Federico non era innamorato. Non poteva esserlo, se lo era ripetuto per ore e più quelle parole echeggiavano nella sua mente, più perdevano significato.
Aveva quindici anni, era un adolescente in piena crescita, stava sicuramente passando un momento di crisi, tutto qua. Poi il suo grillo parlante cominciò a sussurrargli che non è che non era innamorato, solo che non poteva permetterselo. Non quando l'oggetto dei suoi desideri era il suo migliore amico gay, il che complicava le cose.
Sua madre non approvava quello "stile di vita". Diceva sempre che era uno stato mentale, che pregava che quelle persone guarissero. La vedeva proprio come una malattia e a Federico gli si stringeva il cuore, perché lui non era contro, lui capiva e qualche volta ci provava a spiegare alla madre che non era così assurdo amare una persona dello stesso sesso. Ma quelle volte che ci provava si scatenava il putiferio e tanti cari saluti alla serenità. Suo padre era già più neutrale, anche lui era contro, ma in qualche modo sembrava più tollerante.
Per questo non poteva essere gay. I suoi lo avrebbero abbandonato in mezzo alla strada e ancora non si sentiva pronto a lasciare il nido sicuro.
Poi pensò a Michael. Il suo sorriso andava sempre a rispecchiarsi sul volto di Federico e ogni volta che le loro mani si sfioravano, il giovane sentiva una scossa al cuore. L'idea di passare i pomeriggi a casa sua lo emozionavano troppo e ogni volta che le mani di Michael andavano a creare melodie accompagnate dalla sua voce, Federico sentiva letteralmente il cuore in gola palpitargli come un toro impazzito, pronto a scalciare via tutti lungo la strada. Il problema era che non capiva quale strada stesse percorrendo.
Federico continuò a camminare avanti e indietro per camera sua, impazzendo, sudando, urlando internamente. Poi qualcuno bussò.
"Sei pronto? Facciamo tardi!" esclamò Michael. Federico si paralizzò e guardò il volto spazientito dell'amico fermo davanti alla porta di camera sua.
"Sì scusa, arrivo!" disse prendendo la giacca. Lasciò i suoi dubbi dentro camera sua e per quella sera sarebbe rimasto semplicemente il migliore amico di Michael.Non sapeva come era potuto succedere, ma sua madre lo aveva lasciato andare ad un concerto rock con Michael. Molto probabilmente era stata la sua presenza ad aver addolcito la madre e le fu così grato che fu lui il primo a dire che a concerto finito sarebbe subito tornato a casa.
"Ancora non ci credo, stiamo per vedere i Rolling Stones! È assurdo!" esclamò Federico. Erano davanti allo stadio, stavano aspettando di entrare e già sentiva l'adrenalina scorrergli nelle vene.
"Erano anni che volevo sentirli" esclamò Michael. Stava ballando sul posto, quando aveva musica attorno se ne fregava di tutti e si lasciava sempre trasportare. "Dai, Fede, perché tu non balla?".
"Aspetto di entrare nello stadio".
"Ti vergogni?".
"No, ma non mi viene da ballare adesso".
Michael rise e appoggiò una mano sulla spalla dell'amico. Federico sentì i suoi muscoli irrigidirsi ma scacciò subito quei pensieri e quelle sensazioni così piacevoli e allo stesso tempo spaventose. Non stava veramente sentendo le farfalle nello stomaco perché il suo migliore amico gli aveva toccato così dolcemente la spalla, era solo nervoso per il concerto. Quelle parole suonavano tanto false ma Federico mentì a sé stesso e finse di crederci.
La fila cominciò a muoversi e nel giro di un'ora erano lì, in mezzo alla folla, pronti ad ascoltare il miglior rock di sempre. Era normale essere strattonati da un lato all'altro in certi momenti, ma ad un certo punto Federico si ritrovò una ragazza quasi in braccio.
"Oh, scusa, quel cretino mi ha spinta" disse la ragazza, lanciando un'occhiataccia dietro di sé.
"Non fa niente. Tutto bene?" chiese Federico. La ragazza gli sorrise e annuì. Pochi secondi dopo la raggiunse un'amica e Federico si aspettò di vederla andare via, invece rimase fissa accanto a lui.
"Chissà tra quanto comincia" disse ad un certo punto la ragazza. Michael era troppo preso a ballare da solo per rendersi conto che il suo amico stava facendo nuove conoscenze.
"In teoria tra poco, ma queste rock star si fanno sempre aspettare" rispose Federico. La ragazza rise ed allungò la mano.
"Mi chiamo Giulia" disse.
"Federico".
"Sei da solo?".
"No, sono con lui". Si voltò a indicare Michael ma quest'ultimo era ancora sul suo pianeta. "Teoricamente, mi sa che è già partito".
"Almeno sa divertirsi!".
