Non bisogna immedesimarsi in qualcuno che non ci rispecchia. Non bisogna assumere delle finte maschere. Sii te stessa, per qualunque cosa, sii te stessa. Chi ti ama veramente ti accetterà per quello che sei veramente. Nonostante i tanti difetti, nonostante il biporalismo, rimangono. Non bisogna dipendere da nessuno. Cederà lui, cederai tu. Innamorarsi? Bhe questo è ciò di cui si parla oggi, innamoramento anche se non si ha il minimo concetto di amore. Chi si innamora è costretto alla rovina, al cedimento e alle continue paranoie che ci si pone. Io, Sad non dipenderó da nessuno, perché si, essere innamorati significa dipendere da qualcuno.
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I lavori erano stati stabiliti:Io preparavo le ordinazioni, Jack cameriere e Anne prendeva le ordinazioni. Bhe direi perfetto come inizio. Erano arrivate appena le 18:00 e ancora il locale era aperto seppur c'era una quantità minima di gente. Niall, da buon capo, ci aveva avvisati che il salario inizialmente sarebbe stato scarso, ovviamente, ma ci accontentammo ugualmente. Come primo giorno, direi che si è svolto bene. Avevamo per di più incontrato un ragazzo a dir poco fantastico, in tutti i sensi.
-Ragazze avvicinatevi un attimo.- Disse Jack ed io e Anne ci avvicinammo a lui che aveva appoggiato appena il vassoio.
-Dove dormiremo stasera?-Domandò. Direi che era un guasta feste immediato.
-Non lo so.-Rispose Anne ed io annuì.
-Possiamo chiedere a Niall se magari potrebbe assicurarci lo stipendio?-Riprese a parlare il ragazzo con una piccola speranza.
-Beh, tentar non nuoce no?-Dissi in risposta a mio fratello.
-Va bene. Allora appena arriverà per chiudere proviamo a chiederglielo.- Si dileguó dovendo servire alcune ragazze che erano appena entrate nel locale. Era un locale accogliente, piccolo ma non troppo. C'erano in media 10 tavoli che contenevano quattro sedie. Sui muri vi erano appesi alcuni quadri che non attiravano molto, sinceramente. Essi erano dipinti di un colore rosa antico. Nel locale ormai non c'era rimasto nessuno e così ci concedemmo una piccola pausa. Mentre eravamo assorti nei nostri pensieri sentiamo la porta cigolare. Di scatto ci voltammo tutti e tre e notammo gli skinny di Niall far capolino nella stanza.
-Hey Ragazzi-, ci salutò con un sorriso sornione.
-Hey Niall.- Lo salutammo di rimando noi, con un sorriso stanco.
-Senti vorremmo chiederti una cosa...- Tentennò Jack prima di parlare. Nel frattempo il biondo lo esortava a parlare.
-Potresti assicurarci lo stipendio? Sai dovremmo cercare casa e quindi di conseguenza dovremmo pagare l'affitto.- Finì Jack grattandosi la nuca imbarazzato.
-Certo ragazzi. A quanto vedo oggi siete stati bravissimi. Un buon inizio direi. Se posso permettermi...- si interruppe.
-... potrei ospitarvi per questa notte, cioè sempre se voi volete.- Terminò con un leggero rossore sul viso. Era un uomo fantastico. Chi l' avrebbe mai detto? Jack prima di parlare si accertó che fossimo in accordo per la splendida idea che aveva avuto Niall. Non volevo dormire sotto il freddo, su una panchina e per di più con i lamenti dei cani e degli zingari, di nuovo.
-Basta che non sei uno stalker, va bene-,diede la conferma il moro, scherzando.
-Allora preparatevi che chiudiamo il locale e andiamo .- Ci avvisó facendoci un occhiolino.
Così noi ci avviammo verso lo sgabuzzino a raccogliere le nostre cose. Dopo aver fatto ciò aspettammo a Niall che chiudesse il locale e ci avviammo verso la propria casa.
Harry's pov
Ero un bambino di appena dieci anni, i miei riccioli quel giorno erano più ribelli del solito e faticavo di tenerli a bada. Mia mamma, come ogni mattina, mi accompagnò a scuola, ma quel giorno non mi lasciò davanti al cancello, come era suo solito fare, ma mi lascio 10 metri indietro, era particolarmente in ritardo al lavoro e il proprio capo l' avrebbe sgridata ulteriormente, era rigido. Salutai mia mamma con un dolce bacio sulla guancia, aprii lo sportello,uscii e immediatamente lo rinchiusi. Ero vicino al cancello della mia scuola, intravedo già i miei amichetti pronti ad aspettarmi, come sempre. Mentre camminavo adagiamente un uomo mi si affiancó. Da buon bambino che ero e, da buon curiosatore lo salutai con un semplice "Buon giorno". Era un uomo alto, con un lungo cappotto rivestito di pelliccia, dei pantaloni elengati accompagnati da un paio di mocassini. Sul suo viso si potevano notare delle piccole tracce di rughe. Aveva un naso un pó all'insù, degli occhi piccoli, con
poche ciglia che si estendevano simili agli occhi dei cinesi. Il suo capo era rivestito di un parrucchino castano particolarmente scuro.
-Ragazzo vieni con me un attimo.- Il signore riprese a parlare ed io, da ingenuo che ero lo seguii. Vicino scuola c'erano alcuni vicoli e, così lui mi portò in uno di essi. Non feci polemiche, ero abbagliato da questo signore, forse era per la sua gentilezza o per la sua aria altezzosa.
-Mi devi ascoltare bene e devi fare ciò ti dico di fare capito?- Mi raccomandò ed io annuì, incapace di cogliere l'obiettivo in pieno.
-Sto per morire, e gestico una grande azienda e,tu appena morirò la dovrai gestire. Ti starai chiedendo perché tu.. Bhè ricorda solo che ho un conto in sospeso con tuo padre.- Finì il suo monologo. Avevo prestato attenzione al suo discorso fino al punto dell'azienda, l'argomento che mi affascinava di più. Era stato sempre il mio sogno di poter dirigere un'azienda, ma poi pensai:ero troppo piccolo.
-Ma io sono troppo piccolo! Come farò?- Domandai con un tono innocente, tipico dei bambini di dieci anni.
-Per questo non ti preoccupare. Appena avrai 15/16 anni verrà qualcuno e ti informerà sul da farsi. Tu non dirlo a nessuno. Intesi? A nessuno.- Mi guardò attentamente come per dire "Sei costretto a stare zitto" e così feci. Da quel giorno non lo vidi più supponevo che era già morto, come sosteneva lui. Mi ritrovo qui, in camera mia, immerso nei miei sensi di colpa. A che pensavo quel giorno?
Credevo veramente che fosse una vera e propria azienda? Crebbi con la speranza di poter dirigere una maestosa azienda, avevo programmato tutto fin quando, il giorno in cui avevo compiuto appunto sedici anni non mi si presentò un uomo, il quale mi accompagnò in un posto dove mi spiegò tutto. Dovevo dirigere i loro sporchi affari di carichi di droga. Fui costretto a rapire molte persone, ovviamente non ero solo. Con me c'erano Mell e Bradley anche se Mell non si era fatto vivo. La scuola oramai non la frequentavo più, o se ci andavo facevo sega. Ormai mia madre se n' era fatta una ragione:la scuola non faceva per me. Ultimamente mi sentivo strano, mi mancava qualcosa, qualcuno. I miei rapporti con le mie due sorellastre non funzionavano per niente, anche se devo ammettere che in fondo ero geloso di loro. Era da un bel pó di tempo che Sad non si faceva viva. Che fine aveva fatto? Qui tutti si preoccupano, ma sinceramente penso che sia scappata. Era una ragazza troppo ingenua e perfino non parlava. Ed io che l'ho baciata pure! Bha che sciocco che sono stato. I miei pensieri furono interrotti dal suono del mio telefono. Lo presi e, non leggendo il nome del mittente me lo portai all'orecchio.
-Hey , Harry amico-, mi rispose il mittente. Chi era?
-Ehm scusa chi sei?-Chiesi con un filo di imbarazzo.
-Ma come! Non ti ricordi di me? Sono Liam!-Oh si certo! Quel Liam, il mio migliore anzi ex migliore amico. Dopo che quel farabutto è scappato via.
-Che vuoi Payne?-Dissi con un tono minaccioso.
-Hey, Harry calma. Sono ritornato a Bronx ti va di vederci un pó?- Mi chiese con un tono entusiasto. Ma come faceva?
-No.- Rispose secco. Ci stetti male quando mi lasciò, tant'è che non andai a scuola per una settimana intera.
-Ma dai amico! È da tanto che non ci vediamo. Ci prendiamo una birretta insieme?-
-Appunto Liam, da troppo tempo. Non tutti sono rimasti gli stessi non credi? Prima scompari e poi ritorni come per magia e... a proposito chi ti ha dato il mio numero?-
-Beh ho incontrato tua madre per caso e gliel'ho chiesto.-Maledetta mamma che non si fa mai gli affari suoi.
-Allora facciamo per le 19:00 al pub vicino la nostra vecchia scuola?-Riprese a parlare e un pó irritato gli risposi con un si del tutto tirato. Non avevo voglia di rincontrarlo dinuovo. Mi era mancato terribilmente e, per colpa sua, in parte, sono entrato in un giro che non ne uscirò più. Che colpa ne aveva? Beh non mi ha fatto capire l'errore che stavo per commettere, fermandomi o almeno standomi vicino.
Riposi il telefono sul comodino e mi appisolai sul cuscino fino a quando non mi addormentai.
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I have a dream #Wattsy2018 (IN REVISIONE)
FanfictionCamminava a passi lenti,indecisi. Si sentiva oppressa in quella città sconosciuta, si sentiva sola. In quella città estranea ci viveva,ma era come se fosse invisibile. Scappava ogni volta che le si paravano davanti problemi. Scappava perché altrimen...