29. // come un raggio di sole d'inverno

786 54 35
                                    

Il sole splendeva quel giorno e dopo una settimana di interminabile pioggia primaverile, Federico aveva quasi pensato che sarebbero stati costretti a rimandare il matrimonio. Il tempo li aveva graziati il giorno prima e quel giorno tutto sembrava andare a gonfie vele.
Guardò il suo riflesso davanti allo specchio e sorrise.
Si ricordò di come avevano annunciato il loro matrimonio alla famiglia di Michael. Li avevano invitati a casa loro per una cena e trovare un giorno dove fossero tutti disponibili fu difficile, ma alla fine ci riuscirono. Dopo cena portarono in tavola una torta e quando gli invitati lessero la scritta "We're getting married" sopra di essa, Joanie scoppiò a piangere e la coppia si ritrovò sommersa da un abbraccio collettivo.
Con i suoi avevano usato un altro approccio, erano andati da loro un pomeriggio e con calma gliel'avevano detto. Stefano li aveva abbracciati felice e Deborah aveva ammesso che non era pienamente d'accordo, ma che ci sarebbe stata. Poteva non essere d'accordo sulle loro scelte ma gli rassicurò che gli voleva bene e che vederli felici le bastava.
Ed eccolo lì, per la seconda volta vestito da sposo, questa volta senza neanche un filo di dubbio su chi l'avrebbe aspettato all'altare. Essere lì in quel momento gli fece capire che forse avrebbe dovuto capirlo prima che sposare Giulia era la cosa sbagliata, perché quei sentimenti d'incertezza e paura che aveva provato quel giorno non erano mai spariti e ignorarli era stata una pessima idea.
"Federico, sei pronto?" chiese la madre entrando nella stanza. L'uomo si girò e sorrise annuendo.
"È già ora?".
"Sì, Joanie mi ha detto che Michael è pronto. Stanno tutti aspettando voi".
"Okay, allora andiamo".
La madre si avvicinò al figlio e gli sistemò la lunga cravatta nera che ricadeva sul vestito del medesimo colore. Gli stava proprio bene, lo smoking.
"Sono felice che tu sia qui, mamma".
"Oh, anche io, anche se magari non sembra. Tu lo ami?".
Continuava a chiederglielo, ogni volta che si toccava l'argomento, ogni volta che Michael entrava nella conversazione, Deborah gli chiedeva se lo amava. All'inizio Federico pensò fosse perché sotto sotto la madre sperasse ancora che lui cambiasse e tornasse ad amare una donna, ma poi, con il passare del tempo, notò qualcosa nella voce della madre che gli fece cambiare idea. Sembrava quasi che continuasse a chiederglielo per averne conferma, per capirli meglio. Forse aveva bisogno di sapere che si sarebbero amati per tutta una vita per accettarli del tutto.
"Sì. Lo amo con tutto me stesso".
"Che cosa avresti fatto se non l'avessi incontrato?".
Rise a quelle parole, perché cinque anni prima nel giorno del suo primo matrimonio, aveva avuto la stessa conversazione con Michael.
"Avrei trovato un modo per incontrarlo".
A Deborah bastarono quelle poche parole per capire.

xxx

Le lacrime erano d'obbligo ai matrimoni, soprattutto da parte dei famigliari, e quando Michael e Federico si scambiarono le loro promesse non vi fu una persona in quella stanza che non avesse gli occhi lucidi o colmi di lacrime. Perfino il ministro Brooks, l'uomo che aveva accettato di sposarli, se ne asciugò via una.
"Federico. Ancora faccio fatica a realizzare che tu sei veramente qui, davanti a me, davanti alle nostre famiglie, pronto a fare questo passo con me. Sembra ieri che mi baciavi per la prima volta e quella sensazione di speranza che ho provato quella notte non è mai sparita. Speranza per un futuro che adesso abbiamo, speranza di poterti amare come mi dettava il cuore, speranza per un mondo migliore accanto a te. La mia promessa oggi a te è quella di non perdere mai questa speranza, di amarti senza limiti e di rimanerti accanto, nel bene e nel male, anche quando tu non vorrai vedermi, soprattutto quando sarai arrabbiato con me. Prometto di amarti e di non perderti più, perché perderti due volte è stato già troppo."
Le loro mani si strinsero e Federico soffocò una risata tra le lacrime. Poi, prese parola.
"Nella vita c'è sempre quel momento dove capisci che tutto cambierà, quel momento dove sai che sarà tutto diverso. Quel momento per me è stato stringerti la mano quel giorno davanti all'ufficio del preside, perché anche se noi non lo sapevamo, i nostri cuori già si appartenevano. Da lì è cambiato tutto e tu mi hai salvato, Michael. Mi hai fatto capire chi sono, chi posso amare, chi posso diventare. Non ti prometto rose e fiori nella nostra vita, perché avremo i nostri alti e bassi, momenti dove litigheremo e altri dove ci sarà solo il nostro amore. È questo che ti prometto, una vita, vera, insieme a me".
Il ministro chiese che vennero scambiati gli anelli e Amira e Melachi si avvicinarono quando i padroni le fecero segnale. Si fermarono davanti a loro, tra i mormorii di tenerezza degli invitati, e Michael prese il primo anello dal cuscino sul dorso di Melachi.
"Con questo anello io, Michael, prendo te Federico come mio sposo".
Un brivido gli percorse il corpo e Federico prese l'altro anello dal cuscino di Amira. Con un buffetto sul naso i due cani ritornarono ai piedi di Zuleika, dove anche Guè e Chewie li aspettavano.
"Con questo anello io, Federico, prendo te Michael come mio sposo".
E niente suonò più giusto in quel momento.

Amore che vieni, amore che vaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora