Demi's pov
Un qualcosa di viscido cominciò a scivolare dalla mia mano non appena l'oggetto venne a contatto con essa. Era gelido, fin troppo, dall'esterno potei già notare che era stata toccata da mani sia sporche che pulite,in tutti i sensi.
Le voci dall'esterno mi arrivavano confuse con delle frasi disconnesse. Non riuscivo a connettere con l'esterno. Sembravo rinchiusa in una bolla dove veniva echeggiata sempre la stessa frase.
La sicurezza che mi trasmetteva, in me si tramutava in ansia. La mia decisione,non era una decisione, ma ero stata costretta. Da chi? Dai miei pensieri e dalle mie paranoie. Avevo paura, paura che nell'indomani avrei provato rimorsi,paura che in un secondo momento avrei ricevuto l'odio dalla persona più importante della mia vita.
Non volevo nelle mie mani una cosa così pericolosa, non ne volevo la responsabilità. Sono codarda, egoista e forse anche una vigliacca. Non sono voluta più che potuta, andare contro la volontà che volevano gli altri, che poi era la mia volontà. Perché?
Un ammasso di ricordi si precipitò furiosamente nella mia testa, mettendo così nuovamente in dubbio la mia decisione.
Una forza accanto a me mi spronava ad aprire quella dannata maniglia. Il suo metallo mi stava irritando molto. Il suo gelido metallo era riuscito a far congelare interamente la mia mano sporca ormai da quello che doveva essere olio. La mia mano,unta non riuscivo a muoverla. Paralizzata, tentai ad abbassare quel poco che mi divideva dalla verità. Un attacco di ansia all'improvviso mi colpì. Non riuscivo a respirare, tentai inutilmente di far attraversare quel poco di ossigeno che mi serviva per far regolarizzare il mio respiro. La voce di Zayn,che mi arrivava da lontano,mi ripeteva continuamente se stessi bene, ma non riuscivo a rispondergli così annuivo soltanto, come se tutto questo non fosse vero.
All'improvviso la figura di Zayn si avvicinò più del dovuto. Riuscii a sentire quel suo profumo che tanto amavo,quanto odiavo.
Sentii due mani forti sulle mie braccia, le strinse e dopo essersi assicurato che fossero ben ferme nelle sue mani mi scuotè.
Quella poca aria che mi arrivò mi servì per farmi riprendere. Quando mi destabilizzai e focalizzai meglio il luogo in cui ero, lasciai la maniglia unta e mi misi a correre.
-Non posso Zay-, e mi misi a piangere.
Una volta arrivata sugli scalini,posti davanti all'entrata, mi sedetti e mi afflosciai senza forze.
Il giorno precedente, la notte non riuscivo a prendere sonno. Mi giravo e rigiravo nelle coperte, ma non riuscivo a trovare una posizione che in quel momento mi risultasse comoda. Allora decisi di alzarmi, misi le mie pantofole e mi diressi in cucina. Una volta giunta alla mia destinazione, sentii delle voci provenire dall'interno. Non mi ci volle molto a capire che fossero Nikki e Harry. Dai loro discorsi riuscii a capire che erano molto in sintonia, il che mi fece ingelosire un poco. In quell'ultimo mese non ero riuscita a parlare più del dovuto con Nikki se non un "Buon giorno" o un "Come stai?". La mia migliore amica ora si stava confidando, così potrei definire, con Harry, che le era sconosciuto sotto tutti i punti di vista.
Feci scorrere la porta scorrevole e alla mia vista si zittirono, come se quello che stessero dicendo non lo potessi sentire. Mi avvicinai al frigorifero e nel mentre lo facevo dissi con una smorfia:
-Continuate pure, non mi interessano i vostri fattacci-, e presi dell'acqua frizzante.
-Non stavamo parlando di nulla.- Si difese Nikki.
-Si, giusto. Come se fossi stupida-, dissi con sarcasmo. Non la feci iniziare a parlare che continuai a parlare io:
-Abbiamo trovato il braccialetto di Sad.- Dissi con indifferenza, mentre dentro stavo morendo.
-C-come?-Strabuzzò gli occhi.
Nel frattempo Harry al solo sentire il nome della ragazza si agitò molto. Cominciò a muoversi freneticamente come se volesse spronarmi a proseguire,cosa che io non feci.
Nikki non andò avanti, ed io rimasi lì, ferma come un sasso. Mi ricomposi e dopo aver posato il bicchiere nel lavabo mi diressi verso la porta.
-Domani andrò dalla polizia- Dissi prima di chiudere dietro di me la porta scorrevole. Il tono che usai non era freddo, era forse deluso e anche ferito.
Mentre salivo dalle scale mi girò la testa, così mi sorretti dalla ringhiera di legno e mi sedetti sulle scale, anche esse di legno.
Portai le mie mani sulle tempie massaggiandole,tentando di far alleviare il dolore, ma ciò non successe. Mentre tenevo gli occhi chiusi cercando di rilassarmi, mi venne la nausea. Al solo pensare al mangiare mi veniva da vomitare.
Stetti lì circa una mezz'ora cercando anche di far placare il mio stomaco. Mentre mi stavo alzando per ritornare nella mia stanza, mi sentii mancare, così per evitare che cadessi giù dalle scale, ritornai nella posizione precedente.
Avevo la testa poggiata sul muro bianco. I miei capelli mi stavano provocando un fastidio enorme, si erano appiccicati sul viso dal troppo sudore. D'un tratto automaticamente mi portai una mano sulla bocca e corsi veloce nel bagno. Aprii non delicatamente la porta e mi precipitai nel water. Alzai la tavoletta e gettai quel poco che avevo mangiato. Dalla fronte mi scendeva una goccia di sudore, segno che cominciavo a star male.
Mi toccai la fronte e scottava molto. Doveva essere la febbre. Non avendo il telefono con me, non riuscii a chiamare Nikki per potermi aiutare. Così dopo che mi preparai psicologicamente, mi alzai e mi sciacquai il viso,rinfrescandomi un po'.
Andai direttamente in camera cercando di riposarmi un pó, cercando di non pensare all'indomani.D'un colpo vidi tutto nero, la testa mi girava e non riuscii a chiamare in tempo Zayn, che era appena arrivato.
Mi ritrovai su un letto molto scomodo, di certo non era il mio. Ai lati non potevo muovermi più del dovuto essendo che c'erano due sbarre di ferro. Dall'esterno sentivo delle voci, non urlavano, ma nella mia testa sembravano che urlassero così tanto che tra a momenti la mia testa sarebbe scoppiata. La mia mano era stretta con molta forza in un' altra mano. Delle lacrime arrivano dritte sulla mia mano e una volta su di essa scivolavano via, come l'acqua. Non erano di certo delle mani maschili, erano di una donna, ma non riuscivo a capire chi fosse. Cercai di muovere la mia mano, per far capire a chiunque ci fosse dall'esterno, che stavo bene, almeno questo pensavo.
Cominciai a sbattere le ciglia con molta lentezza, le sentivo pensanti,molto. L'aria calda che c'era nella stanza, colpì le mie braccia scoperte.
Pronta psicologicamente aprii cautamente gli occhi e di fronte a me c'era Nikki in lacrime. Singhiozzava ripetutamente, sembrava disperata, come se fossi morta.
-E-Ehy-, dissi con un filo di voce, cosa che la ragazza prontamente ascoltò.
-Demi!-Sobbalzò e le comparve un dolce sorriso sul suo viso.
-Come stai?!-Mi disse di seguito, fin troppo entusiasta.
-Aspetta! Chiamo il dottore-, e si precipitò sulla porta. Mi comparve un involontario sorriso data la pazzia di quella ragazza.
Diedi uno sguardo furtivo nella stanza, ma Zayn non c'era,il che mi fece rimanere delusa e triste. Non ci teneva così tanto a me.
Mentre ero assorta nei miei pensieri,la porta venne aperta con molta cautela dal dottore,seguito da Nikki.
-Buon giorno signorina,come sta?-Mi chiese l'uomo col camice,gentilmente.
-Bene, credo-,forzai un sorriso.
-Bene. Abbiamo fatto le analisi-, riprese.
-Eh...?-Lo incitai a parlare. Dall'espressione di Nikki potei intuire che lo sapesse già, il dottore cercava di esitare provocandomi molto fastidio. Lo incitai nuovamente a parlare, ma sembrava che fosse in un mondo parallelo, come se non ascoltasse la mia voce.
Si poteva capire che non era un dottore che portava sulle spalle una grande esperienza, infatti aveva i tratti del viso giovani, e la sua barba era ancora di un nero pece.
-Sei sicura che lo vuoi sapere?-Continuò ancora, non dandomi la risposta che volevo.
-Se ho un problema, devo scoprirlo. Odio stare all'oscuro se c'è qualcosa che si tratta di me-, dissi con un tono molto irritato e freddo.
-Il tuo fidanzato appena lo scoprì, si arrabbiò molto, accusandoti di non averglielo detto-, un cipiglio prese possesso sul mio viso. Cosa non avrei detto a Zayn? Io a Zayn dico tutto. Perché si sarebbe dovuto arrabbiare? Mi conosce fin troppo bene, forse più di tutti, e una bugia, seppur sciocca, non gliela avrei mai nascosta. Perché mi aveva abbandonato così, dal nulla, in una stanza d'ospedale, priva di forze? Perché aveva messo in dubbio il mio amore per lui, quell'amore che gli recitavo ogni giorno? Perché mi aveva fatto la promessa che non mi avrebbe mai lasciata se era al corrente che io, senza di lui,cadevo?
Involontariamente mi scese una lacrima, non mi presi la briga di raccoglierla. Ormai ero senza forze, il mio cuore si era quasi spezzato. La mia testa continuava a girare e il senso di nausea non si attutiva, anzi peggiorava. Nella stanza, ormai c'era anche Harry, che con la sua aria da strafottente, si avvicinò a me e mi stampó un bacio sulla fronte. Questo mi stupì molto, a dire il vero non mi aspettavo che lo facesse. Mi aveva sempre evitata, e questa cosa in un certo senso mi stava bene, anche se inizialmente ci ero stata male.
Ancora il dottore era nella stanza, aspettando chissà quale aiuto che gli arrivasse dal cielo. Forse per questo non avevo intrapreso la carriera da dottoressa, sei costretto ad assumerti in un certo senso la responsabilità di riferire la brutta o la bella notizia al paziente, e di certo non era facile.
-Cosa non gli ho detto?-Chiesi. La mia voce tremava, io non sapevo niente, che aspettava a dirmelo?.Nikki ora si era spostata vicino a me, abbracciandomi, come se mi avesse dovuto consolare per quello che il dottore mi avrebbe detto a momenti.
-Che fossi incinta-, il mio cuore si spezzò completamente, e Nikki mi abbracciò forte, consolandomi.
Hola ragazze! Come state?
Vi è piaciuto il capitolo?
La piccola Demi incinta...
Che succederà?
Mi scuso per il ritardo, ma la scuola mi ha sommerso, e ancora lo sta facendo. Spero che mi continuate a seguire stellinando e commentando, ve ne sarei grata💋💋
Tipo se io vi dicessi che fra due mesi la scuola è finita?!😍😍
A presto😘
-Ross
Ps: Happ B-Day to me👏🏻👏🏻
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I have a dream #Wattsy2018 (IN REVISIONE)
FanfictionCamminava a passi lenti,indecisi. Si sentiva oppressa in quella città sconosciuta, si sentiva sola. In quella città estranea ci viveva,ma era come se fosse invisibile. Scappava ogni volta che le si paravano davanti problemi. Scappava perché altrimen...