21. // l'amore che divora anima e corpo

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Ci vollero circa tre mesi di lunghe terapie e riabilitazione prima che Michael tornasse quasi in forma.
Il primo mese lo passò a casa di Federico e Giulia, con una bomboletta d'ossigeno perennemente attaccata. Il polmone era ancora debole e i medici gli avevano dato due opzioni: poteva stare a casa con l'ossigeno o in ospedale collegato ai macchinari. Michael scelse la prima, ne aveva abbastanza di ospedali.
Quel primo mese fu strano, c'era sempre Giulia in casa e nascondere i sorrisi e le mani che si sfioravano diventava difficile, così decisero di tenere le distanze. Quando Giulia era fuori a cena e rincasava tardi, Federico un po' si lasciava andare. Sul divano lasciava che Michael si appoggiasse a lui e quando era sicuro che Giulia sarebbe rientrata davvero tardi, rimaneva a letto con lui finché Michael non si addormentava nel suo abbraccio. La mattina Michael si sentiva sempre un po' vuoto quando si svegliava da solo, ma sapeva che doveva andare così. Così come sapeva che più di un bacio rubato di sfuggita la sera non poteva avere, forse anche un po' per rispetto verso Giulia.
Era una brava persona, lei non ne aveva colpa per essere finita in quella situazione complicata.
Quando Michael si riprese abbastanza da diventare autonomo, tornò nel suo appartamento, e le sue giornate le passò tra il letto e il divano, con il computer a comporre nuove canzoni.
"Ma non fai mai una pausa?" chiese Federico. Ormai il cantante era fuori pericolo ma prima di ricominciare a cantare doveva ancora aspettare. Tre volte a settimana andava da lui un terapista che lo aiutava a rinforzare i polmoni per abituarli nuovamente al canto.
"Le idee non vanno mai in vacanza, non posso non scrivere nuove canzoni!".
"Lo sai però che devi aspettare un bel po' prima di ricominciare a cantare, vero?".
"Sì, lo so, me lo ripete la terapista ogni volta. E l'ho dovuto ripetere in intervista settimana scorsa quindi lo so".
"Che intervista?".
"Intervista online con rivista inglese. Miei fan sono preoccupati".
"Oh, ma dovresti dirgli che sei in buone mani".
Si avvicinò al letto e stampò un bacio sulle labbra dell'inglese. Da quando era tornato a vivere nel suo appartamento avevano cominciato una vera e propria relazione da amanti, anche perché Federico stava ancora cercando il modo giusto di dire tutta la verità alla sua famiglia e a Giulia. Per ora c'erano solo baci, il medico aveva raccomandato di aspettare ancora un po' prima di ricominciare a fare qualsiasi tipo di attività sessuale. A Federico non importava, a lui bastava stare con Michael e Giulia quasi non lo vedeva più. Le pause pranzo le passava da lui, appena finiva di lavorare tornava da Michael e lo aiutava a sistemare la casa. Stare con lui lo faceva star bene, forse anche troppo.
Il cellulare di Federico squillò e prendendolo vide un messaggio di Giulia.
"Giulia vuole sapere se ceni con noi stasera" disse Federico distendendosi accanto a Michael. Quest'ultimo chiuse il computer e lo appoggiò sul comodino accanto.
"Credo sia meglio di no" rispose. Lasciò che il silenzio s'interpose tra loro prima di continuare. "Come va con la questione bambini?".
Federico sospirò pesantemente. Per il mese che era rimasto a vivere a casa loro, Giulia non aveva fatto altro che parlare di come voleva provarci e in quelle discussioni Michael non sapeva mai come rispondere.
"Giulia insiste per provarci, io sto finendo le scuse per non farne uno".
Michael annuì e fece per alzarsi dal letto ma Federico lo fermò con un braccio. Si mise seduto accanto a lui e gli prese il volto tra le mani.
"Voglio dirglielo, Mik. Sul serio, voglio smettere di nascondermi. Dammi solo ancora un po' di tempo e poi potremmo stare insieme".
"Non devi dire tutto solo a Giulia, devi dirlo ai tuoi, al mondo intero. Non sarà facile, Fede".
"Lo so e ammetto che è quello che mi spaventa, ma io ti amo e non voglio rinunciarci ancora una volta".
"Non sei costretto".
"No, Mik, non ricominciare con questa storia. Io ho scelto te e voglio stare con te, non fingerò che tutto questo non esista".
"Hai scelto di sposare Giulia".
"Sì e sai perché? Perché era convenevole, non perché l'amassi più di quanto io ami te. Perché era quello che voleva la mia famiglia, perché la società non accetta ancora i gay e per tutta la mia vita io mi sono lasciato sopprimere. Sono bisessuale, voglio passare il resto della mia vita con un uomo e voglio fare musica. Per anni ho finto che quello che pensava mia madre fosse la cosa giusta per me, mentre quello che volevo fare io era tutt'altro. Avevo così tanta paura di deluderla che non le ho mai fatto vedere il vero me. So che la perderò facendo coming-out ma ora sto perdendo solo me stesso e non posso permettermelo".
Un sorriso accolse il suo piccolo monologo e Michael posò le sue labbra sulle sue, accettando il suo discorso con quel bacio.

Amore che vieni, amore che vaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora