Sapeva di non essere il ragazzo perfetto, anzi. Sapeva perfettamente di essere molto lontano dall'idea di ragazzo perfetto, perché di cazzate ne faceva, a volte minime, a volte colossali.
Dire a Federico che stava per partire in un bar dove l'alcol te lo tiravano dietro, quella, quella era stata la più grande cazzata che avesse mai fatto.
Il più piccolo si ubriacò fino a dimenticare il proprio nome, Michael lo trascinò fino a casa dove rimesse l'anima in bagno e mentre lo metteva a letto poteva sentirlo biascicare cose come "Non lasciarmi, Mik".Per un giorno intero lo evitò, staccò il telefono, chiese ai suoi di non passargli Michael quando chiamava – perché chiamava, anche troppo spesso – e non rispose a nessuna delle sue mail.
Poi, il secondo giorno, Michael si presentò a casa Lucia con una faccia da cucciolo bastonato e Deborah già stava per andare ad accusare il figlio di un brutto comportamento.
"No, è colpa mia" disse Michael ai due adulti. "Ho scelto momento sbagliato per dirgli che parto".
"Oh, parti?" chiese Deborah. "Torni in Inghilterra?".
"Sì, rimango lì. C'è mia famiglia, hanno bisogno di me".
Deborah cominciò ad abbracciarlo e dirgli che Federico avrebbe capito, mentre Stefano disse semplicemente che gli sarebbe mancato averlo intorno, così come al ragazzo. Lo lasciarono andare poco dopo e Michael si ritrovò a bussare davanti a una porta chiusa.
"Fede...Fede, apri, per favore".
"Va via, Michael!".
"Fede, please. Dobbiamo parlare".
"Mi sembra che ci siamo già detti tutto".
"Andiamo, Fede. Parto domani".
Non era vero, aveva ancora quattro giorni di tempo, ma quella frase bastò perché il più piccolo aprisse la porta. Ci teneva ancora troppo a lui per lasciarlo andare via con quelle parole amare. Michael si chiuse la porta alle spalle e sospirò. Federico era seduto sul suo letto a gambe incrociate.
"Cosa vuoi?".
"Volevo spiegarti tutto".
"Sono tutto orecchie ma sbrigati, non vorrai perdere l'aereo".
"Ho mentito prima, l'aereo parte tra quattro giorni. Volevo farti aprire porta in fretta".
"Che stronzo". Federico abbassò lo sguardo e Michael non rispose, perché sì, era uno stronzo.
Ci fu un momento di silenzio dove Michael cercò le parole giuste e Federico era in attesa di una risposta. Poi quest'ultimo fece la sua di domanda.
"Perché mi stai lasciando, Mik?".
Michael incrociò il suo sguardo ferito e quasi scoppiò a piangere lui stesso.
"È tanto tempo che volevo dirtelo. Tu pensava che avevamo più tempo ma io no. Ho ricevuto un'offerta, a marzo. Una collaborazione. Un cantante ha sentito mio demo di Happy Ending e vuole aiutarmi con musica. Ho...ho trovato un'opportunità".
"Perché non me l'hai detto?".
"Ho provato, davvero. Ma tu eri felice qui, non volevi lasciare casa tua".
"Se me l'avessi detto ci avrei pensato su!".
"Volevo chiederti ma ho notato il tuo comportamento quando cominciavo l'argomento. Andare via di casa è un passo grande e importante. Tu non sei pronto".
"Forse lo sono".
Michael si sedette al bordo del letto. Fece per prendere le mani di Federico, ma questi le ritrasse a sé e Michael capì che era meglio tenere le distanze.
"Allora dimmelo adesso. Lo sei?".
Michael aveva ragione. In quel momento della sua vita non era pronto a lasciare le sue radici, anche perché doveva prima risolvere i problemi a casa prima di fare qualsiasi grande passo.
"Io ti conosco, Fede. So che questo era troppo per te, per questo non possiamo più stare insieme".
"Le relazioni a distanza funzionano".
