32. // un lieto fine

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Federico salì gli scalini con passo felpato e prima di oltrepassare le tende che lo dividevano dal palco, si girò a guardare la sua famiglia.
Michael aveva in braccio Eloïse e incitava la figlia a salutare il padre. La piccola cominciò a muovere la mano freneticamente e mostrò i suoi due piccoli dentini con il suo grande sorriso.
Quando avevano trovato Annabeth, lui e Michael avevano deciso di unire il loro sperma per non dover decidere chi sarebbe stato il padre biologico, perché non avevano mai parlato di avere altri figli e in quel modo sarebbe stata di tutti e due. Ma da quando avevano parlato di un secondo figlio, avevano fatto il test del DNA e Federico non fu per niente sorpreso di scoprire che Eloïse era di Michael.
I suoi ricci dorati ne erano la prova e lui vedeva così tanto del marito in sua figlia che non aveva mai avuto dubbi. Ora sarebbe toccato a lui.
Mandò un bacio volante alla figlia, che goffamente lo prese e ne inviò uno a sua volta. Federico sorrise e si girò per raggiungere quei fan che urlavano il suo nome, quelle persone che erano andate fin lì solo per ascoltare lui.
Salì sul palco e la sua musica lo avvolse. Non si era mai sentito così vivo come in quegli anni.

xxx

Avere un altro bambino fu più complicato del previsto. Contattarono di nuovo Annabeth e furono sorpresi quando la donna accettò di nuovo di fargli da madre surrogata. Si erano sentiti, qualche volta, in quegli anni ma mai per Eloïse. Annabeth aveva detto che non la percepiva come sua figlia, lei era stata solo quell'aiutante che aveva contribuito a far nascere la loro di bambina.
Federico non si preoccupò troppo quando Annabeth gli portò il primo test di gravidanza negativo, perché anche con Eloïse avevano dovuto aspettare il secondo tentativo, ma quando tornò dal terzo appuntamento con il dottore con un altro esito negativo, Federico entrò nel panico.
"Forse dovresti essere di nuovo tu il padre" disse una sera Federico. Erano nel loro letto nella casa a Milano ed Eloïse stava dormendo tra di loro. Michael si sporse quanto bastasse per dargli un bacio.
"Non stressarti, è solo peggio. Vedrai che questa volta andrà bene".
"E se non dovesse? Annabeth sta passando le sue giornate in ospedale con i medici, non voglio che continui a farlo. Forse sono sterile, ci hai mai pensato?".
"Honey, come on. Sei troppo stressato".
"Ci sarà un motivo se Eloïse è tua".
nostra".
"Biologicamente, intendo".
"Senti, se dovesse andare ancora male facciamo test di sterilità e ne riparliamo ma per adesso tu stai calmo, okay?".
Federico annuì e provò ad essere positivo ma il suo cuore gli diceva che non sarebbe andata bene. Cominciò a convincersi di essere sterile e che il prossimo figlio sarebbe stato ancora di Michael e a pensarci sentiva che non gli sarebbe dispiaciuto, che non si sarebbe sentito messo da parte se i loro figli fossero stati tutti biologicamente di Michael.
Michael non smise mai di essere ottimista e quando Annabeth tornò dal quarto appuntamento con un test positivo, Federico capì un po' meglio il desiderio che aveva avuto il marito di farla trasferire a casa loro.
Nove mesi d'ansia dopo, Federico prese in braccio il piccolo Joseph mentre Michael sveniva accanto a lui.
Ci aveva messo un po' ad arrivare ma ne era decisamente valsa la pena.

