29.La fuga

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Mi svegliai, notai che tutte le luci erano spente. Non era strano, dormivano tutti.
Mi alzai e notai che Anne non era nel suo letto, bene. Scesi dal letto cautamente per non rischiare di svegliare le altre ragazze. Una di loro russava rumorosamente provocando un grande fastidio alle altre infatti tutte,seppur dormivano,si lamentavano. Aprii la porta con cautela e una volta fuori mi recai in cucina,avevo sete.
In cucina potei vedere una sagoma alta e muscolosa. Mi insospettii ma non tornai indietro. Proseguii fino ad arrivare all'interruttore della luce. Appena accesi la luce,la sagoma non si spostò di un millimetro e di conseguenza non si girò. Mi avvicinai ad egli con un po' di timore, non ebbi il coraggio di guardarlo in faccia. Non mi feci intimidire della sua presenza e feci quello che dovevo fare nonché bere. Mentre riempivo il bicchiere d'acqua qualcuno mi venne dietro. Mi strinse con una forza incredibile, non mi voltai. Poggiai il bicchiere nel lavabo e le mani ai lati di esso.
-Perché sei scappata?-Una voce. Quella voce. Non era possibile che fosse lui. Un brivido mi percorse tutta la spina dorsale fino ad arrivare al cuoio capelluto,non appena il calore del suo respiro si scontrò con la mia pelle ambrata.
-Non sono scappata-,rimasi lì dov'ero,non avevo il coraggio di voltarmi. Lui di conseguenza non allentò la presa sui i miei fianchi, anzi la forzò.
-Non mentirmi.-Nella sua voce potei scorgere un pizzico di rabbia. Era arrabbiato con me? Come poteva credere che fossi scappata? E poi da chi? Da loro?
-Non lo sto facendo.-Spostò le sue grandi mani. Le percorse lungo i miei fianchi fino ad arrivare ai capelli. Li spostò di fianco, lasciando così la spalla nuda.Ci soffiò contro e di tanto in tanto ci lasciava qualche caldo bacio.
-Mi sei mancata Sad.- Un bacio.
-Tanto.- un altro bacio.
-Morivo dalla voglia di vederti.- Percorse il tratto dalla spalla fino alla clavicola destra,baciandomi. Non appena arrivò sulla clavicola,succhiò la pelle. Strinsi gli occhi dal dolore. Ero ancora voltata di spalle.
-Perché ci hai fatto questo?-Chiese, smettendo di baciarmi.
-Non volevo, sono stata costretta.-
-Da chi?-
-Non posso dirtelo.-Ci tenevo a lui,volevo dirglielo, ma non potevo. Avrei messo anche lui in pericolo.
-Perché?-E in quel tempo,per la prima volta,mi voltai. Non appena mi girai mi scontrai con due gemme. Il suo viso era triste, confuso e forse anche deluso. Stetti in silenzio per un tempo indefinito, guardando i suoi occhi. Mi ipnotizzavano sempre.
-Allora?-Mi svegliò bruscamente dal mio trance.
-Perché non posso-,ripetei duramente.
-Ci deve essere un motivo no?-Non era testardo,era più che testardo,era sciocco.
-Harry, non insistere, non posso dirtelo e non te lo dirò.-Mi scansai, spostandomi dalla sua presa. Mi avvicinai alla finestra.
-E non pensi a me? A Nikki? A Demi? Merito,meritano una spiegazione.-
-Non posso darvela,mi dispiace-,cercai di liquidarlo più in fretta possibile,non volevo soffrire più di quanto soffrissi già. Mi mancavano loro, più dell'aria, ma non potevo farlo.
-Abbiamo sofferto per la tua scomparsa-,distolsi lo sguardo. Non risposi.
-E ora neanche una spiegazione ci dai?"-Mi stavo irritando.
-Harry non credere che io, da qui, non vi abbia pensato affatto. Ho sofferto per la vostra mancanza. Secondo te me ne sono andata di mia spontanea volontà? Sbagli. Sono stata costretta.-
-Ma da chi?-Corrugò la fronte. Le sue sopracciglia erano inarcate. I suoi occhi pretendevano, volevano la verità, cosa che io non potevo dirgli. Le sue mani erano piegate verso di me, aperte e forse anche sudate. Le sue slanciate gambe erano piegate cosicché potesse guardarmi diritto in faccia.
-Non posso dirtelo.-
-Ma perché?-insistette.
-Harry, non insistere cazzo. Se non te lo dico è per il tuo bene-,alzai un po' la voce.
-Ma vaffanculo Sad, sei solamente un' egoista.-
-Non è vero-,mi difesi. Mi convincevo, mi imponevo che non era vero,voleva farlo solo per farmi sputare il rospo. Non poteva dirlo veramente, come poteva? Al primo posto mettevo sempre loro!
-Si Sad, è la verità.-
-Ho sempre pensato a voi, per prima.-dissi quasi con un sussurro. I miei occhi cominciavano a pizzicarmi. Non volevo piangere,non potevo. Non potevo mostrarmi indifesa ancora una volta.
Harry spostò lo sguardo da un'altra parte.
Ora il silenzio predominava nella stanza. Potevo sentire il suo respiro che si calmava pian piano. Io ero accovacciata in un angolo vicino la finestra. Lui era poggiato sul muro affianco al frigo, aveva le gambe piegate, le mani erano sul suo viso, coprendolo del tutto. Potei sentire un singhiozzo.

I have a dream #Wattsy2018 (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora