45. Un'amicizia e oltre

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Anne's pov
Una goccia mi bagnò il viso, scese fino alle mie labbra. Mi abbracciai con le mie stesse braccia per potermi infondere calore. Camminavo, ma non riuscivo a capire quale fosse la meta a cui ero diretta. Lo sbattere dei denti mi faceva compagnia. I miei capelli si erano appicciati sulla mia fronte in una sorte di fastidio. Cercavo di spostarli ma ciò avrebbe significato staccarmi dall'abbraccio e  avvolgermi in quel gelo che prevaleva in città. Camminavo a passi lenti. Non riuscivo a capire del perché fossi uscita senza né una giacca e né un cappotto, stavo letteralmente  morendo dal freddo. Mi fermai accanto ad un signore, con uno sguardo gelido, indifferente mi guardò.
-Mi scusi, un'osteria?-Chiesi il più gentile possibile, cosa che non risultò ai suoi occhi.
-Vada dritto e poi svolta a destra-Non mi diede il tempo di dirgli grazie che sfuggì dal mio sguardo. Erano appena le cinque del pomeriggio e in un'osteria non ci sarebbe stato pieno, avrei avuto un posto caldo e avrei potuto bere con quei pochi spiccioli che mi ritrovavo in tasca. Tolsi le mani sotto le ascelle e le portai lungo i fianchi. Camminai a passi veloci e decisi, dovevo arrivare in quel locale il prima possibile. Mi aggiustai meglio la felpa che indossavo e portai le maniche lungo le mie mani per non rischiare l'ibernazione. La pioggia cominciava ad essere più fitta e di conseguenza aumentai il mio passo.
La scritta "Bobby's vine " mi comparve non appena svoltai l'angolo. Mi avvicinai e aprii la porta senza esitare. Un campanello suonò non appena entrai nel locale. Un'aria dolce e confortante mi avvolse, cullandomi.
-Salve-Dissi quasi in un sussurro, portando la testa a destra e a sinistra per ammirare quel locale così country.
-Benvenuta signorina-Mi voltai e una signora al bancone mi sorrise. Sorrisi istintivamente anche io e mi avvicinai a lei. Mi sedetti in una delle tante sedie di legno posta vicino al bancone e, come se fossi a casa mia mi appoggiai su di esso. Portai le mani a coppa sul mio viso e, con un sorriso amichevole mi presentai:
-Piacere Anne.-Le porsi la mano che a sua volta me la strinse.
-Giorgia.-Non sapevo perché avevo quel comportamento, forse era dovuto proprio perché non riuscivo a sopportare più niente. Il litigio con Sad mi aveva devastata e pensare di perderla per sempre mi faceva delirare. Seppur non lo dimostrassi, la ritenevo più che una sorella, più di un'amica. Il mio comportamento agli occhi degli altri risultava chiuso e timido in realtà ero tutt'altro di quello che facevo credere, infondo nessuno doveva conoscermi per quel che ero veramente se non gli amici che avrei scelto io stessa.

-Ho pochi spiccioli con me, può fare qualcosa?-Chiesi sfacciatamente, provocando una forte risata da parte sua.

-Dritta al punto, devo dire.-Sì girò di spalle e prese qualche cosa, credo , di alcolico.

-Allora: ti posso dare del vino? Ma - si portò un dito al mento, con fare pensieroso- sei piccola temo.- Prese un'altra bottiglia color rosso e la appoggiò sul bancone.
-Poi c'è della vodka ma, come sempre, non puoi.- Si girò nuovamente e prese un'altra bottiglia che in quel momento non riuscii a capire cosa fosse.
-Questo va più che bene per te- Portai il mio sguardo sulla bottiglia ed era...
-Acqua?-Spalancai la bocca.
-Giorgia, ho 18 anni-Le feci un sorriso falso.
-Dove sta il problema ? Non si beve comunque.- La trucidai con lo sguardo.
-Senti, ho freddo e sto morendo di sete, il vino va più che bene.- Affermai con un tono deciso, come se fossi una donna vissuta che ha bevuto sempre vino e niente più. Giorgia annuì, intuendo di non poter far niente per farmi cambiare idea. Prese un bicchiere, pulito, e me lo porse facendo cadere qualche goccia rossa accanto ad esso.
Il forse sapore di quel vino mi fece strizzare gli occhi, era davvero amaro.
Mentre stavo bevendo,dalla porta di legno sbucò un vecchietto.
-Giorgia.- La richiamò con un tono dolce che ai miei occhi sembrò smielato.
-Bobby.- Le sorrise di rimando. Appena si accorse di me, un lieve rossore gli comparve su quelle guance oramai rovinate dal tempo.
Nel locale non c'era nessuno, e devo dire che apprezzai molto ciò.
-Mi scusi bella donzella per il mio essere maleducato. Sono Bobby, il proprietario.-Spostai il bicchiere dalle mie labbra e strinsi la mano che mi porse precedentemente .
-Anne-

I have a dream #Wattsy2018 (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora