassione. Dave ci mise qualche secondo prima di percepire la presenza di qualcun altro nella stanza, troppo assorto nei suoi pensieri per prestare attenzione a ciò che lo circondava, ma quando i loro occhi si incrociarono, fu come una scarica di elettricità da parte di entrambi che avrebbe potuto far esplodore la casa intera « Nemmeno io riesco a dormire. » sentenziò Luxia poggiando la spalla allo stipite della porta.

« Quando abbiamo incontrato James, mi sono sentito felice per te. Non solo perché avevi ritrovato il tuo vero padre, ma anche perché quelli che hanno finto di essere i tuoi genitori non lavoravano solo per la Grinbell, ti hanno amata come se fossi veramente una figlia ed io ti invito per questo. James non è mio padre e non lo sono nemmeno quelli che mi hanno cresciuto e anche se adesso dovrei aver ritrovato il mio posto e qualcuno che ipoteticamente dovrebbe essere la mia famiglia io non mi sento di far parte di qualcosa. Per questo ti invidio. » borbottò Dave mentre osservava il cucchiaino in mezzo a quella pozza nera e scura « Fin da quando sei arrivata a Redwood hai cambiato tutto. Sei riuscita a conquistarti la fiducia di tutti persino quella dell'esperimento 6735 e ci hai tirato fuori da lì in meno di qualche mese ed io non riesco a capire come. Sei fortunata, così dannatamente fortunata da farmi venire il volta stomaco. » disse con voce sprezzante e con un sorriso talmente falso da metterle i brividi.

« Pensi davvero che io sia fortunata? Ho visto mia madre o quello che era morire davanti a me, mi sono sacrificata lasciando fare gli esperimenti su di me per poter salvare voi, ho messo da parte ciò che volevo io per poter combattere una guerra che fino a qualche mese fa non era la mia e ho incontrato un uomo che dice di essere mio padre, ma così codardo da non essere riuscito a sacrificarsi per la donna che amava. » disse con la fronte corrugata, il suo tono era pacato tanto che sorprese persin sé stessa « Ho capito una cosa di te in questi giorni, o forse l'ho capito fin da quando eravamo a Redwood. Sei un codardo proprio come lo è James, dare la colpa a qualcun altro per cose che nemmeno l'altro ha deciso è da codardi. Starsene a puntare il dito senza fare nulla per cambiare le cose lo è allo stesso modo. Puoi startene qui a bere per tutte le notti che vuoi, finché non deciderai di accettare che non sei più solamente Dave, ma anche l'esperimento 7951, resterai a crogiolarti in un mondo di rimpianti e rabbia che ti sei creato da solo. » quelle parole così dure da parte di una ragazza che fino ad allora non si era mai rivolta così a lui, gli fecero serrare la mascella tanto da digrignare i denti « Non possiamo sentire di essere una famiglia perché non lo siamo, condividiamo gli stessi geni, ma esser euna famiglia va oltre questo. Se vuoi una famiglia costruiscitela cercando di mettere da parte l'orgoglio e la rabbia che provi per i ricordi del tuo passato. Nessuno ha scelto di essere qui, prima lo capirai meglio sarà per entrambi. Posso anche non starti a genio e posso capire se non deciderai di considerare James come tuo padre, ma qui non si tratta di me, te o lui. Non abbiamo fatto tutti questi sacrifici per mandare tutto a monte solo perché ti stai lasciando prendere dal sentimentalismo. Io voglio uccidere Eva, voglio vedere la paura nei suoi occhi quando ci vedrà di fronte a lei senza alcun potere su di noi e non permetterò a nessuno, tanto meno a te di togliermi l'unica cosa per cui sto vivendo. » disse prima di allontanarsi dalla porta e andare via.

Dave si ritrovò a stringere la tazza con troppa forza. Lux non aveva torto, lui in quell'anno non era riuscito a fare nulla per salvare sé stesso o la ragazza che amava ed aveva perso quasi di proposito Louis, quindi chi era lui per dire quelle cose ad una persona che effettivamente aveva fatto quello che avrebbe dovuto fare lui? PReso dalla rabbia, scaraventò a terra la tazza lasciando che il caffé scivolasse sul pavimento a bagnare i pezzettini della porcellana frantumata. Aspettò qualche minuto prima di tornarsene in camera giusto per evitare di incrociare nuovamente Luxia e quando entrò nella stanza, non si sorprese affatto nel vedere Azura rannicchiata su sé stessa, mentre stringeva le coperte tra le dita. Stava facendo un incubo, ne era sicuro, gli occhi erano fin troppo stretti e il suo corpo esile tremava di tanto in tanto. Si distese vicino a lei e senza muovere troppo il materasso, si avvicinò circondandole la vita con un braccio, la rabbia era sparita e del resto era sempre così quando se la ritrovava davanti. Forse il vero angolo di pace era con lei e di cercare non ce ne era mai stato il bisogno, ma tutto stava per finire e lui lo sapeva che quello era un addio, ma era come aveva detto Lux era troppo codardo per ammetterlo.





Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
grazie per tutti i bei commenti e i voti nonostante la mia assenza. Vi avviso già da adesso che Experiment finirà tra meno di cinque capitoli e poi inizierò a lavorare al sequel, quindi se ci tenete a leggerlo STAY TUNED. Il mese prossimo Experiment farà un anno quindi vorrei pubblicare l'ultimo capitolo entro quel mese, mi sento ispirata. La storia non avrà vinto i Wattys e magari - cosa molto probabile - non diventerà mai cartaceo, ma io sono felice di aver condiviso questa mia esperienza con voi e non potrò mai ringraziarvi abbastanza per tutto quello che avete dato a questa storia.
A presto xx

ᴇxᴘᴇʀɪᴍᴇɴᴛ 6735 ; ʰᵉˢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora