40.Special

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Zayn's pov
Era successo all'improvviso, lasciandomi spiazzato e senza aver il tempo di riflettere su ciò che avevo accettato. Mi stavo davvero mettendo in gioco? Un gioco di cui nessuno sa le regole, dove perdi ogni secondo e in ogni momento della vita ti ritrovi a combattere, per vincere la partita?
Avevo accettato, infondo eravamo una famiglia. Colpivi uno di noi, colpivi tutti.
Eravamo tutti pronti. Era da circa un mese che avevamo progettato questo, ed ora finalmente potevamo metterlo in atto.
Nei nostri corpi fremeva la voglia di andare finalmente lì, in quel lurido posto e di affrontarli, senza ripensamenti. La paura l'avevamo accantonata già da tempo in un posto recondito nei nostri cuori e nelle nostre menti. Eppure qualcosa mi spingeva a ripensarci. A pensare che dopo questo, niente era certo. Dovevamo rischiare. Dovevamo metterci in gioco. Dovevamo tirare fuori le palle.
-Buon giorno.-dissi, ancora con la voce impastata dal sonno. I quattro mi risposero con un accenno, evidentemente agitati.
Dopo aver fatto colazione, decisi di uscire. Forse era il mio ultimo giorno da libero. Volevo che, ogni momento della mia vita mi riaffiorasse nella mente. Volevo che tutte le persone a me care, venissero ricordate. Volevo vivere quei pochi attimi, da solo. Non volevo quella cupa e sana verità sbattuta in faccia.
Ero testardo, fin troppo. Alcune volte ero molto orgoglioso, e non riuscivo ad ammettere di aver sbagliato, di aver pensato male, di aver preso la decisione sbagliata.
Quel giorno che Harry venne da me, non lo criticai e neppure lo giudicai, non aveva bisogno di qualcuno che gli facesse conoscere gli errori che aveva commesso, aveva bisogno di un amico.
Nonostante le sue suppliche, lo affiancai. In ogni cosa che faceva, ero con lui.
-Vado a fare un giro, ci vediamo tra poco.-avvisai tutti ed uscii.
Misi le mani nelle tasche, un po' sporche, dei miei pantaloni e, mi diressi nel locale dove avrei incontrato Meg, la mia ragazza.
I miei capelli erano scompigliati, amavo portarli così. La mia barba folta, mi dava l'aria da badboy, cosa che non ero affatto.
Amavo profondamente la mia ragazza, e forse anche per questo decisi di fare ciò che stavo per fare.
La mia fiducia era limitata su di lei, l'amavo sì, ma un qualcosa di inspiegabile mi fermava, mi trascinava in quel baratro tanto buio quanto delizioso.
Avevo paura, paura di me stesso, forse.
Mi limitavo a credere di vivere, illudendomi che ciò mi avrebbe portato un po' di felicità. La sua chioma bionda le adornava il suo viso, candido e pallido. Nonostante fosse italiana, non era molto scura di carnagione. Il lieve rossore che si formò sul suo viso, mi fece sorridere. Era molto timida,seppur mi conoscesse ormai da un anno. I suoi occhioni verdi brillavano di felicità, felicità che sicuramente dopo, avrei portato via.
Non mi giudicavo un codardo o un vigliacco, non lo ero. Avevo bisogno che lei fosse al sicuro,al sicuro di me stesso. Non volevo assolutamente che conoscesse la parte irrazionale di me, anche se l'aveva vista parecchie volte. Quando ero arrabbiato non riuscivo a controllarmi, non badando se stessi facendo del male.
Forse avevo paura di questo, di ciò che lei avrebbe provato per me. Il suo amore, la sua gioia, l'incredibile dolcezza che mi dimostrava ogni singolo momento, mi sarebbero mancati. Odiavo, mi odiavo, per il semplice fatto che avevo bisogno di lei, ormai ne ero fottuto e, forse non ne sarei mai uscito.
Mi ero affiancato a lei, e con un dolce bacio la salutai. La abbracciai subito dopo, beandomi del forte profumo che la caratterizzava. La strinsi a me fino a sentire le sue costole sul punto di spezzarsi. Strinsi in un pugno i suoi capelli, come se avessi voluto strapparli, portarli via con me. Le sussurravo parole dolci, che fino a quel momento non avevo mai detto. Prima dell'amara e tragica realtà, avrebbe dovuto conoscere ciò che lei rappresentava per me, ciò che lei mi aveva fatto.
-Devo parlarti.-Ritornai quello di sempre, freddo e distaccato. Lei con un dolce sorriso, mi invitò a parlare.
-Sei importante per me, come nessun altro. Mi sono innamorato di te, Meg.
I tuoi occhi così intensi, mi hanno fottuto. Non capirai certamente la mia decisione, e forse dopo questo mi tratterai male, ma se lo faccio, lo faccio solo ed esclusivamente per te.
Con me non sei più al sicuro.
Sto giocando in un gioco che non so nemmeno io, le regole. Mi dispiace Meg, ma la mia famiglia non la abbandono. Non riesco più a decidere per me stesso, figuriamoci per noi.
Voglio che tu sii felice,che vivi la tua vita. Voglio che tu, però non mi dimentichi, che mi porti con te per sempre nel tuo cuore, come lo farò io. Voglio che non dimentichi i nostri momenti felici. Voglio che tu non soffri, per questo. Voglio che tu non mi odi per questo. Ti amo, Meg,e lo farò sempre, ma devo lasciarti, non possiamo più stare insieme.-Terminai il mio monologo, che per me fu infinito. Nel suo viso, non vidi ciò che mi aspettavo di vedere.
Mi abbracciò. Forte. Rimasi sorpreso. Non era arrabbiata? Delusa? Non mi odiava?
Mi alzai e la strinsi più forte. La alzai dal pavimento, e la feci girare.
-Sei parte di me, Meg.-Le dissi fra i capelli.
-Shh, non dire niente.-Mi accarezzò i capelli, con dei movimenti dolci e morbidi. Le baciai la mandibola, fino ad arrivare su quelle labbra, dannatamente belle e attraenti.
-Scusami Meg, scusami tanto.-Dissi disperatamente. Avevo gli occhi lucidi, stavo per piangere, ma repressi la voglia di farlo, di sfogarmi.
-Zay, tu sarai sempre parte di me. Nel mio cuore, ci sarai sempre. E nonostante ora ci stiamo lasciando, non ti odio affatto. Ti amo Zay, e non smetterò mai di farlo.-
Ci baciammo. Ci baciammo come la prima volta che la incontrai. Ci baciammo come quando facemmo l'amore. Ci baciammo come se fosse la prima volta, consapevoli del fatto che quella sarebbe stata l'ultima volta.

I have a dream #Wattsy2018 (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora