14. // perdersi ritrovando la via di casa

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Federico non sapeva come esistere senza Michael. Ci aveva provato, quell'estate, ad andare avanti ma non ci mise molto a rendersi conto che negli ultimi cinque anni la sua vita aveva girato intorno a Michael.
Le estati le aveva sempre passate da solo, certo, ma aveva sempre avuto un contatto con lui, sapeva che sarebbe tornato da lui anche quella prima estate incerta. Aveva sempre avuto dentro di sé una strana certezza che gli diceva che Michael sarebbe tornato da lui. Adesso sapeva solo che non non sarebbe tornato.
"Non si è dimenticato di te zio, sarà solo impegnato con il trasloco!" gli aveva detto Alessandro una volta. Era già settembre e ancora non si erano sentiti.
"Non lo so, è sembrato tanto un addio il nostro".
"Dai, non si dice addio agli amici! Vedrai che ti scriverà. Se no scrivigli tu! Magari ha incontrato il principe azzurro ed è così preso da lui che si è dimenticato del tempo che scorre. Ecco, questo è più plausibile".
Non era mai riuscito a capire se Alessandro avesse mai veramente capito che lui e Michael erano stati insieme. L'unica cosa di cui era certo era che Alessandro sapeva che Michael era gay, come molte persone a scuola. Non aveva mai fatto domande o strane osservazioni sul loro rapporto, non oltre quelle sue solite battute che faceva una o due volte, e a Federico dispiaceva tenerlo all'oscuro di tutto. Ma forse adesso che Michael non c'era più non aveva neanche più senso dirglielo. La paura, poi, giocava brutti scherzi e non ne valeva la pena rischiare la propria indennità per una storia ormai finita.

Per i primi mesi Federico cercò di mascherare la sua tristezza con l'insicurezza di un futuro incerto. Sentiva come un peso dentro di sé, un macigno colmo di emozioni che aveva provato e anche emozioni che avrebbe voluto provate. C'erano risentimento e rimpianti che echeggiavano nella sua anima, più il tempo passava, più si scavavano la fossa dentro il suo corpo.
Arrivò un momento dove si ritrovò sul letto con un quaderno appena comprato tra le mani. Rimase a fissare quell'oggetto di carta per ore e poi finalmente prese una penna e cominciò a buttare giù i suoi sentimenti.
Erano valanghe di parole rimaste chiuse dentro di lui per troppi anni e qualche rima la trovò, alcune parole diventarono una specie di canzone, ma in quel momento non ci badò molto. Aveva solo bisogno di sfogarsi e fu così che riempì le prime dieci pagine di emozioni represse.
Quando finalmente si sentì svuotato dalla rabbia, nascose il quaderno sotto il cuscino e decise che era arrivato il momento di andare avanti.

Per un anno lui e Michael bloccarono i contatti, quasi come se fosse stata una cosa che avevano deciso insieme. Federico si convinse che arrivato a casa sua gli ci erano voluti almeno un paio di mesi per ambientarsi di nuovo e quando finalmente aveva avuto un attimo di pace, aveva pensato che non avesse più senso contattarlo. Michael, dal canto suo, pensava che Federico lo odiava troppo per scrivergli.
Poi la vita cominciò a risucchiargli via tutto il tempo, Federico si costruì la sua vita all'università e Michael s'immerse in quel suo nuovo mondo. Ma passato l'anno fu proprio Federico a sentire che qualcosa mancava, che tenere il rancore per così tanto tempo a una persona che era stata così speciale non aveva senso. Lasciò da parte i suoi dubbi e le sue paure e fu proprio lui a riprendere in mano le redini della loro amicizia, o almeno quello che sperava fosse rimasto. Così, nell'arco di un altro anno, scrisse tre lettere.

23/09/2011
Ciao Mika.
Da quanto tempo, eh?
Era da un po' che volevo scriverti ma non trovavo mai il coraggio.
Adesso ho capito perché mi hai lasciato, sai? Ti ho perdonato, Mik, anche se a volte penso che non ci sia niente da perdonare. Hai fatto solo la cosa giusta.
Sono passato davanti a scuola oggi. Ci siamo conosciuti in quel cortile, ricordi?
Vedo ancora la finestra dove ho ascoltato la tua musica la prima volta. Pensa quanto lontano sei arrivato.
Diciamo che mi manchi, Mik.

14/02/2012
Ciao Mika,
ho ascoltato la tua nuova canzone. È online. È fenomenale, Mik.
Sono davvero felice per te.
Ci pensi mai al nostro primo bacio?
Oggi ho visto André e indovina un po'? Quel bastardo ha fatto coming-out. Buon per lui, ovviamente, ma poteva pensarci prima. Non gliela perdonerò mai quella notte.
Sono andato a trovare Franco oggi. È stato male, ma niente di grave. Abbiamo parlato per un po'.
Nel tuo vecchio appartamento vive una coppia adesso, lei è incinta.
Sembrano carini. Di sicuro hanno un bel appartamento.
Comunque mi manchi ancora.

Amore che vieni, amore che vaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora