8. // due ragazzi e un cuore

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La sveglia di Michael li avvisò che la mattina era già arrivata e che una giornata piena di ripetitivi impegni li aspettava. Federico si stiracchiò appena e il lungo braccio di Michael andò a buttarsi sulla sveglia, spegnendola bruscamente. Solo in quel momento si resero conto di essere ancora abbracciati e di avere le gambe incastrate tra loro. I loro sguardi si incrociarono e forse per un momento Federico sperò tanto che il ragazzo si fosse dimenticato del bacio avvenuto la notte prima, ma quando l'inglese sorrise dolcemente passando il suo sguardo tra le sue labbra e i suoi occhi, Federico capì che non era arrabbiato.
"Buongiorno" sussurrò Federico. Michael si sistemò tra le sue braccia e sospirò.
"Buongiorno" rispose. "Voglio stare a casa oggi".
"Allora non ci muoviamo da qui".
"Perdi un giorno di scuola".
"Non è la fine del mondo".
"Tua mamma no si arrabbia?".
"Le ho già detto che non saremmo andati a scuola oggi. Stranamente quando qualcosa riguarda te me le fa passare tutte".
Michael rise e Federico accarezzò il taglio sulla sua guancia.
"Ti fa ancora male?" chiese.
"A little bit. Ma non troppo. Sopporto".
"Tu sopporti troppo, Mik. Dovresti rilassarti un po', goderti la vita".
"Non è facile, e tu lo sai".
Federico si avvicinò al volto dell'amico – che poi, chiamarlo amico ora suonava ancora più strano – e posò un dolce bacio sulla ferita sulla guancia.
"Ma puoi provaci" rispose. Non disse altro, si limitò a passare baci su tutto il suo viso. Sulla guancia, sulla ferita poco sopra il sopracciglio, dall'altra parte, sul naso, vicino agli occhi e poi, dopo diversi momenti di esitazione, si fermò sulle labbra.
Non capiva perché continuasse a ritornarci, non capiva neanche come avesse potuto baciarlo la sera prima, ma anche adesso gli sembrava la cosa giusta. Se era gay? Non lo sapeva, non amava le etichette. Voleva poter essere libero di amare chiunque il suo cuore volesse, maschio o femmina non importava. Probabilmente sarebbe stato quello che la gente chiamava bisessuale, perché di Giulia era davvero innamorato, o lo era stato comunque. Forse, però, si era innamorato prima di Michael e lo aveva nascosto a sé stesso per paura del mondo.
I suoi pensieri vennero interrotti da Michael che ricambiava il bacio. La sua mano andò a posarsi sul petto del milanese e pian piano salì a cingergli il viso, per avvicinarlo, per sentirlo più vicino. Dalla loro comoda e quasi romantica posizione, Federico si spostò a cavalcioni su Michael e quello che prima era un semplice bacio, ora si stava trasformando in passione repressa. Le loro mani si persero tra i capelli e sotto i vestiti, le loro fronti si sfiorarono in più occasioni e dopo un'iniziale timidezza le loro lingue si incontrarono a metà strada, cominciando a conoscersi.
Si staccarono dopo quella che era sembrata un'eternità, ansimanti, ancora avvinghiati.
"Fede..." sussurrò Michael. "Che sta succedendo?".
Bella domanda, pensò Federico. Non lo sapeva neanche lui. Non pensava neanche lontanamente di essere capace di fare certe cose. Tradire era una di quelle, perché stava baciando un ragazzo, Michael, il suo Michael, e quello era tradire.
"Non lo so..." rispose. Si spostò dal corpo del più grande e si sedette accanto, sbuffando sonoramente. "Non lo so, cazzo".
"Tu ha Giulia".
"Lo so".
"E allora perché hai baciato me?".
Michael probabilmente si aspettava l'ennesimo "Non lo so", ma quando Federico lo guardò con quell'aria colpevole e quasi maliziosa, il suo cuore fece un salto di gioia.
"Perché lo volevo" rispose. "Non so da quanto, ma lo volevo. E non sono pentito".
"Sei sicuro? Tu non sei gay".
"Potrei esserlo, no? Tu a che età l'hai capito?".
"A sette anni".
"Ah. Beh, ognuno ha i suoi tempi. Potrei essere bisessuale. Sinceramente non m'importa, sono solo etichette! Io voglio stare con te".
E gli uscì così, di getto, senza averci pensato su, perché se ci avesse pensato sarebbe venuto fuori il putiferio. Avrebbe negato i suoi sentimenti, avrebbe perso tempo a fingere e avrebbe perso anche Michael, con il passare del tempo. Per una volta non pensare gli aveva giovato.
"Vuoi stare con me?".
Michael era allibito. Sconvolto. Compiaciuto. Federico lo guardò in silenzio per un paio di minuti e Michael quasi riuscì a vedere i suoi pensieri. Poi il più giovane gli prese le mani e fece tre respiri profondi.
"Senti, ormai me la sono giocata. Ti ho baciato, due volte, mi è piaciuto e voglio di più. So che non c'è modo di tornare indietro, alla nostra amicizia com'era prima di questo strano coming-out, quindi sarò sincero. Non posso prometterti niente. Né amore, né sicurezza, niente, perché rimango un adolescente e potrei avere strani cambi d'umore. Ma posso dirti che provo qualcosa per te, che voglio stare con te. Forse ho da sempre una cotta per te, non lo so! So solo che con te sono me stesso e non voglio che finisca".
Michael neanche si aspettava tutto questo, non pensava fosse possibile che il suo migliore amico, il ragazzino di cui si era innamorato dal primo giorno che lo aveva difeso, stesse davvero ricambiando i suoi sentimenti. Non gli importava, in quel momento, che avrebbe dovuto tenere ancora una volta tutto nascosto. Poteva avere Federico, gli bastava. Lo abbracciò, forte, e un sorriso gli scappò dalle labbra.
"Però..." continuò Federico, rompendo l'abbraccio. "Non sono ancora pronto per il mondo. Sarebbe una cosa solo tra noi, dovremmo essere solo migliori amici in pubblico. Se...se per te è troppo, io...".
Federico fu solo felice di essere interrotto dal bacio di Michael, perché continuare quella frase, dire che si sarebbe fatto da parte se non avesse accettato quella condizione, gli faceva troppo male. Anche solo pensarlo. Così quando le loro labbra si ritrovarono in un dolce bacio, lui sorrise.
"Non te lo chiederei mai, Federico. So cosa pensano tuoi. So come va il mondo, è triste. Ma tenere nascosti noi non è problema. Se io ho te, va tutto bene. Mi basta questo".

Fu una mattina di rivelazioni alquanto felici e furono solo contenti di aver saltato la scuola quel giorno.
Pranzarono con la pizza d'asporto, il pomeriggio giocarono con la playstation che Federico aveva piazzato nel suo appartamento – perché sua madre a casa non gliela faceva usare così spesso – e poco prima di andare via, Michael suonò una canzone per Federico. Era sua, senza titolo, ma aveva un'armonia che riempiva il cuore. Finita la canzone Federico baciò l'inglese e quasi pensò di dire alla madre che avrebbe dormito lì anche quella notte.
Ma poi convennero che era meglio tornare alla routine e così, poco prima di cena, Federico salutò Michael.
"Ci vediamo domani a scuola?" chiese il più piccolo.
"Certo". Era sulla soglia di casa, Federico si guardò attorno e per essere ancora più sicuro spinse Michael indietro e lo baciò. L'idea del proibito era ancora più eccitante.
"Sai..." disse Michael, le loro labbra ancora vicine. "Mio appartamento può essere il nostro posto".
"Un posto dove essere noi stessi?".
"Sì. Un posto nostro. L'appartamento degli amanti". Michael aggiunse una risata alla fine e questo fece capire a Federico che lui capiva. Capiva che non poteva lasciare Giulia, capiva che sarebbero stati solo amanti. Ma a quanto pare, gli andava bene.
"Allora potrei decidere di studiare qui domani" rispose Federico.
"Mia porta sempre aperta per te" aggiunse Michael. Si diedero un altro bacio, veloce, fugace, e Federico uscì da quel palazzo con un grande sorriso sul volto.
Riaccese il cellulare e questo cominciò a suonare impazzito.
12 messaggi WhatsApp, tre chiamate perse.
I messaggi e una chiamata erano di Giulia, le altre due di sua madre, poi c'erano un paio di messaggi di Alessandro che gli chiedevano se stava male. Si morse un labbro e lesse i messaggi della ragazza.

17/01/2008, 07:58 – Giuls~
Amo', dove sei?
17/01/2008, 08:49 – Giuls~
Non sei in classe. Stai male cucciolo? <3
17/01/2008, 10:27 – Giuls~
Okay, ti ho lasciato dormire, ora mi caghi?

Scorse in fretta i messaggi minatori dove Giulia lo mandava a quel paese, poi arrivò all'ultimo.

17/01/2008, 17:02– Giuls~
Ho chiamato tua mamma. Scusa lo sclero. Sei un ottimo amico per Mik, sono fiera di te! Riposati, ti amo <3

Un po' gli si strinse il cuore a leggere quelle parole. Giulia era una brava ragazza, non se lo meritava. Poi però pensò che al cuore non si comanda e che forse l'avrebbe capito. Si diresse a casa con mille domande in testa, senza risposte. Ma per adesso, poteva prendersela con comodo.





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ANGOLO HEART
Eccomi qui, stavo per incappare in un imprevisto ma una mezz'oretta per aggiornare l'ho trovata ;D
Diciamo che adesso arriva un momento abbastanza fluff/tenero della loro storia, ma altro non vi anticipo! Era giusto per farvi stare tranquilli ahah
Come sempre, grazie per le stelline, commenti, visualizzazioni, tutto!
Un bacione a tutti voi

- heartcremisi

Amore che vieni, amore che vaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora