23-Falling Inside The Black.

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'.. Mi piacerebbe immaginare che resiste questo tuo amore incontrastato..
Ma puntualmente tu mi mandi via..
E puntualmente io rimango tua..
Senza capire che mollare..
É un modo per farsi salvare..
E invece voglio continuare,continuare e continuare tutto..
E questa nostra dolce malattia..
Che mi fa stare dietro la tua scia..
Troppo impegnata a corteggiare un pò di tuo spazio mentale..
E' poco.. è poco..
Non può bastarmi questo bellissimo gioco..
C'è ancora spazio per sperare..
Sole per ricominciare..
Ancora tempo per sbagliare..
La soluzione da inventare fra di noi..
Questo bellissimo gioco tra di noi..'

Goccioline di sudore bagnavano il corpo della vipera.
Vene sporgenti risaltavano sulle braccia che tiravano forti pugni al sacco.
Gli occhi di chi aveva dentro la frustrazione e la rabbia.
Rabbia verso quel lunatico che da un momento all'altro avrebbe potuto far degenerare ogni cosa.
Rabbia verso se stesso, unico artefice di quel gioco ormai perso.
Rabbia verso quei sentimenti dentro di lui che non poteva più negare, che non poteva più reprimere.
Sentimenti che gli impedivano di starle lontano, che gli impedivano di non pensarla, di non avvicinarsi a lei e baciarla.

Quella vipera tanto velenosa si era punta con i suoi stessi artigli..
Si era avvelenata con il suo stesso veleno..
Era caduto nella sua stessa trappola..

Con stizza lanció l'asciugamano per terra e si lasció cadere sulla panchina con la testa fra le mani.
Come gli era venuto in mente di fare quella scommessa?
Come gli era venuto in mente di avvicinarsi a lei davvero?

E mentre lui si stava rimproverando mentalmente gli atleti iniziavano ad affollare quella palestra che fino a pochi minuti prima era occupata solo da lui e da i suoi pensieri.

Pieno di gente eppure nessuno faceva caso a lui.
Nessuno provava nemmeno a guardarlo tranne gli occhi da gatta di Nikki, quelli lo scrutavano da lontano con interesse.
Non le era andato ancora giù il suo rifiuto, non sapeva che cosa prendeva alla vipera ma era sicura che centrasse Helena.
La Garcia era una donna molto determinata e sapeva il fatto suo, così con molta convinzione si avvicinó a lui.

Si avvicinó a quegli occhi che guardavano altrove, guardavano dentro di sé per ricordare il colore di un azzurro più caldo ed intenso.

«Non hai proprio voglia di allenarti stamattina a quanto vedo.» si sedette accanto a lui accavallando le gambe.

Le iridi della vipera scattarono nelle sue infastidite.
Odiava chi voleva impicciarsi in affari che non gli riguardavano.

«A quanto vedo nemmeno tu.» ribatté iniziando a srotolare le fasce alle mani. «Gli attrezzi per le divas sono dall'altra parte.»

Lei indispettita lo fulminó con lo sguardo, ció nonostante rimase lì seduta al suo posto mentre Randy ignorandola sistemava i pesi.
Voleva lui di nuovo. Certo non provava niente per Randy ma era stata ferita nell'orgoglio con quel rifiuto e voleva vendicarsi almeno in parte.
Non ci voleva molto per riuscire a farlo, doveva solo aspettare il momento giusto.

E quel momento giusto si stava rivelando ai suoi occhi provocandole un sorriso furbo.

**

Helena per qualche sconosciuto motivo si era svegliata di buon umore quella mattina.
Aveva un sorriso sulle labbra che tutti avevano notato in quella federazione.
Non riusciva nemmeno lei a spiegarsi il perché o forse si.

Le emozioni che provava in compagnia di quella vipera la rendevano diversa, la rendevano felice.
Non poteva trattenere ormai il sorriso che lui le faceva nascere, non poteva negare i sentimenti che provava per lui.

In My Veins.||In Revisione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora