22-The Pain Of Love.

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'..Scendi piano..
Sei neve su di me..
Leggera tocchi il suolo..
Io terra fertile..
Stenditi..
Togli le paure..
Copri le pianure..
Bevi dalle vene..
E avvolgimi di vita sempre..
Io dai silenzi oscuri ti proteggeró..
Accendimi a luci spente..
Poi sciogliti piano così..
Dolcemente..
Tocca piano la mia inquietudine..
Infondo siamo forti e sensibili..
Spogliami delle mie paure..
Siamo anime pure senza più catene..
Sconvolgimi la vita sempre..
Io dai silenzi oscuri ti proteggeró..
E accendimi a luci spente..
Poi sciogliti piano così..
Dolcemente..
Finalmente..'

Non voleva alzarsi quel giorno.
Si rigirava nel letto da quasi quindici minuti con un mal di testa che non le lasciava scampo.
Difficile dormire quando i troppi pensieri le affollavano la mente. Pensieri rivolti tutti ad una sola persona.

La sera precedente con una tazza di cioccolata calda, si era seduta sul suo letto e aveva cercato di capire come da quel disprezzo che provava per Randy fosse passata ad innamorarsi di lui.

Già, quella sua spavalderia la trovava ora affascinante, quel suo ghigno ora l'attirava come se l'avesse sempre amato e quegli occhi erano due calamite di ghiaccio per lei.

Aveva gli occhi puntati sul soffitto in attesa di scoprire se quello fosse stato solo un sogno, solo una semplice fantasia ma ogni volta che chiudeva e apriva le palpebre, il suo pensiero non cambiava anzi la sua figura era fissa nella sua mente.

«Helena ma che ti é successo?» si chiese voltandosi verso la finestra.

La luce fioca le sfiorava il viso, i raggi del sole leggero la scaldavano mentre le sue iridi si erano incantate a fissare il cielo, quella mattina, azzurrissimo.

Non riusciva a capire, non riusciva a capirsi. Si era ripromessa tante volte di non cadere nella trappola dei soliti maschilisti e stupidi uomini, li odiava quelli come lui.
Già odiava quelli come lui ma non odiava lui.

Con lentezza si mise a sedere, per fortuna non aveva un orario preciso per andare in federazione o avrebbe sicuramente fatto tardi, non che fosse stata mai precisa da quando lavorava in quel posto ma questa volta avrebbe fatto più tardi del solito.

«Dio!!» imprecó. «Esci dalla mia testa brutta vipera!!!» si alzó stufa dirigendosi in bagno.

Aveva bisogno di una bella doccia fredda per togliere almeno fisicamente il suo profumo dalla pelle.
Perché la dolce Helena era consapevole che oramai avrebbe dovuto convivere con la consapevolezza di avere una vipera sempre nei pensieri.

Perché l'amore induce alla pazzia più pura.
Soprattutto se si tratta di una vipera velenosa.
Il veleno puó arrivare dritto nell'anima e avvolgerla fino a consumarne ogni fibra di vita.
Una vita ormai velenosa.

**


Gli occhi coperti da lenti scure saettavano da una visuale all'altra a causa dei 120 km orari con cui sfrecciava per le strade con la sua camaro.

Sapeva di essersi comportato da idiota e nonostante si stesse dando dello stupido da quando era partito da casa con l'intento di andare da lei, ci stava andando lo stesso.
Stava andando contro tutti i suoi propositi e non riusciva a capire quella ragazza che cosa gli aveva fatto per arrivare a quel punto.
Non riusciva a capire come si fosse ridotto fino a quel punto.

Il grande Randy Orton stava rincorrendo una ragazzina che non aveva fatto altro che danneggiarlo.
Gli stava danneggiando quella corazza che si era creato in tutti questi anni. La stava mandando letteralmente in frantumi.
Quegli occhi del suo stesso colore lo stavano indebolendo, stavano man mano prosciugando tutto il veleno e questo non andava per niente bene, lo sapeva.

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