"Come pensi possa funzionare la nostra? Io non so se tornerò in Italia, tu non vuoi lasciare casa tua. Farebbe solo male a tutti e due".
Federico voleva tanto che Michael fosse nel torto, ma quel ragazzo sapeva troppo della vita per non avere ragione. Il giovane si ritrovò a strofinare via delle lacrime dagli occhi, sospirando pesantemente.
"Ma io ti amo, Mik" disse con voce strozzata. Stavano cominciando i singhiozzi e avrebbe voluto tanto non piangere.
"Anche io ti amo" rispose Michael ed era sincero. Non era quello ad essere cambiato. "Ti ho amato dal primo giorno, Federico. Ma a quanto pare nostra strada per ora si divide qui".
E Federico scoppiò a ridere tra le lacrime, perché pensò immediatamente a Happy Ending. Michael lo guardò confuso e aspettò che Federico si calmasse.
"This is the way that we love" cominciò Federico, sussurrando più che cantando. "Like it's forever. Then live the rest of our lives...".
"...but not together". Fu Michael a finire perché Federico era scoppiato a piangere. Senza paura della reazione del più piccolo, Michael si avvicinò a lui e lo abbracciò. All'inizio Federico si oppose ma bastò poco perché si arrendesse alle braccia dell'inglese.
Non si ricordò per quanto tempo rimasero in quella posizione, l'unica cosa che si ricordò fu che appena le sue lacrime si fermarono, lui prese il volto di Michael tra le sue mani e lo avvicinò al suo per un ultimo bacio. Era un bacio immerso tra le lacrime e i rimpianti, i ricordi di un amore puro e le fantasie su un futuro che adesso non avrebbero più condiviso.
Michael sparì dietro la porta e Federico rimase in piedi a fissare il vuoto.Nei giorni successivi lo aiutò a sgomberare l'appartamento, portando giù quei pochi scatoloni che aveva. Erano le dieci e Michael sarebbe partito alle 13 in punto.
"Vieni all'aeroporto?" chiese Michael quando arrivò il taxi. Federico scosse la testa.
"No. Non chiedermi anche questo, Mika" rispose e Michael sorrise, triste.
"Of course. Scusa".
Il tassista lo aiutò a caricare i bagagli e Michael gli chiese di aspettare in macchina. Si voltò verso Federico e lo abbracciò.
"Ci sentiamo" disse Michael, il viso immerso nella spalla del ragazzo. Federico non voleva lasciarlo andare, ma sapeva che avrebbe dovuto.
"Contaci" fu tutto quello che riuscì a dire in risposta, poi Michael sgattaiolò nell'auto e Federico scappò a casa.
Quando entrò trovò il padre in salotto e subito gli chiese se era partito. Federico annuì e scappò in camera, sbattendosi la porta dietro. Si buttò sul letto, strinse il cuscino al petto e i suoi occhi cominciarono a gocciolare.
Sentì una porta aprirsi e richiudersi subito dopo, poi sentì le forti braccia del padre avvolgerlo in un abbraccio.
E Federico non si preoccupò di sembrare troppo emotivo, un ragazzo innamorato di un altro ragazzo o semplicemente un debole, si girò di scatto e pianse tra le braccia del padre. Sapeva che in quel momento qualsiasi pregiudizio sarebbe volato fuori dalla finestra, così mentre il padre lo cullava, lui trovò solo voce per ripetere "Se n'è andato".
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ANGOLO HEART ♥
Buonasera!
Sperando che sia ancora buona dopo questo triste capitolo ahah mi dispiace, siamo arrivati a uno dei momenti tristi di questa storia :(
Ma vi prometto anche momenti più felici, più avanti :D
Grazie mille per tutto il supporto, davvero, vedere i commenti e le stelline mi rende sempre così felice!
A domani ♥- heartcremisi
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Amore che vieni, amore che vai
FanfictionIn un mondo alternativo dove Federico conosce un certo Michael alle superiori, dove Michael fa scoprire nuove emozioni a Federico, dove imparano a diventare Mika e Fedez. Midez!AU WARNING: questa fanfiction è piena di angst. Forse anche troppo. Chie...