12. // scegliere, amare, restare

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Il quaderno che gli aveva regalato Federico ormai era quasi pieno. Tra una pausa e l'altra a lavoro, o quando Federico dormiva accanto a lui, Michael si ritrovava a comporre musica e ben presto si rese conto che non poteva farne a meno.
Si ritrovò a cercare un modo per realizzare quelle canzoni, perché forse poteva farcela. Sapeva che avrebbe avuto il supporto del suo ragazzo e della sua famiglia, doveva solo trovare la fiducia necessaria in sé stesso per andare avanti. Qualche volta vedeva che anche Federico buttava giù qualche strofa, più uno stile rap, e quando chiedeva di cantargliele lui strappava il foglio e diceva che non era niente, solo un esercizio per migliorare i suoi temi d'italiano.
Non capiva perché rinnegasse quel suo lato artistico, lo trovava stupendo e aveva letto qualche strofa nei fogli strappati, erano parole profonde. Ma Federico non voleva mai parlarne e Michael non insisteva troppo.
Arrivò ad un momento però dove si ritrovò da solo sul suo letto, alle tre del mattino, a dover fare una scelta.
Era marzo, l'inverno ancora batteva alle sue finestre, e il suo cuore lo stava pregando di restare, ma la sua mente gli diceva di scegliere quello che più giovava alla sua vita. E fece una scelta, a malincuore, sapendo che avrebbe rovinato tutto. Una piccola parte di sé gli diceva che forse le cose potevano andare bene, che si sarebbe risolto tutto. Ma la parte più razionale gli disse che la realtà sarebbe stata solo peggio. Non sapeva come dirlo a Federico.

"Cosa pensi di fare dopo?" chiese Michael un pomeriggio. Erano al parco, la primavera era da poco arrivata e Federico stava scrivendo la sua tesina. Il giovane alzò lo sguardo e sospirò.
"Hai parlato con i miei? Non fanno altro che chiedermi la stessa cosa!".
"No, ma sono curioso. Cosa vuoi fare nella vita?".
"Bella domanda. Non lo so. Mamma vuole che continui a studiare, ovviamente, ma io non so cosa fare. Mi ha parlato di un'università qui a Milano dove fanno Informatica musicale, non sarebbe male".
"Pensi mai a lasciare Milano?".
Federico si voltò di scatto a guardare il suo ragazzo ancora disteso sul telo con un libro appoggiato sulla pancia.
"Veramente no...perché?".
"Dovresti aprire tuoi occhi ad altri orizzonti, non pensi?".
"Orizzonti come l'Inghilterra?".
Forse Federico aveva già capito tutto. Michael si sedette e si strinse le gambe al petto.
"Sarebbe un'idea. Mi piace Milano, ma non penso rimarrò qui tutta vita. Mia famiglia è in Inghilterra".
"Hai detto che volevano tornare qui".
"Sì, ma non riescono. Mamma è sola, i miei fratelli stanno finendo studi in Londra. Credo che prima o poi dovrò tornare a casa da loro".
Per qualche strano motivo, forse perché Federico era in negazione e il suo cervello non registrava le informazioni ricevute, quelle ultime parole lo tranquillizzarono.
"Lo so, ma per quello abbiamo ancora tempo, no? Magari facendo quest'università capirò cosa voglio fare davvero e poi potremmo prendere una decisione".
Michael sorrise e annuì, anche se avrebbe voluto abbracciarlo.
"Sì, forse hai ragione".

Nei mesi successivi Federico si convinse che l'opzione della madre non era così malvagia.
"Prendo due piccioni con una fava, no? Mamma è felice e io faccio qualcosa per il mondo della musica" aveva detto una volta Federico e quando Michael gli aveva suggerito che poteva diventare un musicista, o meglio un rapper, lui aveva semplicemente risposto scherzando "Non conosco nessuna università per rapper".
Fu così che Federico prese la sua decisione. Avrebbe studiato a Milano, sarebbe rimasto a vivere con i suoi per i primi tempi e poi forse avrebbe sperato che Michael gli chiedesse di andare a vivere con lui. Michael, però, aveva tutti altri piani.