Ci furono altre risate a seguire, Giulia cominciò a commentare il stravagante look e atteggiamento di Michael, ma il tutto venne interrotto dall'inizio del concerto. Michael si riprese e insieme a Federico prese a cantare, ballare e urlare. In occasionali momenti Federico riprese le sue conversazioni urlate con Giulia, e quel concerto divenne ogni secondo più speciale. Non sapeva perché fosse così preso da quella ragazza, era bella certo, ma l'aveva appena conosciuta. Forse era la sua personalità così calamitante ad attirarlo. Era così preso dalla ragazza che neanche lui si accorse che Michael aveva un suo di amico accanto.
Il concerto finì troppo presto per tutti quanti e in massa uscirono dallo stadio, tutti ancora presi a cantare, ballare, vivere.
"Dove abiti?" chiese Federico alla ragazza. Aveva per un attimo perso Michael, o meglio, lo aveva lasciato indietro. Lo aveva visto parlare con qualcuno, lo avrebbe ripreso dopo.
"In via Dante, non è troppo lontana".
"Davvero? Io abito proprio dietro! Posso accompagnarti".
"Che coincidenza! Mi farebbe piacere".
"Arrivo subito, aspetta".
Federico corse a trovare l'amico, dicendogli che avrebbero dovuto fare una deviazione tornando a casa.
"Mik, Mik!" lo chiamò. Michael si girò, un sorriso enorme stampato in faccia. "Ci sarebbe un'amica da portare a casa, è un problema?".
"No, no anzi...è un problema se no vengo? Ho incontrato amici, volevamo bere qualcosa".
Federico si sentì un attimo ferito, a quelle parole. Era sempre stato solo lui l'amico con cui Michael usciva e adesso ce ne erano altri. Sapeva che Michael frequentava sempre lo stesso negozio di musica e sapeva che si era fatto amici lì, e sapeva anche che non ne aveva il diritto, di sentirsi offeso, perché anche lui aveva altri amici, così sorrise e annuì.
"Okay, allora ci vediamo domani".
"Goodnight!".
Tornò da Giulia e disse che potevano andare. Mentre la ragazza andava ad avvisare le amiche che aveva trovato un passaggio, Federico fece l'errore di girarsi verso Michael. I suoi occhi lo cercarono nel punto dove lo aveva lasciato e non trovandolo cominciò a guardarsi in giro ed eccolo là, nascosto dietro un albero con uno dei suoi cosiddetti amici attaccato alle sue labbra. All'inizio poteva sembrare un bacio abbastanza casto, ma bastarono due secondi e Federico dovette girarsi per non vedere altro. Un conto era vedere il proprio migliore amico baciare un altro ragazzo, ma vederlo infilare la lingua nella bocca di un altro gli faceva venire i brividi. Giulia ritornò al momento giusto e quasi scappò dalle sue emozioni che lasciò lì davanti allo stadio.Scoprì cose incredibili in venti minuti. Giulia abitava vicino a lui, era figlia di un collega di lavoro di sua madre, frequentava la IB del suo stesso liceo e amava i cani.
Fu strano, quel viaggio a casa. Federico non amava i contatti fisici con persone che non conosceva bene, eppure non ebbe problemi nel lasciare che Giulia si avvinghiasse al suo braccio lungo la strada del ritorno. Ci furono molte risate, parole sincere e Federico scordò il mondo, per quei venti minuti.
Quando la salutò sugli scalini di casa, sorrise fra sé e sé. I pensieri chiamati sbagliati su Michael sparirono quasi subito, perché aveva sentito qualcosa per quella ragazza, qualcosa che non lo spaventava perché sapeva di poterlo esprimere. Così nascose a sé stesso tutti i possibili dubbi che aveva avuto sulla sua sessualità, si convinse che aveva solo provato gratitudine nei confronti di Michael per l'accesso al concerto e per la sua sincera e salda amicizia.
Andò a dormire quella notte veramente felice. O almeno convinto di esserlo.-------------------------------------------
ANGOLO HEART ♥
Buona sera a tutti! :)
Come sempre grazie per le stelline e commenti, mi rendono proprio felice :3
In questo capitolo abbiamo conosciuto Giulia, ha! Come già detto in questo AU ho cambiato alcune cose - come la madre, che forse avrete già intuito è molto diversa caratterialmente - ma alcune le ho tenute originali, come Giulia.
Ah e non conosco Milano, ho cercato una via abbastanza casuale su maps, quindi sarò sempre vaga nel descrivere e dire i nomi delle vie/luoghi (anche se qualche volta street view aiuta ahahah)
Grazie ancora per il continuo sostegno, a domani!
Tanto Midez love per tutti voi ♥- heartcremisi
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Amore che vieni, amore che vai
FanfictionIn un mondo alternativo dove Federico conosce un certo Michael alle superiori, dove Michael fa scoprire nuove emozioni a Federico, dove imparano a diventare Mika e Fedez. Midez!AU WARNING: questa fanfiction è piena di angst. Forse anche troppo. Chie...