'..La pelle è velluto che inebria..
Ho solo capito chi sei..
Che quello che hai dentro è potente..
É un bene che non tocca a tutti...
Il bacio è così delicato,d'averne persino paura..
Da farne l'esempio di tutto e da tutti..
Tenerlo segreto e staccato da farlo morire poi dopo..
E tu sei bella...
Venere dolce che rendi feconde le sponde di un cuore che aveva fallito..
Tu sei bella...
tanto da farne un vanto..
Non c'è fragranza per farti un esempio..
Non c'è neanche un fatto che porta un ricordo..
Tu sei bella..
Bella che riempi un campo..
Le parole, le parole sono solo come vino..
Più le bevi e più ti rendi conto che non hai mai vinto..
Le parole non possono volare ma ti volan dentro..
Le parole quando poi le hai dette hanno già perso il senso..
le parole rompono il silenzio e fanno un eco immenso...
Se non fermi in tempo le parole possono far male..
Le parole sono sale e vento dopo il tuo profumo..'Quegli occhi iniettati di veleno la guardavano con lussuria.
Era la sua occasione.
Poteva finalmente metter fine a quella scommessa portandosela a letto una volta per tutte, avrebbe risolto gran parte dei suoi problemi.
Avrebbe smesso di doverle stare accanto e peggiorare le cose.
Ghignó, aveva pregustato tanto il momento in cui lei sarebbe stata vittima della sua trappola. Sin dal primo momento in cui l'aveva rifiutato e affrontato.
Ora era lì, vulnerabile e indifesa con quelle mani che cercavano di scaldarsi inutilmente, con quegli occhi che vagavano intorno a sé storditi e confusi.
Sospiró.«Avanti... ti riporto a casa!» la prese per un braccio trascinandola via con sé.
«Mi riporti a casa?» Mormoró seguendolo, senza fare obbiezzioni.
Sentiva la testa pesante e un leggero mugulio allo stomaco, un bruciore fastidioso che le faceva storcere le labbra ogni cinque secondi.
«É quello che ho detto.» asserì senza voltarsi a guardarla. «Sali.» le aprì la porta velocemente.
Non aveva per niente notato il suo colorito che pian piano diventava sempre più pallido, non aveva notato le labbra di lei colorarsi di un leggero viola e la sua mano destra posarsi sulla bocca dello stomaco.
Tutta via Helena si apprestó a fare ció che lui le aveva ordinato e si rannicchió sul sedile come una bambina.
Le si posizionó accanto e subito partì, stava prendendo freddo, fin troppo e aveva notato in lei un leggero tremolio delle labbra ormai violacee.«Stai bene?» gli chiese lanciandole un'occhiata per poi ritornare sulla strada.
Lei annuì appena con lo sguardo assente, sguardo vuoto.
Non sentiva nulla se non un dolore allo stomaco e quel tanto bruciore che non l'abbandonava mai, era persa e non capiva che cosa stava succendendo.
Il suo profumo peró lo sentiva, non sapeva perché ma quella era l'unica cosa che la faceva sentire al sicuro, sentire che lui le era accanto, sentire quell'odore di menta e colonia la trasportava da tutt'altra parte.«..ehy. Mi ascolti?» la richiamó posandole senza nemmeno accorgersene, una mano sul ginocchio. «Sweet, sei sicura? Non mi sembra tu abbia una bella cera.» le fece notare sussultando al tocco di lei.
Helena aveva stretto leggermente la mano intorno alla sua, quel tocco tanto delicato che lui a sua volta ricambió, stringendo poi il volante con l'altra.
«Mi porti da papà?» chiese alzando gli occhi lucidi su di lui che si perse quel luccichio.
Ridusse gli occhi a quasi due fessure a quella richiesta, sentiva la stretta di lei sulla sua mano e pensó che stesse delirando a causa dell'alcool.
«Ma ch-..» provó a chiedere ma la sua voce strozzata lo costrinse a bloccarsi.
«Credi...» singhiozzó lasciando che qualche lacrima le rigasse il viso. «Credi... che stia bene... in paradiso?»
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In My Veins.||In Revisione.
RomanceWWE FANFICTION ||COMPLETA|| Una vipera velenosa e spavalda. Ecco cos'era lui per gli altri, ma gli altri non sapevano cosa si nascondeva dietro quel suo essere misterioso e sfacciato. Degli occhi del suo stesso colore, quelli scioglieranno il ghiacc...