L'incubo della maturità passò quasi troppo in fretta e Federico si sentì finalmente libero. Non si aspettava di uscire con un voto eccezionale, ma sapeva di essere passato. Tre giorni dopo aver ricevuto l'esito finale, Federico trascinò Michael ad una festa organizzata dai maturandi della scuola. Era organizzata in un locale prenotato solo per loro. La grande pista da ballo divenne il cuore della discoteca amatoriale dei ragazzi e il buffet sparì nel giro di qualche ora. Tranne gli alcolici, per quello avevano i rifornimenti.
Federico era felice e si poteva vedere. Sul suo volto si poteva solo vedere un sorriso e due occhi che si illuminavano. Quando guardava Michael sentiva il suo cuore esplodere, poi si girava e vedeva i suoi amici. Era felice e pensava che tutto quello sarebbe durato per sempre. Alla festa c'era perfino Giulia (perché quelli di quarta e terza si erano imbucati, ma non dispiaceva a nessuno) e Federico riuscì a parlarle senza che volassero schiaffi. Per mesi dopo la loro rottura non si erano parlati, poi Giulia lo aveva perdonato e ora erano tornati ad essere almeno un po' amici.
Michael non ballava. Per qualche ballo raggiunse il suo ragazzo in pista, ma il senso di colpa lo stava ormai divorando e rimaneva seduto a guardare gli altri divertirsi. Federico lo notò, così a metà serata decise di chiarire le cose e fargli passare il così visibile malumore.
"Mik, che hai?" urlò Federico. Lì avrebbero potuto parlare di tutto, la musica era così alta che a malapena si sentivano loro.
"Sono stanco, tu va a ballare" rispose con un sorriso sforzato.
"Non me la bevo, Mika. Hai qualcosa che non va. Puoi dirmi tutto lo sai, no?".
E qui Michael s'incupì, i suoi occhi si riempirono di lacrime che non fece uscire e Federico andò nel panico.
"Questa no. Non qui, almeno".
"Di che cosa stai parlando? Mik, che diavolo sta succedendo?".
"Non è il posto giusto, Fede. Ne parliamo domani". Ormai aveva posato la pietra del dubbio, avrebbe dovuto dirglielo per forza.
"Col cazzo che ne parliamo domani! Cosa devi dirmi?".
Michael aprì la bocca ma non uscì suono. Federico cominciò ad agitarsi e le sue mani cominciarono a sudare.
"Vuoi lasciarmi, non è vero?" chiese Federico. "Hai...hai incontrato un altro? È per questo che eri così distaccato ultimamente? Dio, Mika, parlami! Mi vuoi lasciare vero?".
"Non è quello che voglio fare!".
"E allora cos'è?".
"È quello che devo fare!".
Federico si sentì spezzare dentro, come se qualcuno avesse preso un coltello e senza pietà l'avesse impiantato nel suo cuore. Michael lo stava lasciando. Stava facendo quella cosa che aveva promesso di non fare mai.
"Sto per partire, Fede. Torno in Inghilterra".
Federico sapeva cosa aspettarsi adesso.
"Non torno più".
E il suo mondo crollò.



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ANGOLO HEART ♥
Beh, sì. 
Ecco, insomma.
Perdonatemi ♥ (come augurarvi un buon anno insomma ahah)
È triste ma è davvero uno dei miei preferiti questo capitolo. Questa rottura era qualcosa di un po' prevedibile, il fluff non poteva durare per sempre :(
Preparate i fazzoletti per i prossimi capitoli, almeno adesso vi avviso in anticipo ;)

Spero di farmi perdonare più avanti per questo triste capitolo (vi avviso che non è il più triste però)
A presto e buon anno davvero, vi auguro il meglio!

- heartcremisi




Amore che vieni, amore che vaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora