22. // verità o penitenza?

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Se c'era una cosa che gli era mancata della famiglia Lucia erano i pranzi della domenica. Lui li aveva sempre amati, forse per via di quell'atmosfera famigliare che si creava. Michael se li ricordava bene quei pranzi nella sua adolescenza. Si ricordava come i genitori di Federico lo avevano sempre accolto come uno di famiglia, le parole gentili, i sorrisi sinceri. Si ricordava tutto di quei pranzi e quando era andato a vivere a Londra si era reso conto che a mancargli non era solo Federico, ma proprio la sua famiglia. Non giudicava il loro modo di pensare, poteva capire il perché di quei pensieri, ma proprio come Federico non poteva non volergli bene.
Da quando era tornato a vivere in Italia Deborah lo aveva quasi costretto a tornare a pranzo da loro almeno una volta al mese. Non era sempre libero, la donna capiva le sue esigenze da pop star emergente, ma Michael un momento per un pranzo lo trovava sempre.
Erano nel bel mezzo della primavera, era una di quelle domeniche perfette e a casa Lucia si prospettava un grande pranzo, quel giorno.
Federico era andato a prendere Michael a metà mattina. Giulia non lo aveva trovato troppo strano, sapeva che il marito era iperprotettivo e dall'incidente Michael non aveva più viaggiato da solo per le strade. Federico era esagerato, a volte, ma era comprensibile. Michael non si era mai lamentato.
"Giulia non c'è?" chiese Michael quando aprì la porta. Federico gli sorrise, scosse la testa e lo salutò con un veloce bacio sulle labbra.
"No, è andata prima dai miei, mamma aveva bisogno di una mano" rispose. Michael chiuse la porta e sorrise. Quel bacio era venuto così normale, come se Federico fosse appena tornato dal lavoro. Si sentì bene, per un momento.
"Tra quanto dobbiamo essere lì?" chiese Michael.
"Un'ora, più o meno. Abbiamo un po' di tempo per noi" rispose Federico e si avvicinò al più grande con un sorriso quasi malizioso. Avvolse le sue braccia attorno alla sua vita e alzandosi in punta di piedi andò a baciargli il collo.
"Possiamo solo stare su divano insieme?" chiese Michael. Federico lo guardò, preoccupato.
"Stai bene?".
"Non so. Oggi mi sono svegliato male".
"Non vorrai dare buca al pranzo, vero?".
"No, certo che no".
Michael abbozzò un sorriso triste e Federico capì.
"Lo so che è una situazione difficile, ma mamma ci tiene molto. Sono due settimane che non vieni a pranzo da noi".
"Oh lo so, non preoccuparti. Vengo volentieri, mi sono solo svegliato male. Ma per stare meglio mi basta stare comodo con te sul divano per un po'".
Federico lo baciò ancora una volta prima di accontentarlo. Per la mezz'ora seguente rimasero in silenzio sul divano, abbracciati, Michael con la testa sul petto di Federico.
Il più giovane cominciò ad accarezzargli il capelli e in quel momento capì che forse a Michael quei piccoli momenti tra loro cominciavano a non bastare più.

"Mi era proprio mancato il tuo arrosto, Deborah" esclamò Michael a pranzo finito.
"A me era mancato averti a pranzo! Sono proprio felice che tu sia riuscito a venire oggi!" esclamò Deborah. "Avevi molto da fare?".
"Sì, ho lavorato un po' con il mio manager e ho avuto da fare a Londra con la mia famiglia".
"Oh, come stanno?".
"Bene, molto bene. Mia sorella Paloma è venuta a trovarci, ci ha appena detto di essere incinta".
"Un bambino! Oh, che meraviglia!".
Michael sorrise e Deborah cominciò a congratularsi mentre Stefano non la smetteva di ridere per il comportamento giulivo della moglie.
"Chissà tra quanto potremmo avere anche noi questa bella notizia" esclamò Deborah.
"Mamma!".
Deborah cominciò a prendere dei piatti dal tavolo e Michael si alzò per aiutarla ma Giulia lo precedette.
"Che c'è? Andiamo, non è così assurdo parlare di bambini, no?" chiese la madre.
"Federico non è ancora pronto, Deborah" s'intromise Giulia.
"Un padre diventa padre appena vede il bambino, avrà nove mesi per prepararsi".
"Mamma, ti prego, non parliamone più".
"Sei un po' irritabile oggi o sbaglio?".
"No mamma, semplicemente non voglio figli". Ci fu un momento di silenzio dove si sentirono solo le forchette che scivolavano nel piatto. "Adesso", aggiunse.
"Federico, puoi venire un attimo con me in cucina?" chiese Deborah. Federico si alzò e prese i piatti dalle mani della moglie per poi seguire la madre in cucina. Giulia si mise a sedere accanto a Michael e i due cominciarono un'innocua discussione mentre Stefano raggiungeva la sua famiglia in cucina.
"Si può sapere che ti prende? Sei scontroso e anche maleducato" disse Deborah non appena Stefano li raggiunse.
"Continui a chiedere per dei nipotini, mamma, è frustrante".
"Perché non vuoi avere figli?".
"Adesso, ho detto adesso. Non è il momento adatto".
"Avete qualche problema, tu e Giulia? Perché ti vedo un po' troppo distaccato, quasi eviti di toccarla".
Federico non rispose, perché adesso aveva un'occasione e qualcosa dentro di lui stava ribollendo. Non sapeva se era coraggio o frustrazione, qualsiasi cosa fosse, non doveva fermarla.
"Allora è così, Federico? Avete dei problemi?" chiese la madre.
"Sì, abbiamo un problema".
"È successo qualcosa?".
"Io non amo Giulia".
Quella confessione fece sussultare la madre. Stefano si avvicinò alla moglie e appoggiò la sua mano sulla sua spalla, i loro volti ricoperti dalla confusione.
"Non amo più Giulia perché amo Michael".
Si aspettava che fosse più complicato. Si aspettava di sentire tutte le sue viscere contorcersi, si aspettava una nausea colpirlo e si aspettava il peggio. Invece solo calma, perché era stato il cuore a parlare, perché aveva detto la verità e non si stava più nascondendo. E quella sensazione di libertà era troppo giusta, troppo vera per essere ignorata.
"Cosa?" chiese Deborah.
"Sono bisessuale. Mi sono innamorato di Michael quattordici anni fa e non ve l'ho detto perché so come la pensate ma adesso non ce la faccio più. Amo Michael".
Deborah cominciò a scuotere la testa e una risata uscì dalla sua bocca.
"Non è divertente, Federico...".
"Infatti non è uno scherzo".
"Federico, ti prego. Non è il momento di prenderci in giro".
"Non è uno scherzo! Sono innamorato di un uomo, mamma. Amo un uomo e quell'uomo è Michael. Lo amo".
"No, no non può essere. Federico, è peccato".
"No, mamma, l'amore non è mai peccato".
"Non puoi chiamarlo amore, quello! È blasfemia! Non puoi amare un uomo!".
"Deborah, calmati" disse Stefano. Le voci si stavano alzando e dal salotto non si udivano più le chiacchiere di Giulia e Michael. "Non è il momento di alzare la voce. Abbiamo ospiti".
"Abbiamo un ospite non desiderato, allora" ribatté Deborah. "È stato lui a metterti in testa questa idea, vero? Lo sapevo, lo sapevo! Quei giornali avevano ragione sul suo conto, allora. Avrei dovuto intuirlo prima, passavi troppo tempo con lui".
"Lui non ha fatto niente, io mi sono innamorato come succede a qualsiasi persona normale".
"Non è normale tutto questo, Federico! Non è normale!".
Ed eccola lì la sua paura che diventava realtà. Sua madre che non capiva, suo padre che se ne stava zitto e incassava i colpi. Nessuno che lo difendeva, perché le persone che erano solite proteggerlo e amarlo erano davanti a lui a giudicarlo.
"Sono sempre io, mamma" disse Federico cercando di avvicinarsi. Deborah fece qualche passo indietro e Federico si sentì morire dentro. Avrebbe voluto avere Michael accanto a lui ma non voleva coinvolgerlo, non ancora. "Sono sempre tuo figlio".
"No, io non ho cresciuto un..." cominciò Deborah e quella parola le si bloccò in gola ma Federico se la sentì comunque buttata addosso. Un mostro. Ecco come lo vedeva. "No. Questo non è il figlio che ho cresciuto. Ti prego va via".
Federico non voleva andarsene, perché sapeva che se se ne fosse andato, in quella casa non ci sarebbe tornato più e non era pronto a dire addio a tutta la sua vita.
"Mamma, ti prego, parliamone".
"No, non ho altro da dire". E con quelle parole Deborah si girò e diede le spalle al figlio. Stefano la guardò e cercò in lei una risposta silenziosa, che probabilmente ricevette. Si avvicinò al figlio e gli strinse la spalla. Federico avrebbe voluto abbracciarlo ma già quel contatto era un qualcosa che non si sarebbe aspettato. Il padre andò in soggiorno e Federico lo seguì, i piedi che a malapena si alzavano da terra.
"Tutto a posto?" chiese Giulia. La sua voce e il suo viso mostravano quanto nervosa in realtà fosse e che forse qualcosa di quel discorso lo aveva captato. Stefano prese la giacca di Michael e gliela allungò.
"Scusa Michael, credo sia meglio che tu vada. È un brutto momento" disse Stefano. Michael prese la giacca e sentì qualcosa di diverso. Annuì ed alzandosi incrociò lo sguardo di Federico. Era perso, distrutto e avrebbe voluto baciarlo, ma sapeva che non poteva. Lui qualcosa di quel discorso lo aveva sentito.
Appena si chiuse la porta dietro, sentì le voci alzarsi di tono ancora una volta e per un attimo rimase fermo davanti al vialetto di casa Lucia, a riprendere fiato. Era successo qualcosa e tutto troppo in fretta.
"Federico!".
Sentì la voce di Stefano urlare il nome del figlio e appena si girò si ritrovò il suo amante davanti a lui. Federico allungò una mano e afferrò Michael da dietro la nuca. Avvicinò i loro volti e le loro labbra si incontrarono in un bacio. Michael poteva sentire la disperazione e le lacrime tra quelle labbra, ma sapeva che di più non poteva fare.
"Mi dispiace" sussurrò Federico. "Ti chiamo dopo".
Michael annuì ancora una volta, senza rispondere. Federico tornò in casa e gli occhi di Michael andarono a incastrarsi con quelli di Stefano. Si aspettò disgusto, ribrezzo e quasi odio. Tutto quello che trovò in quei occhi fu dispiacere, non sapeva come altro definire quell'emozione. Un'emozione che confuse molto il trentunenne.

La porta si chiuse e cominciò l'inferno per Federico. Giulia cominciò a chiedere spiegazioni, sua madre passò per il salotto ma non si fermò a guardarli e Stefano cercò di calmare la situazione. Dopo una ventina di minuti passati ad urlare, Giulia prese la giacca e andò ad aspettare Federico in macchina. Quest'ultimo prese la sua maglia e si diresse automaticamente verso la porta ma il padre lo fermò.
"Federico, aspetta" disse Stefano. Federico guardò il padre e forse fu quel suo sguardo così pieno di dolore che indusse Stefano ad abbracciarlo. Federico non se lo aspettava e non pensava neanche che bastasse solo quello a farlo piangere.
"Dai tempo alla mamma di capire, è stato uno shock per lei" disse Stefano mentre cercava di calmare il figlio. Federico si staccò e guardò confuso il padre.
"Per lei?" chiese e Stefano sorrise. "Tu...tu lo sapevi?".
"Non ne ero sicuro, ma sospettavo qualcosa".
"C-come?".
"Ho intuito qualcosa quando hai conosciuto Michael. I miei dubbi si sono confermati quando ho visto che lo baciavi".
"Ci hai visti? Quando?".
"Era un pomeriggio, qui a casa, stavate studiando in camera tua. Sembravi felice".
La sua mente andò alla ricerca di un ricordo di un bacio in camera sua, e forse troppi ricordi riaffiorarono. Poi uno catturò la sua attenzione, quella volta che suo padre aveva chiuso la porta dietro di sé, cosa che mai faceva.
"Perché non me l'hai detto?".
"Perché non ne ero sicuro. Poi quando vi ho visti ho pensato di parlarti ma poi lui è andato via e ho pensato fosse solo una fase. Ma da quando è tornato ho pensato di aver sbagliato nel giudizio. Ho aspettato, volevo che ti sentissi pronto. E voglio essere sincero con te, non è una cosa facile da accettare, faccio ancora fatica, ma non sono cieco. Ho visto quanto sei felice con lui e quanto sei triste quando non c'è. A me importa che tu sia felice".
E si ricordò di quando il padre lo aveva cullato quando Michael lo aveva lasciato, senza proferire parola, senza giudicare.
"Va, Giulia ti aspetta".
Federico annuì e diede un altro veloce abbraccio al padre, per poi scappare in macchina.
Il silenzio in macchina era pieno di sensi di colpa e rabbia, ma Federico ora sapeva che dalla sua parte aveva anche suo padre. Anche se aveva ancora il resto del mondo contro, quel piccolo fatto gli riscaldò il cuore.



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ANGOLO HEART ♥
Aah, l'agognato momento della verità è arrivato! 
Diciamo che è un po' angst questo capitolo ma è un altro tipo di angst direi, no? La nostra coppia preferita è ancora salva :)

Nel primo capitolo avevo scritto com'è nata questa storia ma dato che non so quanti si siano fermati a leggere le mie note, lo ripeto qui.
Stavo ascoltando All She Wants di Mika e girava voce che potesse diventare il nuovo singolo, così mi sono messa a pensare ad un possibile video musicale e me ne sono immaginata uno con tutti i giudici di X-Factor (ecco perché i genitori di Federico hanno i nomi di Skin ed Elio ahah). Il mio "video musicale" era ambientato per la maggior parte durante questo pranzo e da qui è nata la storia.
Il video musicale era decisamente più allegro di questa storia, però. (ops)

Okei, ho finito la storiella del giorno, direi che come sempre ho parlato troppo.
(Ah, ho finalmente messo un avviso angst nella descrizione *di sottofondo parte Margherita che canta Hallelujah*)

E scusate il ritardo, oggi è stata una giornata caos (e i miei mi hanno quasi sequestrato il pc)

A domani ♥

- heartcremisi






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