Non si reputava uno stalker e ben che meno amava farsi nuove amicizie, perché erano sempre imprevedibili e spesso false. A lui bastava quelle che aveva, ma questo non fermò Federico dal cercare informazioni su Michael ogni volta che poteva.
Aveva scoperto che era del terzo anno, sezione A. Questo significava che la sua classe stava al piano sopra al suo, il che rendeva più improbabile incontrarlo durante le pause. Non sapeva perché voleva incontrarlo a tutti i costi, poi. Si erano incrociati nei corridoi qualche volta, si erano salutati e sorrisi, niente di più, niente di meno.
Per fortuna il suo amico Alessandro si era interessato ad una ragazza che frequentava la IC, la classe proprio accanto a quella di Michael, così ogni pausa la passavano davanti a quella classe e qui Federico trovò la sua opportunità.
"Eccola, eccola!" disse Alessandro, strattonando un po' la maglia di Federico. Sorrise all'amico e in quel momento vide Michael uscire dalla classe e sedersi sulla grande finestra con il suo fidato iPod tra le mani – perché quelle volte che lo aveva visto durante le sue escursioni al terzo piano, aveva sempre le cuffiette nell'orecchio.
"Perfetto, sono giorni che la bombardiamo di domande idiote, ora te la cavi da solo" disse Federico e fece per allontanarsi ma Alessandro lo fermò.
"Dove vai, non lasciarmi da solo!" disse in preda al panico.
"Dai cazzo, hai quattordici anni, non fare il bambino" disse e riuscì a staccarsi dalla presa dell'amico. A passo sicuro si avvicinò all'inglese che era già perso nella sua musica. Con un salto poco aggraziato si sedette davanti al ragazzo e gli sorrise. Quest'ultimo si spaventò all'improvviso movimento, e togliendosi le cuffiette ricambiò il sorriso.
"Ciao" disse Michael.
"Ciao".
"Cosa fai qui?".
"Un mio amico mi ha trascinato fin qui per rimorchiare. Ora non ha più bisogno di me".
"E quindi pensavi era buona idea di venire qui da me?".
"Fosse".
"Eh?".
"Si dice fosse. Hai detto era buona idea, non è corretto".
Ci fu un momento di silenzio, perché forse correggere la grammatica di una persona non era proprio il modo migliore per farsela amica e a quel pensiero Federico andò in panico. Stava già per scusarsi e provare a rimediare quando Michael rise. Non era una risata forte e gioiosa, ma leggera e adorabile. Poi Federico scosse la testa e quasi si diede un pungo da solo per aver pensato alla parola adorabile.
"Sono in Italia da anni..." disse e marcò l'ultima parola lanciandogli un'occhiata compiaciuta. "...e faccio ancora tanta fatica".
"Hai ancora tempo per migliorare".
"La prof di italiano non è d'accordo".
"I prof sono degli stronzi".
Scapparono altri sorrisi e risate leggere, seguito da un altro silenzio che però Federico troncò sul nascere.
"Cosa ascolti?" chiese e prese una cuffietta. Era una cosa che faceva quasi sempre quando poteva, amava la musica e cercava sempre qualsiasi contatto con essa. Michael, d'altro canto, s'irrigidì appena il giovane si avvicinò e prese la cuffietta per poi ascoltare la musica che lui si era dimenticato di fermare. Rimase un attimo pietrificato, aspettando un giudizio, uno sguardo disgustato, perché era quello che succedeva sempre.
"Questa non la conosco" disse Federico dopo un po', il suo sguardo corrucciato mentre cercava di collocare la melodia in qualche scaffale musicale.
"Of course you don't" disse Michael in un sussurro. "È mia".
Federico probabilmente stava facendo una faccia decisamente sconvolta, perché quella di Michael era ricoperta dalla paura.
"È tua?" chiese dopo un po'. Michael annuì e Federico quasi saltò in aria, sorridendo. E Michael non capì più niente.
Federico lo bombardò di domande. Gli chiese della sua passione per la musica, della canzone che stava ascoltando, di tradurgli il testo, chiese se era finita, dove l'aveva registrata, se era una canzone felice perché sull'iPod c'era scritto Happy Ending demo come titolo e gli dava una sensazione di speranza.
Michael ci mise un po' a reagire e timidamente cominciò a rispondergli e la campanella suonò troppo presto.
Alessandro perse interesse per quella ragazza della IC e ne puntò una della IID, che stava al loro stesso piano. Ma ormai Federico non aveva neanche più bisogno di una scusa e ad ogni pausa abbandonava l'amico per andare al piano superiore dove Michael, o Mika, come aveva cominciato a chiamarlo, lo aspettava seduto su quella che stava diventando la loro finestra e insieme ascoltavano la sua musica. Federico non si vergognava nel nascondere la sua pura eccitazione nel lavoro del suo nuovo amico e Michael sentiva finalmente un po' di calore venire da un altro essere umano che non fosse sua madre o i suoi fratelli.
Le pause duravano sempre troppo poco per loro e pian piano presero l'abitudine di pranzare insieme sugli scalini. Quando anche quello non bastò più per i loro interminabili discorsi, cominciarono a incontrarsi dopo scuola nel parco. Non sapevano come, ma era diventata una sorta di routine a cui nessuno dei due riusciva a rinunciare.
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ANGOLO HEART ♥
Salve! Prima di tutto scusate il ritardo (cominciamo bene, ahah!), ieri ho avuto il primo imprevisto!Ma tranquilli, dal 23 sarò in vacanza e sarà tuuutto più facile :)Grazie a tutti per le stelline e commenti, davvero, mi riempite il cuore di gioia!
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo, è un po' corto ma tranquilli, ce ne saranno di molto lunghi!Alla prossima! ♥
- heartcremisi
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Amore che vieni, amore che vai
FanficIn un mondo alternativo dove Federico conosce un certo Michael alle superiori, dove Michael fa scoprire nuove emozioni a Federico, dove imparano a diventare Mika e Fedez. Midez!AU WARNING: questa fanfiction è piena di angst. Forse anche troppo. Chie...