Pensare alla parola "amanti" era eccitante, ma esserci dentro lo era ancora di più.
Il vantaggio di avere un amante del proprio sesso è il potersi incontrare nel bagno della scuola per rubare qualche bacio e non essere beccati. Perché se si va a farsi l'amante nel bagno sbagliato, allora lì si che si è fregati. Essere migliori amici poi rendeva il tutto più facile. Nessuno aveva mai messo in dubbio la loro amicizia, i loro abbracci, le lunghe risate, Federico rappresentava il ragazzo etero per eccellenza, nessuno avrebbe mai pensato che quando scappava in bagno, andava a farsi il suo migliore amico gay. Ad un certo punto in classe lo presero per incontinente e cominciarono a maledire le sue lunghe pause pipì – che presero come scusa per evitare l'interrogazione di turno. L'unico a trovare quel comportamento un po' strano era Alessandro.
"Con me non sei così appiccicoso" aveva detto un pomeriggio. Si erano incontrati in un bar e Michael li aveva appena raggiunti.
"È diverso, siamo come fratelli noi" ribatté Federico. "E poi sei tu quello che tiene le distanze in primis!".
"Sì beh, anche tu non scherzi! Prima se ti si abbracciava quasi tiravi un pugno".
"Vuoi che cominci ad abbracciarti, zio?".
"No, ti prego no! Mi fa piacere che l'inglese qui ti abbia reso più umano ma zio, stai lontano da me. Mi basta essere tuo amico".
Michael rise un po' troppo sonoramente quando Federico si lanciò oltre il tavolo per abbracciare Alessandro, che forse cominciò ad urlare un po' troppo a voce alta.Non servì neanche chiudere la relazione con André, per Michael tutto era finito quella sera nel parco. Lo aveva solo incontrato un pomeriggio, contro il volere di Federico che non ne voleva sapere di lasciarlo andare da solo, ma Michael aveva insistito per non essere accompagnato. Era giorno e incontrarsi davanti a scuola era sicuro. André ci provò a scusarsi ma Michael lo respinse e disse, con voce molto pacata, che era finita e che non si sarebbero più rivisti, perché lui di sicuro non voleva più aver niente a che fare con lui.
I loro pomeriggi di studi presero completamente un altro andazzo. Federico si metteva a studiare le sue materie, Michael cercava di cominciare a scrivere almeno la base per la sua tesina e dopo un'ora si ritrovavano a baciarsi freneticamente sul divano, i libri ormai buttati a terra. L'unica cosa che li bloccava era l'improvviso rigonfiamento nei loro pantaloni, perché appena la sentivano si fermavano, Federico imbarazzato e Michael che sorrideva comprensivo.
Non erano ancora pronti a quel passo, almeno non Federico. Sapeva che Michael non era vergine, non si era mai fatto problemi a condividere i pensieri sulle sue serate passionali con occasionali ragazzi (e se la madre di Federico l'avesse saputo, Michael avrebbe perso tutto il suo fascino da ragazzo per bene che emanava), ma lui ancora non aveva perso la verginità.
Giulia aveva detto che voleva aspettare. Si era un po' stupito quando Giulia l'aveva fermato la prima volta che si erano avvicinati a togliersi i vestiti. All'inizio l'aveva presa un po' male ma poi Federico le aveva assicurato che andava bene, che non aveva problemi ad aspettare anche lui. Anzi, adesso gli andava solo meglio, perché aveva Michael e si sarebbe sentito ancora più in colpa ad andare a letto con due persone, ma allo stesso tempo aveva una doppia frustrazione. Michael gli ripeteva che c'era tempo per quello e Federico lo ringraziava sempre con un bacio sul collo.La primavera era arrivata già da un mese e il calore del sole rendeva ancora più difficile nascondere i succhiotti, almeno sul corpo di Michael, anche perché la sua amicizia con Federico e il suo gruppetto di amici stava tenendo i bulli a freno e non si potevano associare quei segni rossi a segni di eventuale bullismo.
Dall'altra parte, Federico non doveva preoccuparsi di nascondere succhiotti e sapeva bene perché. Con Giulia cercava di tenere le distanze, si baciavano appena e se la ragazza avesse visto quel segno rosso, sarebbe crollato tutto, così Michael si limitava a baciare la sua pelle scoperta. Sapeva che doveva lasciarla, ma si era affezionato alla ragazza e la paura di essere scoperto era più forte del coraggio di vivere la sua vita come voleva. Michael continuava a ripetere che capiva, che non c'era fretta. Prima o poi il coraggio lo avrebbe trovato.
Era aprile, il tempo non era del tutto stabile e si sentiva ancora il freddo dell'inverno nell'aria. Michael era a casa di Federico a preparare la tesina. Da un mese avevano deciso di studiare a casa Lucia perché stava diventando troppo distraente studiare da Michael, anche perché non studiavano, passavano più tempo a baciarsi e coccolarsi, e Michael aveva una maturità da dare.
"Ecco qua" disse Deborah entrando in camera del figlio. Appoggiò un vassoio con due fette di torta al cioccolato e due bicchieri di latte accanto al letto. "Fate una pausa, la testa non ragiona più dopo un po'!".
"Grazie Deborah" disse Michael e subito si lanciò sul suo pezzo di torta. Deborah uscì dalla camera lasciandosi la porta aperta dietro.