xxx

I raggi del sole gli stavano accarezzando il viso e con gli occhi chiusi poteva solo sentire pace, anche se attorno a lui regnava il caos.
Federico aprì gli occhi e sorrise.
Erano a Milano, era estate e si erano riuniti tutti nella loro nuova casa milanese per festeggiare il compleanno di Michael. Da quando era nato Joe avevano deciso di cambiare casa perché l'appartamento non era molto grande e adesso potevano decisamente permetterselo.
Erano nel giardino e i rimasugli della grigliata erano freddi sul tavolo.
Eloïse stava correndo per il giardino mentre il fratellino provava a prenderla. Aveva da poco cominciato a camminare e la sorella adorava farlo correre, forse perché così la sera si addormentava presto e poteva godersi le attenzioni dei genitori un po' di più. Non aveva problemi a mostrare quanto fosse gelosa del fratello, ma non aveva neanche problemi a mostrare quanto bene gli voleva.
"Eloïse, be careful with your brother!" le urlò Michael quando cominciò a correre intorno ai tavoli. Come risposta ricevette una risata dalla figlia e Deborah lo rassicurò che li avrebbe tenuti d'occhio. Michael la ringraziò e andò a sedersi accanto al marito.
Per un po' non si parlarono, rimasero a guardare la loro vita che camminava davanti a loro.
Le loro madri erano intente a parlare e a sorridere guardando i nipotini giocare, il padre di Federico stava parlando con Fortuné e le altre sorelle con le rispettive famiglie erano attorno al tavolo a confabulare sulla loro quotidianità. In quel momento, era tutto perfetto.
"A cosa stai pensando?".
Michael si girò e incontrò i caldi occhi del marito. Sorrideva, felice, con lo sguardo un po' stanco anche.
"Penso che sono felice" rispose Michael. "Penso che stiamo bene".
Federico gli prese la mano e ci lasciò un dolce bacio sopra.
Avevano avuto i loro alti e bassi, nella vita.
Federico aveva avuto la sua mancia di problemi con il suo lavoro, perché un rapper non era mai ben visto, e un rapper sposato con un cantante inglese e gay lo era ancora meno.
Così come Michael aveva avuto il suo periodo nero tra critiche pesanti e insulti sulla sua carriera e vita personale. Sapeva affrontare tutto, combatteva le ingiustizie con unghie e denti, ma quando tornava a casa si sentiva solo sprofondare.
Poi era nato Joseph, il mondo aveva cominciato a diventare di nuovo luminoso, e le critiche gli erano scivolate addosso come acqua sulle rocce.
Avevano vissuto insieme il loro bene e anche quel loro male che a volte si era presentato.
Quando il piccolo Joe si era preso la polmonite a appena un anno, Federico e Michael avevano temuto il peggio. Federico cominciò a non dormire più, s'incolpava perché un pomeriggio non aveva messo il cappello più pesante al figlio, e aveva paura, tanta paura, poi Michael lo aveva abbracciato e il figlio era guarito nel giro di un mese.
Avevano avuto paura di perdere tutto quando per tre mesi non fecero altro che litigare e Michael cacciò Federico via di casa. Federico temette seriamente che quella busta appena ricevuta da parte del marito fossero le carte del divorzio, invece era una lettera di scuse dove gli chiedeva di tornare a casa.
Avevano avuto una vita insieme, l'avevano vissuta, e ancora non era finita.
Ed ora eccoli lì, in quel giardino, a vivere il momento.
"Quando ricominci il tour?" chiese Federico.
"Oh, non prima di prossimo anno. Ho tutto l'inverno per stare con la mia famiglia" rispose Michael e Federico sorrise. "Tu?".
"Comincio il tour a fine novembre, mi terrà occupato un paio di settimane".
"Ti perdi i biscotti di Natale!".
"Beh, possiamo farli anche quando torno".
"A Eloïse non piacerà questa notizia".
"Mi farò perdonare".
In quel momento sentirono un pianto e la loro attenzione si catapultò sui loro figli. Eloïse li stava raggiungendo con il volto abbassato e le mani conserte dietro la schiena, mentre Joe correva piangendo verso di loro.
"Ehi, che è successo?" chiese Federico. Michael prese in braccio Joe e il piccolo si strofinò gli occhi ancora coperti di lacrime.
"Gli ho preso un gioco dalle mani ed è caduto. I didn't mean to hurt him, dads!".
Federico prese in braccio la figlia e sorrise.
"Devi stare più attenta, sai che Joe fa ancora fatica a stare in piedi".
"I'm sorry".
"It's okay, sweetie.
Prossima volta stai più attenta, okay?".
Eloïse annuì e si avvicinò al fratellino per dargli un bacio sulla guancia. Joe rimase avvinghiato al padre e i due genitori sorrisero.
"Andiamo dalle nonne, coraggio!" disse Michael alzandosi. Federico prese la mano della figlia e raggiunse il marito al tavolo.
Risate echeggiarono attorno a loro mentre Joanie raccontava come le sorelle più grandi erano solite fare dispetti a Michael, perché tra fratelli quello era normale.
Federico ascoltava, seduto con la figlia in braccio, e ogni tanto guardava Michael che ancora cercava di far smettere il piccolo di piangere.
Erano lì, insieme, in un futuro che nessuno dei due avrebbe mai pensato si sarebbe veramente realizzato.
Non ci avevano minimamente pensato quei due ragazzi che si stringevano la mano per la prima volta davanti all'ufficio del preside.
Neanche quei due ragazzi che si scambiavano il primo bacio, perché come potevano pensare che sarebbe durata?
Di sicuro non quei ragazzi che si dicevano addio non sapendo che si sarebbero ritrovati due anni dopo.
Forse ci avevano sperato un po' quei due giovani uomini che confessavano di essersi sempre amati proprio quando avevano rischiato di perdersi per sempre.
Ci avevano creduto ancora un po' di più i due uomini che giuravano di amarsi davanti alle persone più importanti della loro vita.
E forse lo sapevano, anche se sempre con poche certezze, quei neo genitori che stringevano la loro bambina per la prima volta.
Loro, alla fine, un lieto fine erano riusciti a trovarlo.



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ANGOLO HEART
Prima di tutto scusate il ritardo. Ovviamente oggi ho finito di lavorare più tardi del previsto e a casa ho avuto parenti fino a tardi. Mi pare ovvio, con tutti i giorni disponibili, tutto oggi doveva succedere.
(Mi hanno fatto fare tardi al matrimonio dei Midez, mannaggia!).

Il titolo era un grande spoiler, ma insomma. Era quello giusto.
Posso essere angst quanto volete, ma il lieto fine è qualcosa che ci sta sempre.

Mi piange il cuore a scrivere questa nota (son drammatica, ormai dovreste averlo capito!).
Oggi l'ho proprio sentita diversa come giornata, perché sapevo che stasera avrei finito tutto, sapevo che era l'ultima volta e mi fa così strano.
Io devo ancora realizzare che ci sono veramente arrivata in fondo, con voi, con così tante emozioni. Tutte le vostre parole, sono state qualcosa di meraviglioso! Anche quando mi mandavate minacce di morte, sì. Lì ammetto di aver riso come non mai perché sapevo che sarebbe finita bene, ma vi avevo messo così tanta paura da farvi dubitare fino all'ultimo!
Siete persone fantastiche, non smetterò mai di pensarlo e mi mancherà tantissimo svegliarmi nel bel mezzo della notte per leggere le vostre recensioni. Tornerò a leggere i vostri commento-sclero, ve lo posso assicurare. ♥

Quindi, vi ringrazio, dal profondo del mio cuore perché mi avete fatto sentire speciale e non mi sono mai sentita così in vita mia. Sono drammatica, esagero, sì lo so, ma è vero. Mi sono messa in gioco, ho visto cosa può e non può andare, ho visto le vostre reazioni, è stato un viaggio assurdo! E ho imparato anche tanto (tipo che odiate i salti temporali, e comincio ad odiarli anche io).

Questa storia si chiude qui, ma ne ho altre in programma, per chi fosse interessato.
Avevo intenzione di darvi una meno angst subito dopo questa, ma ci sto mettendo più del previsto a scriverla, quindi mi sa che arriverà prima la angsty fic. Che gioia, eh? Non so quando la pubblicherò, ma una o due settimane di pausa mi servono (aggiornare ogni giorno è faticoso!).
Vi do una piccola anteprima. O meglio, la trama breve breve. Così almeno sapete a cosa state andando in contro!
La prossima storia non sarà AU. È ambientata in un futuro prossimo dove Fedez e Mika stanno insieme e cercano di affrontare le conseguenze che ha portato un incidente stradale in cui sono stati coinvolti.
ALLEGRIA. Qui gli avvisi angst li metterò, a palate, perché vi serviranno. 

E con questo, miei cari, vi saluto. Ho paura di aver dimenticato qualcosa, so già che domani mi verranno in mente tremila cosa da dire ma fa lo stesso. Sono la fata smemorina, io.
Ancora grazie per tutto quanto. Per avermi sopportata, supportata, minacciata, adorata (che cosa strana da dire), per tutto! È stato un viaggio meraviglioso!
Non posso dire a domani, ma posso dirvi a presto.

Vi voglio bene e non lo dico tanto per. Davvero, vi voglio bene.
Un bacio enorme e che la forza dei Midez sia sempre con voi!

- heartcremisi aka Morgana la fatastrega.

Amore che vieni, amore che vaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora