47. Completamente impazzita

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Portai l'indice e il pollice sul mento con fare pensieroso. Penserei che chi mi stesse guardando mi prenderebbe per pazza. Mi sedetti su una panchina vicino ad un parco e continuai a pensare.
"Verrai con me, Sad?" Questa frase mi ronzava nella testa. Era stato chiaro, se non andavo con lui lo perdevo per sempre. C'era il rischio di essere presi, di essere imprigionati, di non essere più liberi.

Mi guardai intorno con fare spaesato. Mi avvicinai ancora di più ad un albero e appena lo toccai cambiò radicalmente colore. Portai lo sguardo sulla mia maglietta gialla e di colpo divenne rossa. Strizzai gli occhi pensando di avere soltanto delle allucinazioni. Mi sentii stringere da un polso. Non ebbi il tempo di girarmi che venni trasportata all'indietro. Con passi pesanti  fatti con fatica, continuai a camminare senza  sapere chi fosse la persona dietro di me. Il mio cervello non reagiva, era come se fossi ipnotizzata da un qualcosa inesistente. Scossi più volte la testa tentando di ritornare nella realtà ma era tutto inutile. Si fermò d'un tratto. Mi fermai.
Spostò i miei capelli e si avvicinò con molta lentezza al mio orecchio. Sentii il suo respiro scontrarsi con la mia pelle calda, era terribilmente eccitante.
-Sad, sei mia.-Con voce suadente, calda, bassa. Portai la testa all'indietro, volevo di più. Cominciò a lasciare dei baci lungo il mio collo, dei baci umidi. Nel frattempo con una mano arricciava piccole ciocche dei miei capelli mentre con l'altra accarezzava con dolcezza il fianco destro.
Mi prese la mano e me la strinse forte, forse con troppa forza. Aveva delle mani grandi, sembravano che volessero proteggerti dal mondo.
Mi girai per la prima volta e tutto ciò che vidi fu una distesa verde. Guardai la mia mano ed era libera, non c'era più quella forte presa che a momenti rischiava di non farmi circolare più il sangue. Il verde che si protendeva difronte a me era di un verde accecante. Mi sedetti in terra. Accarezzavo con delicatezza i fili d'erba bagnati, avevo paura che si strappassero da un momento all'altro. Mi distesi su quel morbido letto di erba. Appoggiai la guancia destra su di essa  e al solo contatto sorrisi, mi solleticava. Sentivo il ronzìo delle zanzare e il canto delle cicale. Le farfalle svolazzavano qua e là    libere con la loro vivacità. Cominciai a chiudere gli occhi pian piano cercando di addormentarmi. Un tocco leggero, una stretta vitale, un bacio sicuro, e poi mi addormentai.
"Ti riprenderò Sad."

La mia mano ancora era stretta in quella di Gimmy, come in ogni viaggio. Un ennesimo acido, un ennesimo viaggio, un ennesimo mal di testa.Certo, era stato piacevole, ma era stato del tutto insolito, del tutto strano. Gimmy mi stava sorridendo dolcemente. Mi accarezzò la guancia e dopo avermi lasciato un bacio casto sulle labbra mi prese in braccio. Gli sorrisi e subito dopo mi addormentai.

Mi stropicciai gli occhi più volte. Dalle finestre non filtrava nessuna luce segno che era notte inoltrata. Mi guardai intorno e mi accorsi che ero nella stanza di Gimmy. Mi alzai di scatto e corsi in cucina. Cosa ci facevo lì? Dov'era Megan?
Gimmy si era addormentato sul divano. Aveva i capelli stropicciati,la bocca socchiusa e le mani a coppa sulla sua guancia. Dormiva beatamente, così senza fare troppo chiasso uscii di casa.
Ancora non ero del tutto cosciente di dove stessi andando. La mia mente era annebbiata, la testa continuava a girare ininterrottamente e di certo non aiutava a farmi pensare lucidamente. Lo scatto con il quale mi svegliai mi peggiorò ulteriormente il mal di testa. La casa di Megan era lontana rispetto a quella di Gimmy e senza alcun soldo per poter pagare un taxi ci sarei dovuta arrivare a piedi il che richiedeva un ulteriore sforzo. Strascicai i piedi sul suolo provocando un rumore fastidioso. Il suono delle macchine mi arrivavo ovattato nelle orecchie, sembravano che fossero lontanissime da me, invece erano a qualche metro. Mi si affiancò una macchina che in quel momento non riuscii ad identificare  il colore. Abbassò il finestrino e cercò di parlarmi. Aprii la portiera e mi abbandonai sul sedile, incurante di chi fosse quello che mi aveva offerto il passaggio. Mi addormentai e basta, senza pormi molte domande.
La fioca luce del sole balzò in pieno sul lettino, proprio vicino al mio corpo. Cercai di riaddormentarmi nuovamente ma non ci riuscii. Cercai di spostarmi, ma era come se fossi bloccata. Aprii cautamente gli occhi e vidi un corpo che giaceva accanto a me, russava rumorosamente e che aveva avuto la decenza di abbracciarmi. Cosa?!
Come ci ero finita qui?
-Che cazzo ci faccio qui?!- Urlai forse un po' troppo, tanto da svegliare quello che era accanto a me. Non ricordavo fottutamente niente, cosa avevo combinato?
Non ci ero andat-, nono impossibile. Come cazzo avevo fatto?!
-Lasciami!- Mi divincolai da quella presa così forte, così opprimente. L'altro ancora era confuso. Gli  occhi era socchiusi e la bocca cercava di dire qualcosa che non riuscivo a comprendere.
-Nono, non me ne fotte un cazzo di come sono arrivata qui, me ne vado!-Mi alzai di scatto dal letto e senza sentire una sola parola di quel fottuto coglione me ne andai. Scesi le scale velocemente e appena aprii il portone corsi da quella abitazione. Avevo paura che da un momento all'altro mi venisse a prendere, a bloccarmi da un polso e ad imprigionarmi, come era successo precedentemente. Correvo senza sapere dove andare. Avevo il fiatone e a fatica riuscivo a vedere le macchine. Attraversavo la strada trasandata, correvo come una pazza. I clacson che mi suonavano ininterrottamente, le urla della gente. Era tutto un fottuto casino. I miei capelli si appiccarono sul mio viso tanto da oscurarmi la visuale.
Un corpo venne incontro a me facendomi balzare sul suolo umidiccio. Spostai cautamente i capelli dal viso pronta a scusarmi, nuovamente.
-Sad?- Alzai il viso e vidi lo sguardo di Megan preoccupato. Mi rilassai.
-Ma come sei conciata? Cosa ti è successo?-
-Per favore portami a casa.-
Mi aiutò ad alzarmi e dopo aver allacciato le sue braccia sui miei fianchi, mi lasciai trasportare.
Ero completamente impazzita. Quel verde mi aveva totalmente ucciso.

I have a dream #Wattsy2018 (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora