A Federico Leonardo Lucia non piacevano gli uomini. Non aveva problemi con le persone che si identificavano nella categoria di omosessuali, affatto, sapeva che un paio dei suoi amici erano gay e andava bene. Era normale. Ma per lui, non lo era. Non era convenzionale. Sua madre era di altri tempi, sarebbe stato un argomento per chiacchiere inutili nella loro parrocchia e dare spettacolo era qualcosa che avevano sempre voluto evitare. Ma per Federico non era un problema, perché lui sapeva di essere etero e sapeva che quelli non erano i suoi problemi.
Almeno, lo pensava finché non arrivò Michael.Era in prima superiore e già si sentiva un piccolo adulto. Non amava la scuola, quale sano di mente l'avrebbe fatto? Era solo l'ennesimo posto che lo avrebbe costretto a fingere di essere quello che non era e quello che la gente voleva che lui fosse. Ci era abituato, ormai, perché era una routine cominciata a casa, e più passavano gli anni, più perdeva quella persona che voleva essere e si convinceva che chi era era la persona che era veramente. Rimuginarci sopra gli faceva scoppiare la testa, così ormai non ci pensava più.
Qualcosa cambiò quando incontrò Michael. Era stato un primo incontro abbastanza strano.
C'era gente che non si faceva problemi ad ammettere di essere omosessuale, altra che preferiva nasconderlo. Di quei tempi era tutto comprensibile, un po' meno lo era il comportamento degli omofobi.
Federico stava passando per il cortile con i suoi nuovi compagni di classe, si stavano già lamentando del nuovo orario quando un ragazzo cadde a terra dietro di loro. Si fermarono, un po' sorpresi dal rumore, ma poi si resero conto che il ragazzo era stato spinto e un altro gli era sopra a tirargli pugni sul viso già sanguinante.
"Ehi, fermi!" esclamò Federico. Si avvicinò all'aggressore e lo prese per un braccio, cercando di allontanarlo. Il ragazzo rimase con i suoi occhi pieni di disgusto puntati sul ragazzo a terra che pian piano cercava di mettersi seduto.
"Che cazzo state facendo, siete impazziti?" esclamò il suo amico Alessandro tenendo una mano in avanti.
"Quel frocio di merda mi stava fissando!" urlò l'altro e fece per buttarsi sul giovane a terra ma Federico lo precedette e si mise in mezzo. Voleva solo bloccarlo ma finì per spingerlo un po' troppo forte.
"Stiamo calmi, okay?" disse Federico.
"Tu stai calmo, io quello lo meno!" urlò di risposta e quando Federico diede segno di non volersi muovere, il ragazzo si buttò su Federico e volarono altri pugni.
In dieci minuti si ritrovarono lui, Simone (questo era il nome dell'omofobo di turno, aveva scoperto) e il ragazzo malmenato davanti all'ufficio del preside.
Simone era dentro all'ufficio, si sentivano urla uscire e insulti volare per aria, parole che fecero sorridere Federico.
"Seconda settimana di scuola del primo anno e già in presidenza. Bel modo di cominciare le superiori" disse. Si girò a guardare il ragazzo e provò a regalargli un sorriso ma l'altro non era proprio in vena di ridere. Teneva il ghiaccio premuto sulla guancia e con un fazzoletto si puliva il sangue dalla bocca. "Ti fa male?".
All'altro scappò una risata. "Ci sono abituato".
"Mi dispiace".
"Non importa. È quel che succede quando sei gay. People are stupid".
"Non sei di queste parti, vero?".
Il ragazzo questa volta trovò forza nei suoi muscoli per ricambiare un sorriso.
"No, sono inglese. Ho origini di Libano, a dire il vero. Ma sono cresciuto in Londra".
"Si sente. Da quanto vivi qui?".
"Sei ani, circa".
Federico scoppiò in una forte risata e dovette mettersi una mano davanti alla bocca per ridurre il suono. Una segretaria gli sibilò di far silenzio.
"Cosa fa così ridere?" chiese l'altro.
"Hai detto ani. È anni, con due 'n'. Mi ha fatto ridere".
Il ragazzo cominciò con una risata a singhiozzo e nascose il viso nella sua mano.
"Faccio ancora sbagli elementari" rispose dopo essersi calmato.
"Sono Federico, comunque" disse Federico allungando la mano.
"Michael" rispose ricambiando la stretta del ragazzo.
Federico sentì come una scossa percorrere le loro mani unite e sebbene la ignorò, il suo cuore non lo fece.
Simone uscì di corsa dall'ufficio e non si fermò neanche a lanciare un paio d'occhiatacce infuriate ai due seduti. Sfrecciò via e il preside chiamò Federico.
"Ehi" disse Michael quando Federico posò la mano sulla maniglia. Si girò e i loro sguardi s'incrociarono. Michael sorrise.
"Grazie" disse. "Per avermi difeso".
Federico gli sorrise, annuì leggermente ed entrò nell'ufficio del preside.
Quella sera a cena sentì la solita ramanzina della madre, ma a lui non importava molto. Aveva quel sorriso riconoscente in testa a dirgli che aveva fatto la cosa giusta e sinceramente gli andava bene così.
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ANGOLO HEART ♥
Buonasera!
Son tornata con una long questa volta :D
Questa storia è nata mentre ascoltavo All She Wants di Mika, mi sono messa a fantasticare su un possibile video musicale con tutti i giudici di X-Factor ed è nata questa storia.
A dir la verità era nata come OS, poi sono arrivata a 16 capitoli, poi 20 e adesso è a 32. LOL.
La storia è tutta bella che finita quindi potrò aggiornare ogni giorno (salvo imprevisti!) :3Piccole info:
- la storia racconterà gran parte della loro vita quindi ci saranno tanti salti temporali tra i vari capitoli
- in questa storia Federico è solo due anni più piccolo di Michael
- avendo immaginato un video con i giudici, avevo pensato ad Elio e Skin come genitori di Federico e quindi in questa storia i genitori avranno i loro nomi e anche qualche tratto della loro personalitàHo scritto anche troppo, scusatemi! Se siete arrivati fin qui allora grazie ♥
Un po' di Midez love a tutti voi! :)
- heartcremisi
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Amore che vieni, amore che vai
FanfictionIn un mondo alternativo dove Federico conosce un certo Michael alle superiori, dove Michael fa scoprire nuove emozioni a Federico, dove imparano a diventare Mika e Fedez. Midez!AU WARNING: questa fanfiction è piena di angst. Forse anche troppo. Chie...