"Mmmh, sempre buona" disse Michael da disteso. Si girò a guardare Federico e gli lanciò un sorriso ricoperto di cioccolata.
"Vieni qui" disse Federico. Si distese accanto a Michael, buttò un occhio fuori dalla camera e quando vide che non c'era nessuno in vista, lo baciò. Fu uno di quei baci spontanei, pieni di risate e lingue che viaggiavano ovunque. A malincuore Michael dovette spingere via il ragazzo perché ancora una volta stava diventando uno di quei baci da farti togliere i vestiti.
"Non possiamo più studiare insieme, anche qui tu mi baci" disse Michael.
"Non ci posso fare niente, sei troppo irresistibile" disse Federico. Gli diede un bacio veloce, poi prese la sua fetta di torta e si mise comodo sul letto. Stavano mangiando con gusto, ridendo e scherzando, quando sentirono bussare alla porta.
"Ciao papà" disse Federico appena vide il padre salutarlo.
"Ciao ragazzi" disse sorridendo. "Ah, vedo che la mamma vi ha portato la torta!".
"Sì, ottima! Come sempre" disse Michael, ridendo. Si sentiva proprio a casa in quella famiglia.
"Allora vi lascio studiare e vado a prendermene una fetta!" esclamò. Prima di chiudere la porta puntò un dito contro i ragazzi e con il suo solito finto sguardo serio aggiunse "Non sporcate le lenzuola".
Poi chiuse la porta e i due scoppiarono a ridere.
"Tuo papà è sempre il migliore" commentò Michael.
"Per una volta ha chiuso la porta, si dimenticano sempre. Ehi, molla la mia fetta!".xxx
Un po' aveva paura della fine di quell'anno scolastico. Federico non sapeva cosa avrebbe fatto Michael dopo l'estate, sapeva che gli anni precedenti tornava solo per la scuola, e un po' per lui sperava, ma adesso che finiva cosa avrebbe fatto?
Un pomeriggio - la scuola era finita e Federico stava aiutando Michael a ripetere la tesina nel suo appartamento - ebbe il coraggio di chiederglielo.
"Mik..." cominciò.
"Aspetta, fammi finire di ripassare storia, poi puoi chiedermi!".
"Tornerai a settembre?".
Non ci girò neanche troppo intorno, decise solo di essere franco e sincero. Non aveva tempo per tentennare, stava per finire tutto e aveva bisogno di tempo per prepararsi.
Michael alzò lo sguardo dal libro e con un pesante sospiro e compassione negli occhi, gli prese la mano. Questo fece capire a Federico che doveva aspettarsi cattive notizie.
"Te ne avrei parlato" disse. Federico s'irrigidì, come a crearsi una barriera protettiva per ricevere il duro colpo della realtà. "Non torno a settembre".
Ed eccola là, servita su un piatto d'argento. Ora, proprio ora che lui pensava di dirgli che si era innamorato sul serio. Proprio adesso che aveva capito che poteva amare anche un uomo. In quel momento, le sue certezze crollarono.
"Ma torno ad ottobre".
Federico sbatté le ciglia così tante volte che quasi sentì l'aria passargli attorno il viso. Poi guardò il sorriso compiaciuto di Michael e si sentì solo confuso.
"Ho trovato un lavoro in ristorante qui vicino, come cameriere, comincio a metà ottobre. Rimango un po' più in Londra per mamma".
"Stronzo di merda!" urlò Federico schiaffeggiandogli la mano. Michael scoppiò a ridere e Federico si alzò indignato. "Mi hai fatto prendere un colpo!".
"Scusa ma non ho resistito".
Federico andò alla finestra e incrociò le braccia, offeso. Michael lo raggiunse e lo abbracciò da dietro, sorridendo, lasciandogli dei baci sul collo.
"Come puoi pensare che io ti lascia per sempre?" sussurrò Michael.
"Non lo so" rispose Federico e si girò, il suo naso ormai vicino a quello del suo amante. "Ma ho avuto davvero paura che potessi lasciarmi. Non posso perderti adesso".
"Tu non mi perdi, Fede. Io voglio te".
"E io te, Mik".
Ci fu un momento di silenzio dove rimasero l'uno stretti nelle braccia dell'altro. Stavano bene, insieme.
"Mik?".
"Mh?".
"Mi sono innamorato di te".
Non ci fu neanche sorpresa da parte dell'inglese, perché forse se lo aspettava. O forse lo sapeva già. Prese il volto del suo amato tra le mani e sorrise.
"Anche io sono innamorato di te" rispose.
Con un bacio sigillarono quella dichiarazione d'amore che nessuno avrebbe potuto togliergli. Poi, quello che gli riservava il futuro rimaneva ancora un'incognita piena di dubbi.
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ANGOLO HEART ♥
*anf pant*
Scusate il ritardo, oggi ho aggiornato più tardi del previsto!
Spero che il capitolo sia abbastanza carino da farmi perdonare questo ritardo :)
Ci vediamo domani con uno dei capitoli che più mi hanno fatto impazzire, capirete poi perché x)
Intanto, grazie a tutti voi per il continuo sostegno ♥
Ciao!- heartcremisi
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Amore che vieni, amore che vai
FanfictionIn un mondo alternativo dove Federico conosce un certo Michael alle superiori, dove Michael fa scoprire nuove emozioni a Federico, dove imparano a diventare Mika e Fedez. Midez!AU WARNING: questa fanfiction è piena di angst. Forse anche troppo. Chie...